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3 - Da Lauria a Monte Sirino

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Trail stats

Distance
13.78 mi
Elevation gain
3,694 ft
Technical difficulty
Very difficult
Elevation loss
873 ft
Max elevation
4,616 ft
TrailRank 
28
Min elevation
2,065 ft
Trail type
One Way
Time
6 hours 44 minutes
Coordinates
645
Uploaded
March 4, 2024
Recorded
January 2023
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near Lauria, Basilicata (Italia)

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Itinerary description

La partenza è fissata all’alba. Sarà una lunga tappa, pesante e complessa, perché dobbiamo arrivare sul monte Sirino, Sì, proprio lì in cima. Visto da Lauria, il Sirino si mostra maestoso, impone il suo dominio su tutta la valle che da esso nasce e a esso obbedisce, e pensare di dover arrivare proprio lì in cima blocca un po’ le gambe. Quindi, per motivarci, prima di partire ci rifocilliamo con un tipico viscuttinu c’u naspro e portiamo una scorta abbondate di biscotti a otto, prodotti tipici della cittadina valnocina. La fame e la stanchezza si faranno sentire e non avremo punti di ristoro lungo il cammino odierno. Partiamo dalla Fontana Borbone, nel quartiere Taverna del rione superiore. Alle spalle del monumento, un sentiero si inerpica subito sotto il grande ponte della vecchia ferrovia calabro-lucana. Arrivati sull’antico tracciato ferroviario, ci tocca decidere se continuare a salire - e quindi entrare nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano (verso il Sirino) - oppure procedere verso sud-est, in direzione del Parco del Pollino (vedi tappa 17). Decidiamo di continuare verso il Sirino, ma prima di metterci in cammino dedichiamo un minuto di contemplazione al panorama mozzafiato che si dispiega innanzi a noi. Il tracciato della ferrovia, costruita tra fine Ottocento e inizio Novecento, e dismessa alla fine dei Settanta, oggi è un ciclovia turistica ma anche un luogo ideale per camminare in uno scenario unico che si snoda tra la valle del Noce e quella del Mercure. In questo tratto il tracciato procede tra ponti, gallerie e scorci panoramici unici. È una gran bella passeggiata! Dopo un’ora siamo a Pecorone di Lauria. Ora, per chi volesse proseguire e allungare di un giorno il cammino consigliamo vivamente di arrivare al Lago Sirino (vedi deviazione tappa 3 - Lago Sirino). Noi, invece, lasciamo la ciclovia e ci immettiamo sulla strada statale che porta all’imbocco dell’A2 (autostrada del Mediterraneo). Si tratta di un tratto particolarmente trafficato, dunque nel percorrerlo si consiglia vivamente di indossare una pettorina catarifrangente. Dopo circa 2km e a ridosso del viadotto dell’autostrada voltiamo a sinistra (indicazione “conserva di Lauria”) e imbocchiamo la strada comunale; dopo meno di 1 Km, sulla destra , incrociamo una strada sterrata che ci porterà sulle rive del Sinni. Da lì, incrociamo il ponte per attraversare il corso d’acqua e ci immettiamo nel tratturo forestale che attraversa tutto Bosco Canicella. È un tratto molto selvaggio, tra alti faggi, cerri e castagni, per circa 8 km restiamo nel sentiero che taglia il bosco, sempre sulla cresta della montagna fino a quando incrociamo un tracciato MTB che si snoda dritto verso nord e ci fa sbucare in contrada Alvaneta. Qui ritroviamo l’asfalto che ci condurrà in cima, ma prima scenderemo nuovamente di quota, attraversando ancora una volta il Sinni, e poi una volta incrociate le prime case spunteremo direttamente presso l’Agriturismo La Cappellina, dove una sosta è molto più che dovuta. Il dislivello è stato importante, perché dai 620 m della partenza siamo arrivati a 1085 in quasi 6 ore ci cammino. Chiediamo di consumare qualche fragolina di bosco e recuperiamo un po’ di energia. Il più è fatto, ma altri 4 km ci separano da Conserva di Sirino. Ripartiamo e l’ultimo tratto affrontato tra asfalto e stanchezza è davvero molto pesante. Tornante dopo tornante arriviamo all’incrocio che ci avvisa: Conserva (sinistra) o Lago Laudemio (destra). Non scegliamo nessuna delle due opzioni, ma subito dietro quell’insegna imbocchiamo il SI Tappa 05. È l’ultima mezz’ora di cammino in un fitto bosco fino a quando si manifesta la nostra meta: rifugio Conserva del Monte Sirino. Siamo arrivati! Siamo ad oltre 1440 metri di altezza, stanchi, affamati ma molto felici. È stata una tappa bellissima, degna di ricordare chi in questa montagna ci ha messo tutta la sua vita, ma di questo parleremo domani. Ora, è il tempo di bere un bicchiere di buon vino, di assaggiare una fetta di formaggio locale e godersi la meravigliosa maestosità del luogo.

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