2023-06-27 Cima di Bo da Montesinaro
near Montesinaro, Piemonte (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
La Cima di Bo è la montagna più famosa e più alta della valle del Cervo, una vetta isolata che si presenta come un piccolo massiccio montuoso. La salita alla vetta è un itinerario abbastanza facile ma il tratto finale, da piazza d’Armi alla cima, richiede capacità nel camminare su terreni accidentati e ripidi ed in presenza di neve, non inusuale a inizio stagione escursionistica, vista l’esposizione poco favorevole. Poco sotto la vetta si trova il bivacco Padre Mauro Antoniotti, punti ideale di pernottamento per chi voglia assistere al famoso spettacolo dell’alba al Bo.
Dalla frazione Montesinaro, (1040 m) dove si posteggia nei pressi del cimitero, si sale fino alla sbarra dove si imbocca una strada interpoderale che va seguita per una decina di minuti fino ad un tornante dal quale, sulla destra, si stacca il sentiero E70. (1100 m)
La mulattiera, piuttosto ampia, a tratti accuratamente lastricata e a tratti sconnessa, passa nel bosco di faggi sulla destra orografica del sottostante torrente Chiobbia, raggiunge, prima l'Alpe Pianlin (1154 m) e poi l'Alpe delle Piane (1320 m), due nuclei di baite accuratamente conservate dai proprietari e spesso frequentate durante la bella stagione. Dopo le Piane la vegetazione si dirada e il sentiero comincia a salire attraversando un affluente del Chiobbia e, uscendo poi con ampi tornanti su terreno pascolivo, attraversa il Torrente Monrosso. (1451 m) Passati nei pressi della Piana degli Angeli con l’Alpe Ghiobbia Levante in parte in rovina e sulla, sinistra, l’Alpe Chiobbia di Ponente si arriva all'Alpe Finestre (1724 m), tuttora utilizzata dai margari e dalla quale si stacca verso sinistra il sentierino per il Colle della Ronda. Il percorso prosegue diritto per poi compiere un ampio arco verso destra fino ad incontrare un bivio dove, abbandonata la mulattiera che prosegue verso l'ormai vicina Bocchetta del Croso, si svolta a destra seguendo il segnavia E74. (1850 m) Con percorso inizialmente a mezza costa si raggiunge l'alpe Giasit (1920 m), oltre la quale la salita si fa più faticosa. Risalito un ripido pendio erboso e attraversata una prima pietraia si arriva all’Alpe Balmone, un vecchio alpeggio del comune di Tavigliano, il più alto delle Alpi biellesi, addossato a un grosso masso e ormai da tempo abbandonato. (2177 m) In un ambiente che si fa con l'altezza più aspro e pietroso, il sentiero sempre ben segnalato anche con numerosi ometti di pietre, supera alcuni gradoni di origine glaciale fino a raggiunge un pianoro detto localmente "Piazza d'Armi". (2343 m) Qui la fantasia degli escursionisti si sbizzarrisce nella costruzione di ometti e piccoli obelischi di svariate fogge e dimensioni; lingue di neve che restano sul posto fino a stagione avanzata rendono il luogo particolarmente suggestivo.
Sempre seguendo il segnavia, si punta al colletto per il ripido versante occidentale che separa a destra la Cima di Bo dalla punta del Talamone e lo si raggiunge camminando tra grossi massi e lungo nevai in ultimo un po’ ripidi (2460 m) Dal colletto, aperto sulla Val Dolca, detto localmente "Col d'le Tote", il sentiero sale un primo tratto ripido sul lato destro della cresta, poi la raggiunge, la scavalca leggermente e prosegue nei pressi del filo con percorso aereo ma sicuro fino alla vetta, segnalata da una struttura metallica triangolare e da una placca IGM. (2556 m) Poco al di sotto della cima, dominante dall'alto la Valdescola, è sito il bivacco non custodito Padre Mauro Antoniotti con 12 posti letto su tavolato. Questo piccolo rifugio venne ricostruito negli anni 1980-81 da volenterosi abitanti della Valle Cervo ed è stato dedicato alla memoria di Padre Mauro Antoniotti, parroco di Rosazza e volontario del Soccorso Alpino.
Per il rientro si ripercorre l’itinerario di salita
Dalla frazione Montesinaro, (1040 m) dove si posteggia nei pressi del cimitero, si sale fino alla sbarra dove si imbocca una strada interpoderale che va seguita per una decina di minuti fino ad un tornante dal quale, sulla destra, si stacca il sentiero E70. (1100 m)
La mulattiera, piuttosto ampia, a tratti accuratamente lastricata e a tratti sconnessa, passa nel bosco di faggi sulla destra orografica del sottostante torrente Chiobbia, raggiunge, prima l'Alpe Pianlin (1154 m) e poi l'Alpe delle Piane (1320 m), due nuclei di baite accuratamente conservate dai proprietari e spesso frequentate durante la bella stagione. Dopo le Piane la vegetazione si dirada e il sentiero comincia a salire attraversando un affluente del Chiobbia e, uscendo poi con ampi tornanti su terreno pascolivo, attraversa il Torrente Monrosso. (1451 m) Passati nei pressi della Piana degli Angeli con l’Alpe Ghiobbia Levante in parte in rovina e sulla, sinistra, l’Alpe Chiobbia di Ponente si arriva all'Alpe Finestre (1724 m), tuttora utilizzata dai margari e dalla quale si stacca verso sinistra il sentierino per il Colle della Ronda. Il percorso prosegue diritto per poi compiere un ampio arco verso destra fino ad incontrare un bivio dove, abbandonata la mulattiera che prosegue verso l'ormai vicina Bocchetta del Croso, si svolta a destra seguendo il segnavia E74. (1850 m) Con percorso inizialmente a mezza costa si raggiunge l'alpe Giasit (1920 m), oltre la quale la salita si fa più faticosa. Risalito un ripido pendio erboso e attraversata una prima pietraia si arriva all’Alpe Balmone, un vecchio alpeggio del comune di Tavigliano, il più alto delle Alpi biellesi, addossato a un grosso masso e ormai da tempo abbandonato. (2177 m) In un ambiente che si fa con l'altezza più aspro e pietroso, il sentiero sempre ben segnalato anche con numerosi ometti di pietre, supera alcuni gradoni di origine glaciale fino a raggiunge un pianoro detto localmente "Piazza d'Armi". (2343 m) Qui la fantasia degli escursionisti si sbizzarrisce nella costruzione di ometti e piccoli obelischi di svariate fogge e dimensioni; lingue di neve che restano sul posto fino a stagione avanzata rendono il luogo particolarmente suggestivo.
Sempre seguendo il segnavia, si punta al colletto per il ripido versante occidentale che separa a destra la Cima di Bo dalla punta del Talamone e lo si raggiunge camminando tra grossi massi e lungo nevai in ultimo un po’ ripidi (2460 m) Dal colletto, aperto sulla Val Dolca, detto localmente "Col d'le Tote", il sentiero sale un primo tratto ripido sul lato destro della cresta, poi la raggiunge, la scavalca leggermente e prosegue nei pressi del filo con percorso aereo ma sicuro fino alla vetta, segnalata da una struttura metallica triangolare e da una placca IGM. (2556 m) Poco al di sotto della cima, dominante dall'alto la Valdescola, è sito il bivacco non custodito Padre Mauro Antoniotti con 12 posti letto su tavolato. Questo piccolo rifugio venne ricostruito negli anni 1980-81 da volenterosi abitanti della Valle Cervo ed è stato dedicato alla memoria di Padre Mauro Antoniotti, parroco di Rosazza e volontario del Soccorso Alpino.
Per il rientro si ripercorre l’itinerario di salita
Waypoints
Waypoint
5,119 ft
Alpe Chiobbia Ponente
Alpe Chiobbia Ponente
Waypoint
5,613 ft
Alpe Finestre Levante
Alpe Finestre Levante
Waypoint
3,986 ft
Orio Della Volta
Orio Della Volta
Waypoint
4,966 ft
Piana Degli Agnelli
Piana Degli Agnelli
Waypoint
3,456 ft
Piedicavallo
Waypoint
3,718 ft
Renchi
Renchi
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