Alpi Feltrine: Monte Pizzocchétto o Pizochèt, Monte Pizzocco e Monte Piz da Roncoi di Fuori
near Roncoi, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Ogni scusa è buona per salire il Monte Pizzocco, e quella di oggi era salire per la prima volta sopra il Pizochèt, ovvero il “Grande Gendarme” molto caratteristico che, lungo il sentiero normale di salita, bisogna aggirare verso est prima dell’ultimo tratto per la vetta principale.
È una breve ma difficile deviazione, che mi ha fatto indicare come DIFFICILE la valutazione dell’intero percorso.
Senza deviazione per il Pizochèt, a mio giudizio, è un percorso medio.
Perché salire il Pizochèt?
Per la vista UNICA verso il pendio finale della vetta del Monte Pizzocco: è un vero punto di osservazione privilegiato.
Avvicinamento al punto di attacco della salita al Monte Pizzocchétto o Pizochet
La via normale escursionistica di salita al Monte Pizzocco ruota intorno allo slargo di Pian del Lach, a cui si può arrivare da diverse direzioni e con più varianti.
Oggi sono salito per il sentiero CAI 851 in direzione del Bivacco Palia.
Prima di incrociare il sentiero CAI 853, ho deviato per la variante indicata con freccetta “ACQUEDOTTO PALIA”.
Passato il manufatto in cemento dell’acquedotto ben nascosto nel bosco, si rientra nel CAI 853 dove c’è un’altra freccetta in legno che indica in direzione discesa “ACQUEDOTTO RONCOI”.
Da qui, passato il Bivacco Palia, si va al bivio con il sentiero che scende verso il Rifugio Casera Ere, e si sale verso destra verso Pian del Lach.
Il Monte Pizzocchétto o Pizochét si intravvede già da un bel po’, e da questa angolazione è “schiacciato dalla prospettiva” contro il Monte Pizzocco: è il lato sud, ma non si vede la via di salita che sta sul fianco est e che minimizza il dislivello da salire dal punto di uscita del sentiero normale.
Da Pian del Lach il sentiero normale punta diretto verso il Pizochèt con taglio diagonale in salita che attraversa, in avvicinamento costante, tutto il versante sud.
Si arriva a un punto ben noto dove il sentiero svolta seccamente a sinistra in versante est con la prima parziale vista sul pendio finale del Monte Pizzocco – pochi metri dopo questa svolta secca c’è il famoso tratto simil-cengia che passa sotto il lato nord del Pizochét per dare accesso al pendio finale.
Il punto di attacco per la cima del Pizochét è proprio sul ripido prato che sta esattamente dove c’è la secca svolta a sinistra, in corrispondenza di un masso ben evidente: non bisogna avanzare verso il tratto di “quasi cengia”, ma bisogna fermarsi alla svolta.
Salita al Monte Pizzocchétto o Pizochèt
Non c’è alcuna segnalazione, segnavia o ometto che indichi l’uscita dal sentiero normale.
Però, accanto al masso sopra citato, si nota un calpestio esile che punta in salita diretta verso la cresta rocciosa est.
Seguendo il calpestio sul ripido prato, si punta un piccolo gendarme che si stacca dalla cresta e crea una micro forcella da cui si può osservare parte del pendio finale del Monte Pizzocco.
Arrivando alla micro forcella si nota sul lato di sinistra un bel cordino rosso agganciato a una clessidra.
Qui inizia il breve tratto difficile, e il senso generale è: diagonale ripida su roccette in salita verso sinistra, diagonale più tecnica e MOLTO ESPOSTA in leggera salita verso destra, breve facile scarto a sinistra per le facili roccette finali contornate da piccoli e radi mughi.
La prima diagonale verso sinistra è su un canalino-intaglio con due piccoli balzi di I° grado circa, ed è meno ripida di quanto sembra nella foto che ho pubblicato che è stata fatta da sotto con il grandangolo a 24 mm equivalenti.
(Il primo piccolo balzo si può evitare passando all’esterno su dei gradini ESPOSTI: dipende dalle preferenze personali.)
Poco dopo metà diagonale c’è un chiodo sulla parete di destra.
C’è un altro chiodo al tornantino di svolta per la seconda diagonale verso destra.
Questa seconda diagonale (indicata lunga 8 metri in un libro) è tutta molto esposta su piccoli appoggi, e inizia aggirando una dolce gobba rocciosa che non fa vedere da sotto tutto lo sviluppo del traverso.
Si può definire di II° grado, e nei movimenti centrali bisogna trattenere con le mani per mantenere l’equilibrio; non c’è da far forza con le braccia, ma bisogna star attaccati alle prese giuste (che ci sono) per stare in piedi: in certi punti non si sta fermi e in piedi da soli.
Se ho ben osservato, in questa diagonale si trova una successione di chiodo - chiodo - cordino su clessidra - chiodo - cordino su clessidra, che è tanta roba negli 8 metri dichiarati dal libro che a me sono sembrati un po’ di più (due chiodi non sono visibilissimi in salita e li ho notati solo in discesa).
Il cordino più alto era in condizioni pessime.
Dal cordino più alto, come già scritto sopra, si scarta leggermente a sinistra e si va facilmente fino al grande ometto di vetta.
Ricapitolando: bisogna essere pronti a passare su un II° grado con piccoli appigli ben solidi e molto esposto; ci sono vari chiodi (spit e non spit) e cordini che permettono di attrezzare tutto il percorso (per chi va in gruppo), ma come sempre è meglio portare i propri cordini; a maggior ragione bisogna far affidamento sul proprio materiale per organizzare eventuali calate per la discesa.
(È chiaro che il GPS non è assolutamente affidabile in spazi così ristretti, e pertanto traccia e waypoint di salita al Pizochèt sono alquanto approssimativi: di buono c’è che … salendo e scendendo non verrà in mente di guardare il terminale.)
Chiusura dell’escursione con salita al Monte Pizzocco (anche Pizzoc o Pizzoch) e passaggio per il Monte Piz
Tornati al punto di attacco della salita, si aggira il Pizochèt con il breve tratto di sentiero-cengia e si va in vetta al Pizzocco per la solita via e per ammirare il “solito” panorama da urlo.
In discesa si rientra fino al bivio dove a sinistra si tornerebbe al Bivacco Palia e a destra continua il sentiero CAI 853 per il Rifugio Casera Ere.
Per il Monte Piz si va diritti, e in breve, e quasi in piano, si arriva alla Croce che sta subito dopo il punto più alto.
Da qui c’è un sentiero che scende direttamente al Rifugio Casera Ere per la dorsale sud-ovest.
A tratti è bello ripido e assume quasi l’aspetto di cresta, ma è quasi sempre ben gradinato permettendo ai piedi di appoggiare interamente di piatto.
In pratica bisogna andar piano ma non serve quasi mai far forza con le gambe in trattenuta.
Così si “plana” sopra il Rifugio Casera Ere con dei bei punti di vista verso il Monte Tre Pietre.
Dal rifugio, ancora il sentiero CAI 853 fino alla partenza.
È una breve ma difficile deviazione, che mi ha fatto indicare come DIFFICILE la valutazione dell’intero percorso.
Senza deviazione per il Pizochèt, a mio giudizio, è un percorso medio.
Perché salire il Pizochèt?
Per la vista UNICA verso il pendio finale della vetta del Monte Pizzocco: è un vero punto di osservazione privilegiato.
Avvicinamento al punto di attacco della salita al Monte Pizzocchétto o Pizochet
La via normale escursionistica di salita al Monte Pizzocco ruota intorno allo slargo di Pian del Lach, a cui si può arrivare da diverse direzioni e con più varianti.
Oggi sono salito per il sentiero CAI 851 in direzione del Bivacco Palia.
Prima di incrociare il sentiero CAI 853, ho deviato per la variante indicata con freccetta “ACQUEDOTTO PALIA”.
Passato il manufatto in cemento dell’acquedotto ben nascosto nel bosco, si rientra nel CAI 853 dove c’è un’altra freccetta in legno che indica in direzione discesa “ACQUEDOTTO RONCOI”.
Da qui, passato il Bivacco Palia, si va al bivio con il sentiero che scende verso il Rifugio Casera Ere, e si sale verso destra verso Pian del Lach.
Il Monte Pizzocchétto o Pizochét si intravvede già da un bel po’, e da questa angolazione è “schiacciato dalla prospettiva” contro il Monte Pizzocco: è il lato sud, ma non si vede la via di salita che sta sul fianco est e che minimizza il dislivello da salire dal punto di uscita del sentiero normale.
Da Pian del Lach il sentiero normale punta diretto verso il Pizochèt con taglio diagonale in salita che attraversa, in avvicinamento costante, tutto il versante sud.
Si arriva a un punto ben noto dove il sentiero svolta seccamente a sinistra in versante est con la prima parziale vista sul pendio finale del Monte Pizzocco – pochi metri dopo questa svolta secca c’è il famoso tratto simil-cengia che passa sotto il lato nord del Pizochét per dare accesso al pendio finale.
Il punto di attacco per la cima del Pizochét è proprio sul ripido prato che sta esattamente dove c’è la secca svolta a sinistra, in corrispondenza di un masso ben evidente: non bisogna avanzare verso il tratto di “quasi cengia”, ma bisogna fermarsi alla svolta.
Salita al Monte Pizzocchétto o Pizochèt
Non c’è alcuna segnalazione, segnavia o ometto che indichi l’uscita dal sentiero normale.
Però, accanto al masso sopra citato, si nota un calpestio esile che punta in salita diretta verso la cresta rocciosa est.
Seguendo il calpestio sul ripido prato, si punta un piccolo gendarme che si stacca dalla cresta e crea una micro forcella da cui si può osservare parte del pendio finale del Monte Pizzocco.
Arrivando alla micro forcella si nota sul lato di sinistra un bel cordino rosso agganciato a una clessidra.
Qui inizia il breve tratto difficile, e il senso generale è: diagonale ripida su roccette in salita verso sinistra, diagonale più tecnica e MOLTO ESPOSTA in leggera salita verso destra, breve facile scarto a sinistra per le facili roccette finali contornate da piccoli e radi mughi.
La prima diagonale verso sinistra è su un canalino-intaglio con due piccoli balzi di I° grado circa, ed è meno ripida di quanto sembra nella foto che ho pubblicato che è stata fatta da sotto con il grandangolo a 24 mm equivalenti.
(Il primo piccolo balzo si può evitare passando all’esterno su dei gradini ESPOSTI: dipende dalle preferenze personali.)
Poco dopo metà diagonale c’è un chiodo sulla parete di destra.
C’è un altro chiodo al tornantino di svolta per la seconda diagonale verso destra.
Questa seconda diagonale (indicata lunga 8 metri in un libro) è tutta molto esposta su piccoli appoggi, e inizia aggirando una dolce gobba rocciosa che non fa vedere da sotto tutto lo sviluppo del traverso.
Si può definire di II° grado, e nei movimenti centrali bisogna trattenere con le mani per mantenere l’equilibrio; non c’è da far forza con le braccia, ma bisogna star attaccati alle prese giuste (che ci sono) per stare in piedi: in certi punti non si sta fermi e in piedi da soli.
Se ho ben osservato, in questa diagonale si trova una successione di chiodo - chiodo - cordino su clessidra - chiodo - cordino su clessidra, che è tanta roba negli 8 metri dichiarati dal libro che a me sono sembrati un po’ di più (due chiodi non sono visibilissimi in salita e li ho notati solo in discesa).
Il cordino più alto era in condizioni pessime.
Dal cordino più alto, come già scritto sopra, si scarta leggermente a sinistra e si va facilmente fino al grande ometto di vetta.
Ricapitolando: bisogna essere pronti a passare su un II° grado con piccoli appigli ben solidi e molto esposto; ci sono vari chiodi (spit e non spit) e cordini che permettono di attrezzare tutto il percorso (per chi va in gruppo), ma come sempre è meglio portare i propri cordini; a maggior ragione bisogna far affidamento sul proprio materiale per organizzare eventuali calate per la discesa.
(È chiaro che il GPS non è assolutamente affidabile in spazi così ristretti, e pertanto traccia e waypoint di salita al Pizochèt sono alquanto approssimativi: di buono c’è che … salendo e scendendo non verrà in mente di guardare il terminale.)
Chiusura dell’escursione con salita al Monte Pizzocco (anche Pizzoc o Pizzoch) e passaggio per il Monte Piz
Tornati al punto di attacco della salita, si aggira il Pizochèt con il breve tratto di sentiero-cengia e si va in vetta al Pizzocco per la solita via e per ammirare il “solito” panorama da urlo.
In discesa si rientra fino al bivio dove a sinistra si tornerebbe al Bivacco Palia e a destra continua il sentiero CAI 853 per il Rifugio Casera Ere.
Per il Monte Piz si va diritti, e in breve, e quasi in piano, si arriva alla Croce che sta subito dopo il punto più alto.
Da qui c’è un sentiero che scende direttamente al Rifugio Casera Ere per la dorsale sud-ovest.
A tratti è bello ripido e assume quasi l’aspetto di cresta, ma è quasi sempre ben gradinato permettendo ai piedi di appoggiare interamente di piatto.
In pratica bisogna andar piano ma non serve quasi mai far forza con le gambe in trattenuta.
Così si “plana” sopra il Rifugio Casera Ere con dei bei punti di vista verso il Monte Tre Pietre.
Dal rifugio, ancora il sentiero CAI 853 fino alla partenza.
Waypoints
Waypoint
2,458 ft
01 - Parcheggio a Roncoi di Fuori subito prima dell'inizio del sentiero CAI 851
Waypoint
3,052 ft
02 - Passaggio alla sbarra del parcheggio avanzato per il Rifugio Casera Ere
Waypoint
4,368 ft
03 - Deviazione su variante da sentiero CAI 851 con freccia 'ACQUEDOTTO PALIA'
Waypoint
5,115 ft
04 - Rientro su sentiero CAI 853 con freccia 'ACQUEDOTTO RONCOI'
Waypoint
5,246 ft
06 - Incrocio sentieri per Monte Pizzocco, Forcella Intrigos e Rifugio Casera Ere, e deviazione Monte Piz – primo passaggio
Waypoint
5,934 ft
07 - Pian dei Lach
Waypoint
6,381 ft
09 - Arrivo al canalino di inizio rocce di salita al Monte Pizzocchétto o Pizochèt
Waypoint
6,414 ft
10 - Svolta a destra in salita dopo il primo canalino verso la vetta del Monte Pizzocchetto o Pizochèt
Waypoint
6,430 ft
11 - Fine seconda diagonale verso destra in salita verso la vetta del Monte Pizzocchétto o Pizochèt
Waypoint
6,296 ft
13 - Punto foto alla breve cengia di aggiramento del Monte Pizzocchétto o Pizochèt
Waypoint
6,689 ft
14 - Breve saltino roccioso ben appigliato sul sentiero normale per il Monte Pizzocco
Waypoint
5,246 ft
19 - Incrocio sentieri per Monte Pizzocco, Forcella Intrigos e Rifugio Casera Ere, e deviazione Monte Piz – secondo passaggio
Waypoint
4,925 ft
21 - Punto foto scendendo per la dorsale sud-ovest del Monte Piz verso il Rifugio Casera Ere
Waypoint
4,366 ft
22 - Punto foto scendendo per la dorsale sud-ovest del Monte Piz verso il Rifugio Casera Ere
Waypoint
2,585 ft
24 - Rientro del sentiero CAI 853 su stradetta in località Staolet
Waypoint
2,483 ft
25 - Bivio per accesso stradale verso il parcheggio avanzato per il Rifugio Casera Ere e salita al Monte Pizzocco
Comments (2)
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La foto del monte Agnelezze in mezzo alle nuvole, e la successiva con vista sulle Dolomiti sempre con contorno di nuvole devono averti incantato. Per me sono mozzafiato.
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Information
Easy to follow
Scenery
Very difficult
Il ritorno è stato abbastanza complicato il sentiero era quasi da arrampicata