Alpi Feltrine: Monte Palmàr, Monte Cimone (o Cimón o Col Grande o Col Grand) e Monte Tre Pietre da Valle di Cesiomaggiore
near Bulpan, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Traversata delle creste del Gruppo Tre Pietre – Cimón da fare “obbligatoriamente” con il bel tempo, sia per il panorama che per l’orientamento.
Fattibile anche in senso inverso, e due delle guide che conosco e che citano questo itinerario in effetti lo propongono in senso inverso pur con due avvicinamenti differenti.
Però conosco persone che lo hanno fatto in questo senso e, dopo averlo fatto io stesso, credo sia il migliore in quanto:
DESCRIZIONE AVVICINAMENTO ALLE CIME
Dal parcheggio si ritorna indietro per la stradina asfaltata per circa 250 metri e si svolta a sinistra da dove, per stradette e sentierini vari, si arriva a Case Marianne.
Ci sono altre combinazioni di sentierini per arrivare a Case Marianne.
Inoltre Case Marianne si può raggiungere in auto e fissarlo come punto di partenza dell’escursione (cambiando poi il rientro dal Rifugio Casera Bosc dei Boi).
Da Case Marianne si va al Rifugio Palmar per comodi sentieri con frecce che indicano la via ad ogni bivio.
Dal Rifugio Palmar al Bivacco Casagrande e al Monte Palmar sempre buon sentiero con frecce in legno e scritta “CIMA” ad ogni punto dubbio.
Dalla Croce del Monte Palmar si segue una traccia nel bosco, a tratti incerta ma di logica direzione, che in saliscendi porta all’inizio di una lunga dorsale prativa che finisce sotto il ripido canale da salire verso il Monte Cimone.
Io, per faticare meno, ho calzato i ramponcini da prato o “Fer da Tac” già a inizio dorsale anche se sarebbero veramente di aiuto solo più avanti.
Il canale è bello ripido e si trova anche qualche ometto che indica le linee migliori.
Ho provato, con il sistema dei due bastoncini (ovviamente … quelli con cui stavo camminando), a valutarne la pendenza nei tratti più impegnativi e direi che sta sui 40 gradi.
Se si va con i ramponcini e un ritmo regolare si arriva alla Croce dell’anticima del Monte Cimone senza grandi sprechi di energia: subito panorama da urlo!
Dall’anticima si scende brevemente e si risale un evidente e regolare intaglio erboso nel lato sud della cresta che porta alla doppia cima del Monte Cimone (nella prima punta c’è un piccolo ometto): altro giro di foto.
DESCRIZIONE DEI SEGMENTI DI CRESTA
Le definizioni “facile”, “abbastanza facile”, “niente di speciale” e altro, sono sempre riferite alla media di questa parte e non sono da intendersi in assoluto: la media non è facile.
Ora dal Monte Cimone è ben evidente il percorso da fare per raggiungere la vetta del Monte Tre Pietre.
Si punta una larga forcella in basso a destra che si sfila stando più bassi e, abbassandosi ancora per poco, si sfila anche una fascia rocciosa: terreno ripidino e un po’ scivoloso ma niente di speciale come difficoltà.
Ora si sale un canale le cui tracce di percorrenza erano ben visibili già dal Monte Cimone.
Non si raggiunge la forcella di fine canale perché si svolta a sinistra poco prima per seguire la cresta, stando sempre sotto dal lato sud fino a un ometto che segnala di scavalcare a nord.
Brevissima discesa e poi salita ripida su un netto taglio di mughi che riporta a sud della cresta, e in breve sulla cima del Monte Tre Pietre con gli ultimissimi metri proprio sul filo di cresta.
Dalla cima del Monte Tre Pietre si inizia con un abbastanza facile “esercizio di tagli di mughi”: tagli stretti ma marcati che quasi sempre tengono ben a contatto con le rocce appena sotto cresta.
Si arriva a un ometto più grande della media in un punto chiave.
Appena sotto nella stessa direzione si nota una sosta agganciata a una pietra dove è collegata una corda che permette di scendere una paretina di buon II° grado con un breve tratto anche di III° a mio giudizio.
Si potrebbe aggirare questa paretina per una linea meno difficile ma MOLTO esposta e senza alcuna assicurazione.
La corda è annodata e non è utilizzabile per calarsi con qualche sistema frenante: se si vuole fare una doppia tranquilla bisogna portarsi la propria corda e quant’altro.
Dalla base della paretina si scende un canale erboso non difficile e poi si punta a una forcella sulla destra sempre su terreno erboso: per proseguire non è indispensabile raggiungere la forcella, ma c’è una bella vista dall’altro lato; in tutto questo tratto iniziano i segni rossi.
Dalla forcella si punta una bassa e diagonale fascia rocciosa in lontananza: lungo tratto per lo più erboso con un paio di ometti e tracce ben visibili da lontano.
Sotto la fascia rocciosa si passa un intaglio con ometto sopra.
Fino a qui è tutto semplice come orientamento: è da qui in poi che, come scritto all’inizio, c’è differenza fra un senso e l’altro di percorrenza.
Da sopra la bassa fascia rocciosa si riprende per costanti tagli di mughi che peggiorano velocemente di qualità.
Molti punti dubbi da valutare con calma.
Ho incontrato qualche piccolo ometto, e ognuno era su un punto di svolta poco intuitivo a un primo colpo d’occhio: non è stato facilissimo destreggiarsi, ma alla fine non ho mai dovuto “camminare sopra i mughi”.
Poco prima di arrivare al pendio sopra il Bosc dei Boi (che segna la fine della traversata di cresta) ho incontrato un segno rosso su roccia e due sui tronchi dei primi alberi che si trovano dopo i mughi (sicuramente non ne avrò visti degli altri).
Tutte le varie svolte nei punti più intricati sono “quasi millimetriche” – la traccia della registrazione GPS non può avere quel livello di precisione necessario per capire tutto osservando solo le linee sul monitor del proprio terminale: bisogna fare affidamento sull’osservazione del terreno.
CHIUSURA DELL’ITINERARIO
Dalla testata del pendio del Bosc dei Boi si scende in modo libero e facile al Rifugio Casera Bosc dei Boi, da dove ho seguito, in senso antiorario, il Sentiero Corrado de Bastiani fino alla Chiesa di Sant’Agapito; poi facile sentiero e stradetta fino al parcheggio per chiudere un perfetto anello senza neanche un metro di percorrenza in sovrapposizione.
La parte percorsa del Sentiero Corrado De Bastiani è molto carina e alterna tratti tranquilli a tratti un po’ ripidi e con passi esposti (niente a che vedere, però, con la traversata di cresta).
Si trovano un paio di cavi di sicurezza e un paio di passerelle su salti rocciosi.
Fattibile anche in senso inverso, e due delle guide che conosco e che citano questo itinerario in effetti lo propongono in senso inverso pur con due avvicinamenti differenti.
Però conosco persone che lo hanno fatto in questo senso e, dopo averlo fatto io stesso, credo sia il migliore in quanto:
- Si arriva sulla prima “cima vera” (il Monte Cimone) con zero problemi di orientamento e con terreno, seppur nel finale assai ripido, molto o abbastanza regolare come camminata
- Il tratto fra il Monte Cimone e il Monte Tre Pietre è equivalente nei due sensi
- In generale, la discesa dal Monte Tre Pietre fino al pendio del Bosc dei Boi ha molti più segni visibili che la percorrenza inversa (però non sono molti in assoluto); ad ogni bollo (più spesso quadratino) rosso incontrato mi son sempre girato per controllare se in senso contrario fosse visibile o ce ne fosse un altro: in meno della metà delle volte i segni rossi sono visibili anche nell’altro senso
- Per la conformazione del terreno (e tenendo conto di erba, mughi e altro) i vari piccoli ometti e le tracce a terra sono MOLTO più individuabili dall’alto: anche qui mi son sempre girato per controllare
- Nell’ultima parte in cui i tagli di mughi sono “quasi chiusi” si trova qualche piccolo ometto in mezzo all’erba nei punti di svolta dove sembrano esserci più tagli divergenti: arrivando da sopra si riesce a scorgere questi ometti 5/10 metri prima, da sotto - con l’erba appena cresciuta - non li vedi
- È quest’ultima parte più bassa delle creste ovest che fa la differenza nei due sensi, perché sopra si è in campo più aperto e – anche con meno indicazioni visibili – la direzione è abbastanza intuitiva; se si va in salita in mezzo a questa selva di mughi senza “indovinare sempre il taglio giusto”, c’è il rischio di perdere tanto tempo e sprecare un sacco di energie molto utili per chiudere il giro in tranquillità
- Infine se si affronta per primo il lato ovest si arriverà a metà mattina totalmente contro sole, e anche questo limita la visuale per l’orientamento
DESCRIZIONE AVVICINAMENTO ALLE CIME
Dal parcheggio si ritorna indietro per la stradina asfaltata per circa 250 metri e si svolta a sinistra da dove, per stradette e sentierini vari, si arriva a Case Marianne.
Ci sono altre combinazioni di sentierini per arrivare a Case Marianne.
Inoltre Case Marianne si può raggiungere in auto e fissarlo come punto di partenza dell’escursione (cambiando poi il rientro dal Rifugio Casera Bosc dei Boi).
Da Case Marianne si va al Rifugio Palmar per comodi sentieri con frecce che indicano la via ad ogni bivio.
Dal Rifugio Palmar al Bivacco Casagrande e al Monte Palmar sempre buon sentiero con frecce in legno e scritta “CIMA” ad ogni punto dubbio.
Dalla Croce del Monte Palmar si segue una traccia nel bosco, a tratti incerta ma di logica direzione, che in saliscendi porta all’inizio di una lunga dorsale prativa che finisce sotto il ripido canale da salire verso il Monte Cimone.
Io, per faticare meno, ho calzato i ramponcini da prato o “Fer da Tac” già a inizio dorsale anche se sarebbero veramente di aiuto solo più avanti.
Il canale è bello ripido e si trova anche qualche ometto che indica le linee migliori.
Ho provato, con il sistema dei due bastoncini (ovviamente … quelli con cui stavo camminando), a valutarne la pendenza nei tratti più impegnativi e direi che sta sui 40 gradi.
Se si va con i ramponcini e un ritmo regolare si arriva alla Croce dell’anticima del Monte Cimone senza grandi sprechi di energia: subito panorama da urlo!
Dall’anticima si scende brevemente e si risale un evidente e regolare intaglio erboso nel lato sud della cresta che porta alla doppia cima del Monte Cimone (nella prima punta c’è un piccolo ometto): altro giro di foto.
DESCRIZIONE DEI SEGMENTI DI CRESTA
Le definizioni “facile”, “abbastanza facile”, “niente di speciale” e altro, sono sempre riferite alla media di questa parte e non sono da intendersi in assoluto: la media non è facile.
Ora dal Monte Cimone è ben evidente il percorso da fare per raggiungere la vetta del Monte Tre Pietre.
Si punta una larga forcella in basso a destra che si sfila stando più bassi e, abbassandosi ancora per poco, si sfila anche una fascia rocciosa: terreno ripidino e un po’ scivoloso ma niente di speciale come difficoltà.
Ora si sale un canale le cui tracce di percorrenza erano ben visibili già dal Monte Cimone.
Non si raggiunge la forcella di fine canale perché si svolta a sinistra poco prima per seguire la cresta, stando sempre sotto dal lato sud fino a un ometto che segnala di scavalcare a nord.
Brevissima discesa e poi salita ripida su un netto taglio di mughi che riporta a sud della cresta, e in breve sulla cima del Monte Tre Pietre con gli ultimissimi metri proprio sul filo di cresta.
Dalla cima del Monte Tre Pietre si inizia con un abbastanza facile “esercizio di tagli di mughi”: tagli stretti ma marcati che quasi sempre tengono ben a contatto con le rocce appena sotto cresta.
Si arriva a un ometto più grande della media in un punto chiave.
Appena sotto nella stessa direzione si nota una sosta agganciata a una pietra dove è collegata una corda che permette di scendere una paretina di buon II° grado con un breve tratto anche di III° a mio giudizio.
Si potrebbe aggirare questa paretina per una linea meno difficile ma MOLTO esposta e senza alcuna assicurazione.
La corda è annodata e non è utilizzabile per calarsi con qualche sistema frenante: se si vuole fare una doppia tranquilla bisogna portarsi la propria corda e quant’altro.
Dalla base della paretina si scende un canale erboso non difficile e poi si punta a una forcella sulla destra sempre su terreno erboso: per proseguire non è indispensabile raggiungere la forcella, ma c’è una bella vista dall’altro lato; in tutto questo tratto iniziano i segni rossi.
Dalla forcella si punta una bassa e diagonale fascia rocciosa in lontananza: lungo tratto per lo più erboso con un paio di ometti e tracce ben visibili da lontano.
Sotto la fascia rocciosa si passa un intaglio con ometto sopra.
Fino a qui è tutto semplice come orientamento: è da qui in poi che, come scritto all’inizio, c’è differenza fra un senso e l’altro di percorrenza.
Da sopra la bassa fascia rocciosa si riprende per costanti tagli di mughi che peggiorano velocemente di qualità.
Molti punti dubbi da valutare con calma.
Ho incontrato qualche piccolo ometto, e ognuno era su un punto di svolta poco intuitivo a un primo colpo d’occhio: non è stato facilissimo destreggiarsi, ma alla fine non ho mai dovuto “camminare sopra i mughi”.
Poco prima di arrivare al pendio sopra il Bosc dei Boi (che segna la fine della traversata di cresta) ho incontrato un segno rosso su roccia e due sui tronchi dei primi alberi che si trovano dopo i mughi (sicuramente non ne avrò visti degli altri).
Tutte le varie svolte nei punti più intricati sono “quasi millimetriche” – la traccia della registrazione GPS non può avere quel livello di precisione necessario per capire tutto osservando solo le linee sul monitor del proprio terminale: bisogna fare affidamento sull’osservazione del terreno.
CHIUSURA DELL’ITINERARIO
Dalla testata del pendio del Bosc dei Boi si scende in modo libero e facile al Rifugio Casera Bosc dei Boi, da dove ho seguito, in senso antiorario, il Sentiero Corrado de Bastiani fino alla Chiesa di Sant’Agapito; poi facile sentiero e stradetta fino al parcheggio per chiudere un perfetto anello senza neanche un metro di percorrenza in sovrapposizione.
La parte percorsa del Sentiero Corrado De Bastiani è molto carina e alterna tratti tranquilli a tratti un po’ ripidi e con passi esposti (niente a che vedere, però, con la traversata di cresta).
Si trovano un paio di cavi di sicurezza e un paio di passerelle su salti rocciosi.
Waypoints
Waypoint
2,075 ft
01 - Parcheggio a Valle di Cesiomaggiore
Waypoint
2,106 ft
02 - Bivio con inizio Sentiero Corrado de Bastiani in senso antiorario
Waypoint
2,159 ft
03 - Case Marianne dov'è possibile arrivare in auto per partenza alternativa dell'escursione
Waypoint
4,316 ft
06 - Presa acqua con rubinetto per Ricovero Virgilio Casagrande
Waypoint
5,051 ft
08 - Punto foto a inizio pendii erbosi per Monte Cimone o Cimón o Col Grande o Col Grand
Waypoint
6,313 ft
13 - Passaggio temporaneo a nord della cresta fra il Monte Cimone e il Monte Tre Pietre
Waypoint
6,000 ft
20 - Piccolo intaglio roccioso alla fine di un lungo traverso su pendio erboso con ometti
Waypoint
5,446 ft
21 - Testata pendio sopra il Bosc dei Boi e fine creste di discesa dal Monte Tre Pietre
Waypoint
2,540 ft
24 - Rientro in breve tratto di stradetta finale cemento-asfalto
Comments (8)
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Una vista impagabile che lenisce la fatica della salita e soprattutto della discesa!
Ciao Befania,
grazie per il commento positivo e per aver confermato quello che ho definito “panorama da urlo”.
Sicuramente l’autunno è il periodo migliore per godere la super-vista.
Hai fatto bene a rimarcare che anche in discesa si fatica, per lo meno a livello di concentrazione.
Buon cammino! 😉
Buona sera ZioMario, come posso fare per contattarla in privato? Grazie
Ciao Paolo,
se entri nelle impostazioni del tuo profilo (cliccando sui classici “ingranaggi” come in tutte le app web o meno) c’è la sezione “Impostazioni sulla privacy”.
In questa sezione devi spuntare la casella “Abilita messaggi privati”.
Fatto questo, quando clicchi sulla mia icona ed entri nell’elenco dei miei percorsi, dovresti vedere un nuovo pulsante sotto la mia foto: è il pulsante “Invia messaggio privato”.
Cliccando su quello si apre una nuova finestra dove scrivi quello che ti pare ed arriva a me tramite Wikiloc in forma anonima nel senso che non vedo tuoi riferimenti email o telefonici privati.
Naturalmente da quel momento posso anch’io scriverti nella stessa forma, oppure ti scrivo/telefono direttamente se mi mandi i tuoi dati che posso vedere solo io.
Spero di essermi spiegato bene.
Ci sentiamo. 😉
Salve, lei si è spiegato bene sono io che sbaglio qualcosa e non riesco a scriverle, comunque volevo chiederle se più avanti era possibile fare insieme questo giro. Mi piacerebbe farlo ma insieme a qualcuno esperto. Grazie ancora naturalmente senza impegno.
Ciao Paolo,
a parte i normali itinerari di allenamento-mantenimento più vicini a casa mia sul Monte Grappa, non ripercorro mai lo stesso percorso, tranne rifacimenti parziali all’interno di alternative che «creano una storia diversa».
Se rifaccio un itinerario completo è solo perché durante la prima percorrenza ho intuito uno sviluppo … senza capirlo del tutto.
In quest’ultimo caso il ritorno è finalizzato a capire il nuovo sviluppo e tendo a perdere molto tempo al di fuori del percorso base.
Prima o poi penso che riandrò sul Tre Pietre per una traversata dalla Val Canzoi alla zona di San Gregorio nelle Alpi, ma ben difficilmente sarà nel 2023.
Se non ti senti sicuro di provare subito il giro qui pubblicato, puoi provare una andata-ritorno sulla prima parte fino al Monte Cimone per prendere familiarità con le “zone alte” del Tre Pietre.
Se arrivi sul Monte Cimone senza problemi puoi proseguire in andata-ritorno fino al Tre Pietre.
Conoscendo bene questa metà del giro poi – in una seconda uscita – è più facile aggiungere l’altra metà che è la più complicata come orientamento.
È il metodo progressivo che uso io sulle montagne che non conosco e di cui ho poche info.
Buon cammino! 😉
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Information
Easy to follow
Scenery
Experts only
Grande Zione, sei un grande. Bellissimo percorso e grande descrizione. Ho fatto il percorso nel verso opposto al tuo perché la discesa mi sembrava un po' troppo tecnica, motivo per il quale ho messo difficoltà per esperti. Il tratto dalla corda alla cima principale è molto tecnico ed esposto. Facendolo in questo giorni si trova un po' di neve nel piccolo tratto che si espone a nord fra le creste.
Ciao senza zucchero,
mi fa molto piacere che hai apprezzato questo itinerario: è tra i miei preferiti sul lato sud del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Buone escursioni e … complimenti per il nickname che ti sei scelto❗😊