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7 - Da Castelmezzano a Pietrapertosa

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Trail stats

Distance
8.21 mi
Elevation gain
3,363 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
2,884 ft
Max elevation
3,286 ft
TrailRank 
32
Min elevation
2,242 ft
Trail type
One Way
Time
4 hours 26 minutes
Coordinates
628
Uploaded
March 4, 2024
Recorded
January 2023
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near Castelmezzano, Basilicata (Italia)

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Itinerary description

Giunti a Castelmezzano, vero e proprio paese-presepe incastonato nelle Dolomiti Lucane, restiamo stupiti dalla bellezza del luogo: è una delle zone più affascinanti della regione, non a caso annoverata tra I Borghi più belli d’Italia. Una sorta di magia avvolge il nostro sguardo che è come se fosse quasi paralizzato dalla bellezza geomorfologica del sito. Iniziamo il cammino dal centro storico, punto di riferimento è il Palazzo Ducale. Da qui seguiamo le indicazioni che dalle viuzze urbane ci portano alla gradinata normanna. Una volta in cima, diamo uno sguardo alle rocce di svariata fattezza che ci circondano, godiamo di numerosi scorci panoramici sulle valli del Fiume Basento, del Torrente Caperrino, dell’orografia del luogo e di come l’uomo si sia adattato a costruire questo borgo arroccato e nascosto nella roccia dolomitica. Una volta scesi dal punto più alto del paese, abbiamo due opzioni: la prima, per chi volesse allungare il cammino di qualche chilometro, vede la possibilità di seguire il Sentiero 710, che forma un anello a monte del paese e rispunta poi a valle sulla SP13; la seconda, invece, ci porta direttamente verso il Sentiero delle Sette Pietre e ci ricongiunge direttamente a Pietrapertosa. Volendo fare il cammino completo ci avviamo lungo il sentiero che si snoda prima nei vicoli cittadini; poi, una volta abbandonato il centro storico, su un sentiero tracciato con selciato che si inerpica fino alla cresta da cui parte il Volo dell’Angelo. La passeggiata è davvero degna di nota e per 4 km il nostro pensiero è completamente assorto nella bellezza del luogo, poi ci immettiamo sulla SP13 per 1 km, strada ormai in disuso e dedita ad attività di outdoor, fino a quando non ritorniamo nel centro storico. Eccoci di nuovo nelle viuzze cittadine, tra negozi di artigianato e giochi di colori che la pietra offre, continuiamo il nostro viaggio e seguiamo la cartellonistica per il Percorso delle Sette Pietre. Cammino che recupera un antico sentiero contadino di circa 2 km, che collega i comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano. Il tratto si sviluppa su quote variabili, dai 770 metri di Castelmezzano scende a 660 nella valle attraversata dal torrente Caperrino e risale ai 920 di Pietrapertosa. Un percorso magico, ancestrale, di grande valenza storico-antropologica, immerso in una natura arcaica. Passo dopo passo ogni storia che il sentiero racconta sembra palesarsi e l’immaginario prende forma nelle nostre menti. Lungo questo sentiero segnaliamo altresì che è possibile trovare l’inizio delle due vie ferrate e il ponte nepalese, che richiedono l’attrezzatura di sicurezza e una giusta preparazione. Insomma, per chi volesse restare anche un altro giorno, le Dolomiti Lucane offrono ulteriori possibilità. Usciti dal sentiero ci troviamo direttamente in un altro tra I Borghi più belli d’Italia: Pietrapertosa. Vicoli, scalinate, scorci d’autore, camminiamo e siamo rapiti dalla suggestiva e unica conformazione del posto: sorto durante la dominazione saracena, divenne poi fortezza normanno sveva, e grazie alla sua posizione strategica, quasi inaccessibile, Pietrapertosa domina tutto il territorio circostante. Oggi, di questo passato glorioso restano la Rabata (o Arabata) e i resti del castello, ma la prima cosa che si nota è lo straordinario selciato cittadino ricamato nella roccia dolomitica. Si decide di partire dalla scalinata, la parte del paese in cui sono presenti pitture rupestri e le cosiddette scalelle, struttura urbana di vicoli e gradinate che narrano di connessioni tra i livelli dell’abitato, e che conferma l’abitare simbiotico della comunità con il suo paesaggio di rocce. La salita conduce alla Chiesa di San Cataldo, cappella del 1739. Dopo una dovuta visita nel luogo sacro è d’obbligo fermarsi per una veloce sosta e apprezzare quanto il panorama offre. Ripartendo inizia il percorso tra le rocce e lungo il quale si trovano i cartelli con le descrizioni delle rocce antropomorfe: è davvero suggestivo soffermarsi ed ammirare le sculture che la natura ha creato con le piogge ed il vento sulle pietre dolomitiche, che oggi hanno le forme di incudine, le facce d’uomo e d’animali. Si arriva alle pendici del castello, al di sotto del quale si sviluppa il nucleo di prima formazione del centro abitato attuale, che conserva ancora oggi il nome di origine saracena, la Rabata. Dalle rocce si scende e si arriva alla Chiesa di San Giacomo, la Chiesa Madre il cui campanile sovrasta tutto il paese. Si passa in un vicolo che percorre la parte bassa dell’abitato, oltre il quale vi è un belvedere. Il percorso si inerpica in un bellissimo boschetto di abeti fino ad arrivare in cima ad un colle dal quale si vede tutto il borgo. Le case disposte dall’alto verso il basso si adattano all’andamento del terreno, tanto che, addossate alla roccia, la utilizzano come parete. Si riconosce in questo ambito la struttura di quella casa minima di origine medievale a schieramento monocellulare, con due assi di finestre, rappresentazione dell’edilizia derivata da esigenze funzionali.

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