29/02/2020 Da casera Bur alla frana del monte Piz
near Saviner di Calloneghe, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Terza traccia legata all'amacata del 2020. Da Casera Bur saliamo fino al punto in cui è visibile la frana del monte Piz che ha provocato la formazione del lago di Alleghe. In realtà volevamo proseguire fino ai tabià Lariz e Forca, ma il tempo sembrava rompersi e siamo tornati sui nostri passi.
Distanza totale alla frana: 1 km (0,45↑ - 0,45↓ - 0,1↔)
Altitudine massima: 1800 m
Altitudine minima: 1635 m
Dislivello assoluto: 165 m
Totale salita: 150 m
Totale discesa: 150 m
Tempo totale: 45'
Dopo la notte passata a dormire sotto le stelle all'alba mi sveglio e con Pedro ci alziamo per primi, che fare ? Andiamo a prendere un po' d'acqua alla fonte e a recuperare la cassetta di legna lasciata per strada ieri pomeriggio. Prima di partire una foto all'alba che si preannuncia spettacolare con quel morbido color rosa che fa da sfondo al Civetta, ma è un fuoco di paglia, le nubi avranno il sopravvento. Quando rientriamo sono tutti svegli. Pian piano riprendiamo le normali attività come accendere il fuoco, scaldare l'acqua per il tè, risistemare il posto utilizzato per dormire e visto che il sole proprio non ce la fa ad avere il sopravvento, non ci rimane che goderci una robusta colazione. I più volenterosi decidono per una scampagnata verso i tabià Forca. Dietro la casera il sentiero sale abbastanza ripido, il fondo è reso infido dalla neve indurita, quasi ghiaccio. Procediamo con attenzione soprattutto in alcuni punti fino a raggiungere la cresta che si affaccia sulla frana del monte Piz
Distanza 0.4 km, quota 1745 m, tempo 15'
che ha provocato la formazione del lago di Alleghe e la cui ferita è ancora perfettamente visibile. Superata la madonnina il sentiero sale ancora sulla destra proprio lungo l'argine della frana, più avanti ci sono dei pannelli con indicazioni, panche e tavoli, ma oggi non è giornata per soffermarsi anche perchè si è alzato un bel venticello freddo e cade pure qualche fiocco di neve.
Siamo a 1800 metri circa, distanza 0,5 km, tempo 20'.
Il Ferdi vorrebbe raggiungere i tabià, ma alla fine decidiamo di tornare alla casera e provare a fare un giro dalla parte opposta dove dovrebbero esserci delle miniere di rame dice l'avvocato, prima di scendere una foto panoramica a Bramezza e Caracoi Agoin, entrambe visibili da quassù. Tornati alla casera continuiamo alla ricerca del rame perduto. Percorso che illustro sulla traccia numero 4 di questa escursione.
Distanza totale alla frana: 1 km (0,45↑ - 0,45↓ - 0,1↔)
Altitudine massima: 1800 m
Altitudine minima: 1635 m
Dislivello assoluto: 165 m
Totale salita: 150 m
Totale discesa: 150 m
Tempo totale: 45'
Dopo la notte passata a dormire sotto le stelle all'alba mi sveglio e con Pedro ci alziamo per primi, che fare ? Andiamo a prendere un po' d'acqua alla fonte e a recuperare la cassetta di legna lasciata per strada ieri pomeriggio. Prima di partire una foto all'alba che si preannuncia spettacolare con quel morbido color rosa che fa da sfondo al Civetta, ma è un fuoco di paglia, le nubi avranno il sopravvento. Quando rientriamo sono tutti svegli. Pian piano riprendiamo le normali attività come accendere il fuoco, scaldare l'acqua per il tè, risistemare il posto utilizzato per dormire e visto che il sole proprio non ce la fa ad avere il sopravvento, non ci rimane che goderci una robusta colazione. I più volenterosi decidono per una scampagnata verso i tabià Forca. Dietro la casera il sentiero sale abbastanza ripido, il fondo è reso infido dalla neve indurita, quasi ghiaccio. Procediamo con attenzione soprattutto in alcuni punti fino a raggiungere la cresta che si affaccia sulla frana del monte Piz
Distanza 0.4 km, quota 1745 m, tempo 15'
che ha provocato la formazione del lago di Alleghe e la cui ferita è ancora perfettamente visibile. Superata la madonnina il sentiero sale ancora sulla destra proprio lungo l'argine della frana, più avanti ci sono dei pannelli con indicazioni, panche e tavoli, ma oggi non è giornata per soffermarsi anche perchè si è alzato un bel venticello freddo e cade pure qualche fiocco di neve.
Siamo a 1800 metri circa, distanza 0,5 km, tempo 20'.
Il Ferdi vorrebbe raggiungere i tabià, ma alla fine decidiamo di tornare alla casera e provare a fare un giro dalla parte opposta dove dovrebbero esserci delle miniere di rame dice l'avvocato, prima di scendere una foto panoramica a Bramezza e Caracoi Agoin, entrambe visibili da quassù. Tornati alla casera continuiamo alla ricerca del rame perduto. Percorso che illustro sulla traccia numero 4 di questa escursione.
Waypoints
Waypoint
0 ft
Monumento commemorativo frana (0.4 km, 1745 m, 15')
La cresta che si affaccia sulla frana del monte Piz
Waypoint
0 ft
Punto di massima ascesa e di ritorno (0,5 km, 1800 m, 20')
Siamo a 1800 metri circa in prossimità di alcune tabelle informative ed un tavolo con panche, per svolta intendo che decidiamo di tornare indietro, il tempo è incerto ed inizia a nevicare. Foto verso Bramezza e Caracoi Agoin.
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