619 PERCORSO DEI 10 CAPITELLI
near Soave, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Il percorso comincerebbe da Monteforte ma io mi sono immesso da Soave, da via Castello Scaligero, dove c'è la Via Crucis.
Estratto da wikipedia
Soave (Soàve in veneto[3]) è un comune italiano di 7 149 abitanti della provincia di Verona in Veneto, Bandiera arancione del Touring Club Italiano.
È noto per il castello Scaligero e il tipico vino che porta il suo nome.
Soave dista circa 20 chilometri (in linea d'aria) da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione est.
È facilmente raggiungibile prendendo l'autostrada A4 (uscita Soave-San Bonifacio), mentre la stazione ferroviaria più vicina è quella di San Bonifacio.
Il territorio comunale ha un'altitudine che varia dai 25 metri della Bassa agli oltre 400 dell'area collinare vinicola ai piedi dei Monti Lessini, mentre il capoluogo comunale sorge a 40 m s.l.m..
Si trova allo sbocco della Val Tramigna e poco distante dalla Val d'Alpone. Dalle sue colline, nelle giornate particolarmente terse si possono osservare i profili dei Monti Berici e dei Colli Euganei.
Come giurisdizione ecclesiastica il Comune di Soave comprende le parrocchie di Soave, Castelcerino, Fittà, Castelletto e Costeggiola[4].
Origini del nome
La derivazione del toponimo del paese è oscura: c'è chi dice venga dai Suaves (citati da Paolo Diacono nella celebre Historia Langobardorum) ovvero gli Svevi (nell'italiano medievale sono scritti come Soavi), popolazione che, con le invasioni barbariche, si stanziò nell'Italia settentrionale e che venne sottomessa dai Longobardi. Una bolla di Papa Eugenio III (1145) chiama il paese Suavium ovvero terra dei Soavi (a sua volta leggibile come terra degli Svevi).
Storia
Le mura della città con Porta Verona
Per l'epoca romana abbiamo, come testimonianza, i sepolcreti della frazione Castelletto, quello di contrada Cernìga, quello nei pressi della chiesetta della Bassanella ed altri. Inoltre alcune lapidi vennero studiate dal Mommsen. Probabilmente, vista la vicinanza, Soave era un pagus importante nei pressi della Via Postumia. Nel 932, un diacono, tale Dagilberto, fa testamento e dispone in eredità beni posti in Soave. Documento più importante è quello che attesta per la prima volta l'esistenza del castello (934), in un secolo dove gli Ungari penetrano nell'Europa Occidentale. In realtà è probabile che il castello sorga su un antico fortilizio romano.
Nel 1029 abbiamo la Pieve di San Lorenzo segnalata tra le 48 Vicarie Foranee della Diocesi di Verona. È probabile che la chiesa fosse ubicata nel Borgo San Lorenzo, sulla strada per Monteforte d'Alpone.
Con il trattato di Campoformio (1797) cadeva la Serenissima e iniziava la dominazione austriaca che, nel 1805, ritornò francese; Soave divenne centro del Distretto della Tramigna comprendente anche Caldiero, Colognola ai Colli e Illasi.
Nel 1809 ci furono scontri tra austriaci e francesi in un'area tra Cazzano di Tramigna e Soave. Con il Congresso di Vienna (1815), il Veneto passò nel Regno Lombardo Veneto fino a quando, nel 1866, anche Soave entrò a far parte del Regno d'Italia.
da www.soaveturismo.it
I dieci capitelli
Descrizione della passeggiata
Partendo da Piazza Venturi a Monteforte d’Alpone, il primo capitello che si incontra sorge al margine della stradina che collega la Val Ponsara con la Valle dell’Acqua. Il capitello di fattura artigianale rappresenta la Madonna con Gesù.
Il percorso procede verso nord, laddove sorge un casolare circondato da tre pini, si svolta a sinistra. La strada comincia a salire progressivamente. Ma all’uscita di una curva arriva l’invito a sostare del capitello di San Pietro (2): una barca a vela di lineare semplicità, collegata (1980) al margine del podere dai fratelli Veneri per onorare la memoria del prete. La sosta consente di osservare un pugno di case nella Valle dell’Acqua e, al di là del Tramenalto, la Valvarina emergente sulla linea collinare che a Nord si congiunge col Gruppo del Carega.
Si riprende a salire e più avanti la strada finalmente si spiana un po’: a sinistra, da un’incurvatura dei colli, fa capolino il Castello Scaligero di Soave. Si arriva al capitello del Foscarin (3), dedicato alla Sacra Famiglia, ai piedi di un costone arido e brullo, il più elevato colle della zona. Lì vicino vivacizzano l’ambiente alcuni ulivi e una macchia di robinie, bianche a primavera.
Riprendendo il cammino, s’imbocca sulla sinistra una discesa che a tratti si fa ripida, fino al 4° capitello, dove si trova la Madonna con il Bambino.
Più avanti si prende la strada che porta a Soave e il paesaggio cambia: appaiono alcuni paesi adagiati nella piana o arrampicati ai fianchi delle colline. Intanto il profilo del castello si delinea più chiaramente, ma giunti in vista della periferia di Soave bisognerà volgere a sinistra e affrontare la salita che porta nel territorio di Monteforte d’Alpone. La salita continua e sbocca proprio davanti al capitello di San Vincenzo Ferreri (4), protettore dei vigneti contro la grandine e, a sua volta, protetto da un pino solitario e severo. E’ la zona del Pigno. Da qui in avanti il cammino diventa piuttosto agevole perché la strada si snoda quasi sempre sul crinale.
C’è una deviazione che consente di visitare il 6° capitello, quello della Bassanella (6). Nella nicchia un dipinto vagamente naif raffigura la Madonna, alla quale è rivolta un’invocazione specifica: benedici il frutto del nostro lavoro”.
Continuando sul versante che guarda a Soave, si giunge a “Piazza Scheeti”, una specie di balcone aperto sulla Pianura Padana. Qui vale la pena di sostare per la ricchezza del panorama. A volte, lungo l’orizzonte, si riescono a scorgere gli Appennini, mentre a destra si vede il castello di Illasi. Al termine della deviazione si ritorna sulla strada del crinale, si supera il confine tra Monteforte e Soave e si giunge al 7° capitello, dedicato a San Giuseppe (7).
In breve tempo si scende all’8° capitello: un Cristo in Croce (8), chiuso in una nicchia triangolare sostenuta da una colonna.
Lasciando sulla sinistra la Froscà, con i suoi chiari sentieri che ne tagliano la costa, si entra nella zona di Zoppega, dove nel 1899 fu costruito un capitello in onore della Madonna Auxilium Christianorum, ora “Regina Pacis” (9).
Finalmente si raggiunge l’ultimo capitello, quello di San Rocheto (10), testimone delle sedute che ai tempi andati i “Parlamentari” della contrada tenevano sull’antistante muretto. Ancora pochi passi e si ritorna al punto di partenza, nel centro di Monteforte d’Alpone.
Estratto da wikipedia
Soave (Soàve in veneto[3]) è un comune italiano di 7 149 abitanti della provincia di Verona in Veneto, Bandiera arancione del Touring Club Italiano.
È noto per il castello Scaligero e il tipico vino che porta il suo nome.
Soave dista circa 20 chilometri (in linea d'aria) da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione est.
È facilmente raggiungibile prendendo l'autostrada A4 (uscita Soave-San Bonifacio), mentre la stazione ferroviaria più vicina è quella di San Bonifacio.
Il territorio comunale ha un'altitudine che varia dai 25 metri della Bassa agli oltre 400 dell'area collinare vinicola ai piedi dei Monti Lessini, mentre il capoluogo comunale sorge a 40 m s.l.m..
Si trova allo sbocco della Val Tramigna e poco distante dalla Val d'Alpone. Dalle sue colline, nelle giornate particolarmente terse si possono osservare i profili dei Monti Berici e dei Colli Euganei.
Come giurisdizione ecclesiastica il Comune di Soave comprende le parrocchie di Soave, Castelcerino, Fittà, Castelletto e Costeggiola[4].
Origini del nome
La derivazione del toponimo del paese è oscura: c'è chi dice venga dai Suaves (citati da Paolo Diacono nella celebre Historia Langobardorum) ovvero gli Svevi (nell'italiano medievale sono scritti come Soavi), popolazione che, con le invasioni barbariche, si stanziò nell'Italia settentrionale e che venne sottomessa dai Longobardi. Una bolla di Papa Eugenio III (1145) chiama il paese Suavium ovvero terra dei Soavi (a sua volta leggibile come terra degli Svevi).
Storia
Le mura della città con Porta Verona
Per l'epoca romana abbiamo, come testimonianza, i sepolcreti della frazione Castelletto, quello di contrada Cernìga, quello nei pressi della chiesetta della Bassanella ed altri. Inoltre alcune lapidi vennero studiate dal Mommsen. Probabilmente, vista la vicinanza, Soave era un pagus importante nei pressi della Via Postumia. Nel 932, un diacono, tale Dagilberto, fa testamento e dispone in eredità beni posti in Soave. Documento più importante è quello che attesta per la prima volta l'esistenza del castello (934), in un secolo dove gli Ungari penetrano nell'Europa Occidentale. In realtà è probabile che il castello sorga su un antico fortilizio romano.
Nel 1029 abbiamo la Pieve di San Lorenzo segnalata tra le 48 Vicarie Foranee della Diocesi di Verona. È probabile che la chiesa fosse ubicata nel Borgo San Lorenzo, sulla strada per Monteforte d'Alpone.
Con il trattato di Campoformio (1797) cadeva la Serenissima e iniziava la dominazione austriaca che, nel 1805, ritornò francese; Soave divenne centro del Distretto della Tramigna comprendente anche Caldiero, Colognola ai Colli e Illasi.
Nel 1809 ci furono scontri tra austriaci e francesi in un'area tra Cazzano di Tramigna e Soave. Con il Congresso di Vienna (1815), il Veneto passò nel Regno Lombardo Veneto fino a quando, nel 1866, anche Soave entrò a far parte del Regno d'Italia.
da www.soaveturismo.it
I dieci capitelli
Descrizione della passeggiata
Partendo da Piazza Venturi a Monteforte d’Alpone, il primo capitello che si incontra sorge al margine della stradina che collega la Val Ponsara con la Valle dell’Acqua. Il capitello di fattura artigianale rappresenta la Madonna con Gesù.
Il percorso procede verso nord, laddove sorge un casolare circondato da tre pini, si svolta a sinistra. La strada comincia a salire progressivamente. Ma all’uscita di una curva arriva l’invito a sostare del capitello di San Pietro (2): una barca a vela di lineare semplicità, collegata (1980) al margine del podere dai fratelli Veneri per onorare la memoria del prete. La sosta consente di osservare un pugno di case nella Valle dell’Acqua e, al di là del Tramenalto, la Valvarina emergente sulla linea collinare che a Nord si congiunge col Gruppo del Carega.
Si riprende a salire e più avanti la strada finalmente si spiana un po’: a sinistra, da un’incurvatura dei colli, fa capolino il Castello Scaligero di Soave. Si arriva al capitello del Foscarin (3), dedicato alla Sacra Famiglia, ai piedi di un costone arido e brullo, il più elevato colle della zona. Lì vicino vivacizzano l’ambiente alcuni ulivi e una macchia di robinie, bianche a primavera.
Riprendendo il cammino, s’imbocca sulla sinistra una discesa che a tratti si fa ripida, fino al 4° capitello, dove si trova la Madonna con il Bambino.
Più avanti si prende la strada che porta a Soave e il paesaggio cambia: appaiono alcuni paesi adagiati nella piana o arrampicati ai fianchi delle colline. Intanto il profilo del castello si delinea più chiaramente, ma giunti in vista della periferia di Soave bisognerà volgere a sinistra e affrontare la salita che porta nel territorio di Monteforte d’Alpone. La salita continua e sbocca proprio davanti al capitello di San Vincenzo Ferreri (4), protettore dei vigneti contro la grandine e, a sua volta, protetto da un pino solitario e severo. E’ la zona del Pigno. Da qui in avanti il cammino diventa piuttosto agevole perché la strada si snoda quasi sempre sul crinale.
C’è una deviazione che consente di visitare il 6° capitello, quello della Bassanella (6). Nella nicchia un dipinto vagamente naif raffigura la Madonna, alla quale è rivolta un’invocazione specifica: benedici il frutto del nostro lavoro”.
Continuando sul versante che guarda a Soave, si giunge a “Piazza Scheeti”, una specie di balcone aperto sulla Pianura Padana. Qui vale la pena di sostare per la ricchezza del panorama. A volte, lungo l’orizzonte, si riescono a scorgere gli Appennini, mentre a destra si vede il castello di Illasi. Al termine della deviazione si ritorna sulla strada del crinale, si supera il confine tra Monteforte e Soave e si giunge al 7° capitello, dedicato a San Giuseppe (7).
In breve tempo si scende all’8° capitello: un Cristo in Croce (8), chiuso in una nicchia triangolare sostenuta da una colonna.
Lasciando sulla sinistra la Froscà, con i suoi chiari sentieri che ne tagliano la costa, si entra nella zona di Zoppega, dove nel 1899 fu costruito un capitello in onore della Madonna Auxilium Christianorum, ora “Regina Pacis” (9).
Finalmente si raggiunge l’ultimo capitello, quello di San Rocheto (10), testimone delle sedute che ai tempi andati i “Parlamentari” della contrada tenevano sull’antistante muretto. Ancora pochi passi e si ritorna al punto di partenza, nel centro di Monteforte d’Alpone.
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Comments (11)
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Un fantastico contesto naturalistico con panorami sulle vigne del Soave Classico.
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Scenery
Moderate
Bellissimo percorso
Ti ringrazio. Ciao
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Easy to follow
Scenery
Easy
Bel giro tra i vigneti del Soave classico, non troppo impegnativo
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Ciao
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Scenery
Easy
Bellissimo! Immersa nel silenzio dei vigneti
Verissimo!
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Easy to follow
Scenery
Easy
Ho fatto questo percoso, solo che ho lasciato l'auto in via Covergnino, fuori dalle mura gratuitamente. Ho seguito praticamente quasi tutta la tua traccia pari pari ma la mia l'ho fermata alla Bigoleria alla Rocca, dove ci siamo fermati per pranzo e nel pomeriggio abbiamo visitato il Castello Scaligero.
Il percorso si svolge su terreno sterrato e asfaltato (asfalto grezzo e stradale) in certi punti diventa un po' fangoso, quindi é meglio evitare di fare il cammino dopo piogge abbondanti e comunque é meglio avere un paio di scarpe di ricambio, meglio scarpe basse da trekking, oppure scarpe comode da ginnastica. Io ho fatto il giro a inizio gennaio, tra nebbia e un timido sole, nel mezzo del riposo vegetativo, consigliato é sicuramente il periodo primaverile e autunnale, evitando quando fa troppo caldo.
Grazie per la traccia.
Prego, mi fa piacere che ti sia piaciuto
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Easy to follow
Scenery
Easy
Bel giro ma non semplicissimo da seguire, ogni tanto non trovavo i cartelli
Quando possibile è quindi meglio seguire la traccia con ricevitore satellitare o app su cellulare o stamparsi la mappa cartacea. Grazie della segnalazione