Alla ricerca delle tracce dei dinosauri. Monte Cagno - Monte Ocre - Vallone della Cavigliara da Rocca di Cambio

Durante il Cretaceo Inferiore l'area dell'Altipiano delle Rocche era una terra di transito per le specie animali che si spostavano da quel grande continente chiamato Gondwana all'altro situato più a nord e chiamato Laurasia. Le aree di passaggio erano costituite anche da piattaforme carbonatiche simili agli atolli delle isole Bahamas circondate dall'immenso oceano Tetide. Tra le varie specie migranti c'erano quelle appartenenti alla clade dei dinosauri saurischi chiamati Teropodi per via delle impronte rinvenute sino a noi dei loro piedi simili a quelle degli struzzi.
Queste impronte rinvenute nel 2006 sotto la vetta del Monte Cagno e appartenute alla specie risalente al Cretaceo Inferiore, più precisamente al periodo Aptiano, circa 125/130 milioni di anni fa, sono visibili grazie al distaccamento di depositi rocciosi solidificatisi in epoche successive. L'impronta di uno di questi teropodi accovacciato in posizione di riposo ha reso possibile inquadrarne le dimensioni e appurare che si tratta della specie di teropode più grande d'Italia.

L'escursione articolata tra passaggi complessi e altri più semplici nasce dal desiderio di far parte di quella schiera di uomini fortunati che hanno avuto la possibilità di osservare da vicino le impronte di dinosauri sul luogo in cui questi hanno transitato. La traccia (ce ne sono altre che si possono scegliere) offre quindi un'alternativa a chi volesse, di appagare una curiosità culturale abbinandola ad una escursione montanara tra il classico e l'esplorativo.

Con Gigi si parte da Rocca di Cambio, si sale agevolmente verso la Chiesetta degli Alpini, si prosegue sul sentiero che conduce alla croce con affaccio sull'Altipiano delle Rocche, qui si lascia scorrere lo sguardo sul panorama meraviglioso che comprende tutte le vette visibili del Gran Sasso, la Majella e il Sirente mentre alle spalle la Serra Lunga col Monte Rotondo chiudono il quadro d'insieme.
Si sale di nuovo verso la seconda croce, il panorama resta lo stesso ma un piccolo stazzo in rovina ci ricorda come queste aree ora di transito per gli escursionisti siano state una volta terra di duro lavoro per pastori e zone di transumanza.
Si deve salire ancora per intercettare il punto dal quale iniziare la discesa per la parete con le impronte. Non vi sono indicazioni, bolli o segni, l'importante è fare attenzione alla pendenza del traverso che si deve affrontare cercando di scendere di quota molto gradualmente. Lungo il tracciolino erboso si incontra un masso bianco dove qualcuno ha messo qualche sasso in superficie ad indicare che si tratta della via giusta. Si scavalla una cengietta poco esposta e si accede al canalone che conserva la grande piattaforma calcarea con le impronte dei teropodi.

Per risalire sul crinale abbiamo optato la soluzione più logica, ovvero costeggiare la parete con le impronte e impettare sino a ricongiungerci con il sentiero per il Monte Cagno. Si tratta all'incirca di 100m di dislivello spalmati su 400m circa di erba e massi.

Dal sentiero si raggiungono le due croci del Monte Cagno. Altitudine di 2153m con panorama splendido!
Si prosegue per il Monte Ocre rimanendo sempre in cresta. Poco più di 2km e si arriva in vetta a quota 2202m.
Per scendere alla valle delle Setteacque noi abbiamo optato per un fuori sentiero su breccia, ginepri ed erba, altrimenti si deve seguire il sentiero sino alla sella dei Tre Bauzi e raggiungerla anche in quel caso fuori sentiero.
La valle delle Setteacque e ricca di animali al pascolo, genziana e rivoli d'acqua, si segue lo stradello pastorale sino alla base del Monte Cavigliara e poi lungo il sentiero che conduce al bivio con il Colle di Forcamiccia, qui si scende lungo la Valle Cavigliara. Non vi sono bolli ma omini in pietra, se si segue immediatamente il canalone si risparmiano fatiche seguendo i passaggi degli animali a mezzacosta che possono ingannare facilmente.
Lungo il vallone non ci si deve aspettare un classico sentiero battuto e pulito. Si passano tratti con alberi caduti, piccoli saltelli di rocce creati dall'erosione delle acque e un pò di erba alta, ma nulla di più. Verso valle iniziano ad apparire delle scritte GT1 sui sassi e sui tronchi degli alberi. Un piccolo passaggio tra i faggi bassi e contorti e si intercetta la strada pastorale che sale da Rocca di Cambio per Forcamiccia.
La strada diventa carrareccia e conduce sulla via asfaltata SS696. Per evitare di chiudere l'anello sull'asfalto seguiamo le indicazioni di Paolo, simpatico ragazzo conosciuto sul Monte Ocre e che si è aggregato a noi per la via del ritorno e tagliamo a mezzacosta riprendendo il sentiero per la Chiesetta degli Alpini chiudendo nel modo giusto l'anello.

Chiudo sottolineando che la traccia ha passaggi complessi per chi non ha pratica di traversi con forte pendenza, che fare questo tipo di tratti con erba bagnata, nebbia e condizioni avverse può risultare fatale e che se non si possiede il giusto equipaggiamento, soprattutto le scarpe giuste, è meglio vedere le impronte dalle foto o nei video sul web.