2018-06-16 Cantoca
near Casella, Liguria (Italia)
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Itinerary description
Questo era il "Trail dell'Ántola", ciò che per i marciatori era chiamato "Cantoca", ovvero Casella-Ántola-Casella. Il percorso era: Casella-Monte Maggio-Crocefieschi (SP 12) -Passo dell'Incisa-Monte Buio-Bocchetta di Tonno-Monte Ántola-Casa del Piccetto-Passo del Colletto-Madonna della Guardia di Pentema-Crosi-Fasciou-Cascinette-Avosso-Casella. Questo percorso aveva tutte le caratteristiche per essere una vera e propria maratona in montagna della provincia di Genova. Sono circa 42 km con più di 2000 metri di dislivello sia positivi che negativi questo perché, nonostante le quote minime (Casella 406 m) e massime ( Monte Ántola 1597 m) diano un dislivello di 1100 metri, i numerosi saliscendi sia nella prima metà che nella seconda, raddoppiano praticamente il dislivello complessivo. Ma questa è una caratteristica tipica dell’Appennino Ligure, dove sentieri spesso aspri portano a spasso i camminatori sui crinali dell’Appennino Ligure e quindi, grazie alla giornata serena e soleggiata che abbiamo trovato, la vista poteva spaziare verso la provincia di Piacenza, quella di Alessandria per perdersi poi verso il Golfo di Genova e il Mar Ligure.
Partendo da Casella (406 m) ci si scalda subito le gambe con la prima salita fino a Inastrà di Montemaggio (680 m) dove, raggiunta successivamente la SP 10, si svolta a destra e subito dopo a sinistra per iniziare un sentierino nel bosco che sale ripidamente al monte. Segnavia 2 Rombi Gialli Vuoti. Il sentiero contorna dall'alto la conca di Montemaggio, poi sale ripidamente a tornanti fino a raggiungere una stradina asfaltata. Seguendola a sinistra si raggiunge il grosso edificio dell'ex Colonia Montana di Monte Maggio. (803 m) La colonia è una delle tante costruite in epoca fascista nell'Appennino Ligure. Inaugurata nel 1938, dopo la dismissione venne trasformata in agriturismo, mentre attualmente è completamente abbandonata e pericolante. Pochi metri prima del piazzale davanti all'edificio si imbocca a destra una carrareccia che passa accanto ad un ripetitore. Giunti ad un bivio si imbocca a sinistra una buona mulattiera che sale con regolari tornanti fino alla chiesetta posta poco sotto la vetta del Monte Maggio. Il punto più alto del Monte si trova a meno di cento metri più avanti, su un crinale panoramico e roccioso lungo il sentiero segnato. (981 m) Da qui si prosegue scendendo con buona pendenza, sotto un fitto castagneto, serpeggiando verso sinistra tra depressioni e blocchi di conglomerato fino ad una deviazione dove si deve tenere la destra e proseguire in costa su un comodo sentiero in discesa e a mezza costa nella boscaglia. Dopo una parte in piano si aggira ad Ovest in leggera salita il Monte Suia fino ad incrociare un altro sentiero proveniente da sinistra. Si prosegue svoltando bruscamente a destra per scendere con alcuni passaggi a strapiombo fino alla SP 12 che collega Casella a Crocefieschi in Località Martellona. (768 m) Da qui si segue il Sentiero CESARE FERA che porta fino alla vetta del Monte Ántola con segnavia Due Linee Orizzontali Gialle. Si sale tra noccioli, frassini, carpini e ginepri fino ai resti di muri di pietra a secco, dai Vecchi denominata Cason, dove su un grosso masso ci sono i contrassegni Tre Palle Gialle e Due Righe Gialle. Si svolta a destra e si continua a salire per alberi di quercia, aggirando a Est il M.te Schigonzo e poi passando per una pineta fino a raggiungere la vetta del Monte Proventino. (1036 m) Ritornando indietro per un centinaio di metri, si scende per un tratturo costeggiando un recinto per pascoli, poi per la Cappelletta fino alla Cappelletta della Madonna di Clavarezza al Passo della Crocetta. (966 m) Proseguendo per la strada asfaltata si sale al Passo dell’Incisa o Valico dell’Alpisella (1070 m) dove si trova il bivio Alpe di Vobbia - Pareto di Val Brevenna con ampia veduta sui paesini della Valbrevenna. Seguendo le indicazioni, a sinistra inizia il sentiero che sale vicino alla cima Sud del Monte Alpicella, (1155 m) passa all’altezza del traliccio ENEL per continuare, tagliando a Sud il Monte Riondo, fino a salire ripidamente tra noccioleti e boschi di pino al Pian del Curlo (1304 m). Qui seduti comodamente su una panchina, si gode un bel panorama, a destra sulla Val Vobbia e a sinistra sulla Val Brevenna. Il tracciato della Cantoca prosegue a Sud del Monte Buio mentre noi decidiamo di raggiungere la cima (1303 m) e ridiscendere per il Prato del Prete fino a incontrare il tracciato. Proseguendo nel bosco con i Maggiociondoli fioriti, si attraversa lo spiazzo erboso della Capanna di Tonno (1299 m) e per una mulattiera disastrata si arriva ai ruderi del Rifugio Musante. (1539 m) Continuando a sinistra in breve si raggiunge la Chiesetta di San Pietro (1537 m) e dopo un’ultima salita il prato erboso della cima del Monte Ántola. (1597 m) È la cima più elevata dell'omonimo parco e si trova sul crinale che raccorda l'alta Valle Scrivia con l'alta Val Trebbia. Nota a tutti i genovesi per le stupende fioriture, (specialmente di narcisi) che colorano i suoi versanti. Tradizionale meta escursionistica, dopo l'abbandono delle due strutture poco sotto la vetta, oramai semidistrutte, un nuovo rifugio è stato costruito nelle vicinanze. Il monte Ántola prende il nome dalla parola greca “Anthos” ovvero fiore. Le copiose fioriture che ricoprono le sue pendici lo colorano di rosso, giallo, bianco e blu a seconda della stagione. Inoltre fin dai tempi lontani, l’Ántola era rinomato per le erbe aromatiche e medicinali che crescono sui suoi pascoli. Esiste un’erba medicinale che nel linguaggio locale prende il nome di erba d’Antua, che ancora in un passato non lontano, veniva impiegata nella preparazione di infusi da usare come antiveleno nella cura del morso delle vipere.
Già nel Medioevo era frequentato dai mercanti, pastori, viandanti e coloro che raccoglievano erbe medicinali. Oggi l’Ántola è meta molto amata dai Genovesi attratti dal suggestivo panorama che offre la visione incomparabile delle Alpi e del mare fino alle coste della Corsica.
ArPassatpo un po’ di tempo sulla vetta dell'Ántola, abbiamo deciso di pranzare al rifugio, che è raggiungibile in circa 15 minuti di cammino dopo aver superato la Cappelletta. La Cappella dell’Ántola è stata inaugurata il 25 Giugno del 2000 per interesse del Parroco di Propata. Molti anni fa, dal 1895, appena dopo la Cappelletta si trovava l’osteria rifugio della famiglia Musante, composto da sette camere di cui una con porta esterna ad uso esclusivo dei soci del CAI. Questo rifugio rimase operativo anche dopo la guerra fino al 1979. Dal versante Sud Est del Monte Ántola si può ammirare la Valle del Brugneto con il suo vasto bacino 25 milioni di metri cubi, realizzato tramite la costruzione di una diga lunga 260 metri ed alta 80 metri, iniziata nel 1957, allo scopo di fornire acqua potabile alla città di Genova. Sommersi dall’acqua giacciono i paesi di Casoni e Frinti le cui case furono smantellate e ricostruite nei paesi limitrofi. Finito il pranzo siamo ripartiti per lo spartiacque pianeggiante in direzione Sud e, successivamente, aggirato ad oriente il Monte Cremado si scende leggermente fino ad arrivare alla Colletta delle Cianazze (1343 m) dove vi sono dei tavoli per i picnic sotto ad una tettoia. Qui si incontra a destra l'itinerario N. 37 per Piancassina. Subito si riprende in leggera salita mantenendo sempre la direzione Sud e, passando dal versante della Val Trebbia al versante della Val Brevenna, si raggiunge la diroccata Casa del Piccetto. (1384 m) Quest’ultima, per anni dopo la guerra, fu un riferimento importante per gli allevatori con le loro bestie al seguito, nonché incontro dei cacciatori. Poco dopo si deve svoltare a destra per Avosso lasciando così il sentiero per Torriglia. Contrassegni Due Quadrati Gialli. Tagliando a mezza costa il boscoso versante del Monte Duso si raggiunge la Cappelletta del Colletto o dei Bucci, antico luogo di tappa verso il mercato di Torriglia. (1283 m) Da qui si prosegue sul lato della Valle Pentemina tagliando il piano il pendio erboso. Dallo spartiacque tra Brevenna e Pentemina, si affronta la Costa della Gallina per bosco di faggi , per scendere lungo il crinale tra boschetti e radure fino alla diramazione a sinistra per Pentema. (1029 m) Subito dopo si contorna a Nord il Monte Penzo, procedendo verso Ovest sulla mulattiera, si raggiunge un’ampia sella pianeggiante sullo sparti acque tra Brevenna e Pentemina, (993 m) si lascia a destra la diramazione che scende a Carsi (1043 m) fino al bivio per il Monte Liprando. (980 m) Proseguendo si arriva ai ruderi, in parte abitati, del paese di Crosi (878 m) C’è una storia millenaria alle spalle di Crosi, in Valbrevenna: quella del Monte Liprando, 1122 metri d’altezza sul mare, con un nome che le antiche cronache, spesso leggendarie, collegano a quello del più grande re dei Longobardi, Liutprando che regnò dal 712. Da pochi anni vi risiede un giovane allevatore, che ha dato inizio ad un parziale recupero di alcune abitazioni. Ora si prosegue per una strada inghiaiata passando accanto all’edicola Selva della Madonna per poi abbandonarla proseguendo a sinistra per un sentiero che conduce al lavatoio dell’abitato I Piani. (852 m) Situato sull'antica strada che collegava il versante sinistro della valle con Genova (via Montoggio), era una stazione di posta molto importante. Numerosi erano i punti di ristoro, poi scomparsi. L'importanza della località era dovuta al passaggio delle merci che durante il periodo invernale, a causa del fiume e della mancanza della strada a valle erano obbligati a passare per la mulattiera (già strada comunale) a mezza-costa. La popolazione residente è limitata ad una sola persona ma durante il periodo estivo molti villeggianti fanno rivivere il paese. Superato l’abitato per una vecchia mulattiera, con tratti in leggera salita, si raggiunge la Cappelletta del Grisù o della Banca, (872 m) si prosegue per una carrareccia da trattori che taglia la pendice Est del monte Banca, si supera un campo di tiro al piattello e si arriva sulla strada inghiaiata di Fasciou. (805 m) In leggera discesa si cammina per la strada in parte di ghiaia e poi asfaltata fino alla curva a sinistra, in località Serrato, dove la si abbandona per continuare diritto per un sentiero che sale lungo il costone boscoso fino alla Cappella Cà di Banca in Località Cascinette. (760 m) Per la strada asfaltata si scende alla Cappella di Gorra (673 m) dove a sinistra inizia il tratto finale che, dapprima passa tra piccole radure e poi scende velocemente con numerose svolte, per l’ultimo ripido contrafforte boscoso che sfocia ad Avosso alla piccola chiesa. (414 m) Questo ultimo tratto è un vero pericolo per le ginocchia ormai stressate dal lungo giro. Ormai si è arrivati, l’ultimo tratto praticamente in pano, porta a Casella. (414 m)
Partendo da Casella (406 m) ci si scalda subito le gambe con la prima salita fino a Inastrà di Montemaggio (680 m) dove, raggiunta successivamente la SP 10, si svolta a destra e subito dopo a sinistra per iniziare un sentierino nel bosco che sale ripidamente al monte. Segnavia 2 Rombi Gialli Vuoti. Il sentiero contorna dall'alto la conca di Montemaggio, poi sale ripidamente a tornanti fino a raggiungere una stradina asfaltata. Seguendola a sinistra si raggiunge il grosso edificio dell'ex Colonia Montana di Monte Maggio. (803 m) La colonia è una delle tante costruite in epoca fascista nell'Appennino Ligure. Inaugurata nel 1938, dopo la dismissione venne trasformata in agriturismo, mentre attualmente è completamente abbandonata e pericolante. Pochi metri prima del piazzale davanti all'edificio si imbocca a destra una carrareccia che passa accanto ad un ripetitore. Giunti ad un bivio si imbocca a sinistra una buona mulattiera che sale con regolari tornanti fino alla chiesetta posta poco sotto la vetta del Monte Maggio. Il punto più alto del Monte si trova a meno di cento metri più avanti, su un crinale panoramico e roccioso lungo il sentiero segnato. (981 m) Da qui si prosegue scendendo con buona pendenza, sotto un fitto castagneto, serpeggiando verso sinistra tra depressioni e blocchi di conglomerato fino ad una deviazione dove si deve tenere la destra e proseguire in costa su un comodo sentiero in discesa e a mezza costa nella boscaglia. Dopo una parte in piano si aggira ad Ovest in leggera salita il Monte Suia fino ad incrociare un altro sentiero proveniente da sinistra. Si prosegue svoltando bruscamente a destra per scendere con alcuni passaggi a strapiombo fino alla SP 12 che collega Casella a Crocefieschi in Località Martellona. (768 m) Da qui si segue il Sentiero CESARE FERA che porta fino alla vetta del Monte Ántola con segnavia Due Linee Orizzontali Gialle. Si sale tra noccioli, frassini, carpini e ginepri fino ai resti di muri di pietra a secco, dai Vecchi denominata Cason, dove su un grosso masso ci sono i contrassegni Tre Palle Gialle e Due Righe Gialle. Si svolta a destra e si continua a salire per alberi di quercia, aggirando a Est il M.te Schigonzo e poi passando per una pineta fino a raggiungere la vetta del Monte Proventino. (1036 m) Ritornando indietro per un centinaio di metri, si scende per un tratturo costeggiando un recinto per pascoli, poi per la Cappelletta fino alla Cappelletta della Madonna di Clavarezza al Passo della Crocetta. (966 m) Proseguendo per la strada asfaltata si sale al Passo dell’Incisa o Valico dell’Alpisella (1070 m) dove si trova il bivio Alpe di Vobbia - Pareto di Val Brevenna con ampia veduta sui paesini della Valbrevenna. Seguendo le indicazioni, a sinistra inizia il sentiero che sale vicino alla cima Sud del Monte Alpicella, (1155 m) passa all’altezza del traliccio ENEL per continuare, tagliando a Sud il Monte Riondo, fino a salire ripidamente tra noccioleti e boschi di pino al Pian del Curlo (1304 m). Qui seduti comodamente su una panchina, si gode un bel panorama, a destra sulla Val Vobbia e a sinistra sulla Val Brevenna. Il tracciato della Cantoca prosegue a Sud del Monte Buio mentre noi decidiamo di raggiungere la cima (1303 m) e ridiscendere per il Prato del Prete fino a incontrare il tracciato. Proseguendo nel bosco con i Maggiociondoli fioriti, si attraversa lo spiazzo erboso della Capanna di Tonno (1299 m) e per una mulattiera disastrata si arriva ai ruderi del Rifugio Musante. (1539 m) Continuando a sinistra in breve si raggiunge la Chiesetta di San Pietro (1537 m) e dopo un’ultima salita il prato erboso della cima del Monte Ántola. (1597 m) È la cima più elevata dell'omonimo parco e si trova sul crinale che raccorda l'alta Valle Scrivia con l'alta Val Trebbia. Nota a tutti i genovesi per le stupende fioriture, (specialmente di narcisi) che colorano i suoi versanti. Tradizionale meta escursionistica, dopo l'abbandono delle due strutture poco sotto la vetta, oramai semidistrutte, un nuovo rifugio è stato costruito nelle vicinanze. Il monte Ántola prende il nome dalla parola greca “Anthos” ovvero fiore. Le copiose fioriture che ricoprono le sue pendici lo colorano di rosso, giallo, bianco e blu a seconda della stagione. Inoltre fin dai tempi lontani, l’Ántola era rinomato per le erbe aromatiche e medicinali che crescono sui suoi pascoli. Esiste un’erba medicinale che nel linguaggio locale prende il nome di erba d’Antua, che ancora in un passato non lontano, veniva impiegata nella preparazione di infusi da usare come antiveleno nella cura del morso delle vipere.
Già nel Medioevo era frequentato dai mercanti, pastori, viandanti e coloro che raccoglievano erbe medicinali. Oggi l’Ántola è meta molto amata dai Genovesi attratti dal suggestivo panorama che offre la visione incomparabile delle Alpi e del mare fino alle coste della Corsica.
ArPassatpo un po’ di tempo sulla vetta dell'Ántola, abbiamo deciso di pranzare al rifugio, che è raggiungibile in circa 15 minuti di cammino dopo aver superato la Cappelletta. La Cappella dell’Ántola è stata inaugurata il 25 Giugno del 2000 per interesse del Parroco di Propata. Molti anni fa, dal 1895, appena dopo la Cappelletta si trovava l’osteria rifugio della famiglia Musante, composto da sette camere di cui una con porta esterna ad uso esclusivo dei soci del CAI. Questo rifugio rimase operativo anche dopo la guerra fino al 1979. Dal versante Sud Est del Monte Ántola si può ammirare la Valle del Brugneto con il suo vasto bacino 25 milioni di metri cubi, realizzato tramite la costruzione di una diga lunga 260 metri ed alta 80 metri, iniziata nel 1957, allo scopo di fornire acqua potabile alla città di Genova. Sommersi dall’acqua giacciono i paesi di Casoni e Frinti le cui case furono smantellate e ricostruite nei paesi limitrofi. Finito il pranzo siamo ripartiti per lo spartiacque pianeggiante in direzione Sud e, successivamente, aggirato ad oriente il Monte Cremado si scende leggermente fino ad arrivare alla Colletta delle Cianazze (1343 m) dove vi sono dei tavoli per i picnic sotto ad una tettoia. Qui si incontra a destra l'itinerario N. 37 per Piancassina. Subito si riprende in leggera salita mantenendo sempre la direzione Sud e, passando dal versante della Val Trebbia al versante della Val Brevenna, si raggiunge la diroccata Casa del Piccetto. (1384 m) Quest’ultima, per anni dopo la guerra, fu un riferimento importante per gli allevatori con le loro bestie al seguito, nonché incontro dei cacciatori. Poco dopo si deve svoltare a destra per Avosso lasciando così il sentiero per Torriglia. Contrassegni Due Quadrati Gialli. Tagliando a mezza costa il boscoso versante del Monte Duso si raggiunge la Cappelletta del Colletto o dei Bucci, antico luogo di tappa verso il mercato di Torriglia. (1283 m) Da qui si prosegue sul lato della Valle Pentemina tagliando il piano il pendio erboso. Dallo spartiacque tra Brevenna e Pentemina, si affronta la Costa della Gallina per bosco di faggi , per scendere lungo il crinale tra boschetti e radure fino alla diramazione a sinistra per Pentema. (1029 m) Subito dopo si contorna a Nord il Monte Penzo, procedendo verso Ovest sulla mulattiera, si raggiunge un’ampia sella pianeggiante sullo sparti acque tra Brevenna e Pentemina, (993 m) si lascia a destra la diramazione che scende a Carsi (1043 m) fino al bivio per il Monte Liprando. (980 m) Proseguendo si arriva ai ruderi, in parte abitati, del paese di Crosi (878 m) C’è una storia millenaria alle spalle di Crosi, in Valbrevenna: quella del Monte Liprando, 1122 metri d’altezza sul mare, con un nome che le antiche cronache, spesso leggendarie, collegano a quello del più grande re dei Longobardi, Liutprando che regnò dal 712. Da pochi anni vi risiede un giovane allevatore, che ha dato inizio ad un parziale recupero di alcune abitazioni. Ora si prosegue per una strada inghiaiata passando accanto all’edicola Selva della Madonna per poi abbandonarla proseguendo a sinistra per un sentiero che conduce al lavatoio dell’abitato I Piani. (852 m) Situato sull'antica strada che collegava il versante sinistro della valle con Genova (via Montoggio), era una stazione di posta molto importante. Numerosi erano i punti di ristoro, poi scomparsi. L'importanza della località era dovuta al passaggio delle merci che durante il periodo invernale, a causa del fiume e della mancanza della strada a valle erano obbligati a passare per la mulattiera (già strada comunale) a mezza-costa. La popolazione residente è limitata ad una sola persona ma durante il periodo estivo molti villeggianti fanno rivivere il paese. Superato l’abitato per una vecchia mulattiera, con tratti in leggera salita, si raggiunge la Cappelletta del Grisù o della Banca, (872 m) si prosegue per una carrareccia da trattori che taglia la pendice Est del monte Banca, si supera un campo di tiro al piattello e si arriva sulla strada inghiaiata di Fasciou. (805 m) In leggera discesa si cammina per la strada in parte di ghiaia e poi asfaltata fino alla curva a sinistra, in località Serrato, dove la si abbandona per continuare diritto per un sentiero che sale lungo il costone boscoso fino alla Cappella Cà di Banca in Località Cascinette. (760 m) Per la strada asfaltata si scende alla Cappella di Gorra (673 m) dove a sinistra inizia il tratto finale che, dapprima passa tra piccole radure e poi scende velocemente con numerose svolte, per l’ultimo ripido contrafforte boscoso che sfocia ad Avosso alla piccola chiesa. (414 m) Questo ultimo tratto è un vero pericolo per le ginocchia ormai stressate dal lungo giro. Ormai si è arrivati, l’ultimo tratto praticamente in pano, porta a Casella. (414 m)
Waypoints
Waypoint
2,199 ft
Cappella di Gorra
670 m
Waypoint
2,425 ft
Cascinette
745 m
Waypoint
1,348 ft
Casella
411 m
Waypoint
2,646 ft
Fasciou
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4,872 ft
Le Neviere
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3,789 ft
Monte Alpisella
1155 m
Waypoint
3,646 ft
Monte Liprando
1122 m
Waypoint
3,473 ft
Monte Penzo
1061 m
Waypoint
3,327 ft
Monte Schigonzo
Monte Schigonzo 1014m
Waypoint
3,504 ft
Passo dell'Incisa
1068 m
Waypoint
4,277 ft
Pian del Curlo
1304 m
Waypoint
4,790 ft
Rifugio Parco Antola
Waypoint
5,049 ft
Ruderi del Musante
Waypoint
2,808 ft
Selva della Madonna
Comments (7)
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Buongiorno, è possibile avere maggiori informazioni?
Oltre alla descrizione?
Volevo chiederle dei dettagli sulla strada che dal monte Antola torna a Casella. Sentiero come nel tratto di andata oppure ci sono dei tratti più "complessi"? Vorremmo farla a cavallo.
Credo che il percorso di ritorno sia più semplice dell''andata. Purtroppo non conosco le prestazioni dei cavalli su sentieri.
La ringrazio, se le strade sono come all' andata allora va benissimo, l importante che non ci siano lunghe tratte su lastroni di pietra o passaggi troppo stretti.. grazie mille!
Fatto ieri e oggi percorso spiegato bene io ho fatto qualche deviazione ma cmq la traccia mi è servita molto.Non sono riuscita a registrarlo xché la batteria del telefono non ha retto.
Buongiorno quanto tempo impegna? E rischioso per una donna da sola,grazie