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22 - Da Colobraro a Tursi

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Trail stats

Distance
10.14 mi
Elevation gain
932 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
2,497 ft
Max elevation
2,513 ft
TrailRank 
32
Min elevation
620 ft
Trail type
One Way
Time
4 hours 46 minutes
Coordinates
575
Uploaded
March 8, 2024
Recorded
January 2023
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near Colobraro, Basilicata (Italia)

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Itinerary description

Le ore passate a Colobraro, contro ogni diceria sul suo conto, sono un vero e proprio toccasana. La vista che domina la valle e che “controlla” la sottostante Valsinni è un poggiolo su questo territorio selvaggio, che dalle montagne del Pollino si dilunga fino alle coste dello Ionio. Il passeggio sull’antico acciottolato di questo grazioso centro, tra gli antichi palazzi, i resti del castello e le preziose chiese incastonate nella pietra urbana, ci ammaliano: è una piacevole scoperta! Questa è la vera magia cui assistiamo in questo luogo incantevole. Ripartiamo su viale Vittorio Veneto al termine del quale imbocchiamo – appena fuori il centro storico e prima di arrivare sulla SP154 - la strada selciata che sale verso il Monte Calvario. Poco prima di arrivare in cima giriamo a sinistra, su un tratturo che attraversa Serra Cortina, e sbuchiamo sulla SP154. Ecco, questa è la strada che ci porterà dritti a Tursi! Camminiamo verso valle su questa direttrice che si snoda tra colline argillose, coperte di maestosi ulivi e incantevoli Giardini a cavallo tra le valli del Sinni e dell’Agri. Da secoli l’uomo ha sfruttato al meglio questo terreno fertile, dal clima mite e vicino al mare, per raccogliere frutti gustosi, oggi simbolo della tradizione agricola lucana. Su questa strada, che non lasceremo più fino a destinazione, segnaliamo un paio di deviazioni: la prima dopo circa Km 8,5 che taglia a Cozzo Tre Querce; la seconda dopo circa Km 15 (alle porte di Tursi), che attraversa la pineta per sbucare direttamente nella cittadina. La bellezza di Tursi si manifesta all’istante.Fondata dagli arabi nel VII secolo su una collina di formazione arenaria tra i fiumi Sinni ed Agri, diventa presto meta dei Saraceni nei periodi a venire. La calda pietra della Rabatana, che domina dall’alto il centro urbano, è l’emblema di questa dominazione millenaria, ma gli arabi oltre all’impatto architettonico sulla cittadina hanno lasciato tracce palesi nella cultura materiale e immateriale della cittadina:dai terrazzamenti (agricoli e urbani), all’importazione del genotipo dell’arancia staccia, alla lingua che conserva ancora tracce e influenze del mondo islamico. Ma, Tursi è anche la città natale di Albino Pierro, poeta lucano più volte candidato al Premio Nobel (di cui segnaliamo il Parco Letterario e il Museo della Poesia Pierriana), nonché importantissima sede vescovile già dal X secolo, difatti non può mancare la visita alla Cattedrale dell’Annunziata, di fondazione quattrocentesca e che custodisce diversi tesori artistici. Segnaliamo infine, appena fuori il contesto della Rabatana, il bellissimo convento di San Francesco, edificato nel XIV secolo e che dopo un lungo periodo di abbandono ha recuperato speranza di rinascita, dal momento che è stato classificato quale Monumento Nazionale. La città è un groviglio di stradine e vicoli che si snodano nei meandri urbani, tra modeste abitazioni, palazzi e chiese, che testimoniano l’importanza storica e la valenza culturale del sito, dove per lungo tempo musulmani e cristiani hanno convissuto in maniera pacifica.

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