2017-12-09 Molassana-Creto-M.te Alpesisa-San Martino di Struppa-Acquedotto Storico-Molassana
near Molassana, Liguria (Italia)
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Itinerary description
Interessante giro ad anello, che permette di raggiungere il panoramico paese di Creto dal fondo della Val Bisagno. La salita si svolge lungo il crinale della Costa Maltempo, che offre bei panorami, mentre per la discesa si sfrutta una mulattiera più diretta che ne taglia i versanti. L'ambiente è inaspettatamente integro e selvaggio. Bellissimo il ritorno per l’Acquedotto Storico di Genova.
Da Via Molassana, (57 m) in direzione truppa, si inizia da via San Felice che si trova alla sinistra. La si imbocca e la si segue per poche decine di metri, poi si imbocca a destra salita Gio Maria Cotella, segnalata con un Quadrato Rosso Vuoto. La “creuza” piega a sinistra diventando asfaltata, poi supera un sottopasso e ritorna scalinata. Più in alto ci si porta di nuovo in via san Felice, che si segue verso destra per pochi metri fino a ritrovare la “creuza” sulla sinistra. Giunti al crocevia con a destra Via Roccatagliata, punto di arrivo al ritorno, si prosegue diritto seguendo sempre il Quadrato Rosso Vuoto fino all’incrocio con Via Alle Piane di Molassana dove si svolta a destra. (160 m) Si segue uno strano contrassegno formato da un Cerchio Pieno con Tre Punti in Alto. Si percorre un breve tratto di sterrata fino all’ultima casa, subito dopo, dove diventa sentiero che sale nella boscaglia. Dopo circa 170 m, appena sotto a una casa, si devia a sinistra per proseguire in piano. Qui il sentiero dovrebbe proseguire diritto, ma in realtà il percorso compie un giro attorno alla casa per poi continuare a salire nel bosco. In breve si arriva alle Terre Rosse, curiosi fenomeni calanchivi scavati in una formazione di argilliti varicolori ("Argilliti di Montoggio"), che variano dal rosso vinaccia al verde acqua. Volendo, se si svolta a destra, si può salire per un centinaio di metri, all'altura dove si trovano i ruderi del Castelluzzo. (308 m) Si tratta di un antichissimo avamposto difensivo, risalente addirittura al X secolo, oggi nascosto dalla boscaglia. Era stato costruito per difendere dalle invasioni dei Saraceni la tenuta vescovile e le vie che percorrevano la val Bisagno. Ne rimangono pochi ruderi di una torre a pianta circolare e di una a pianta quadrata. Proseguendo si raggiunge presto un crocevia dove ci sono i ruderi di una vecchia trattoria. Senza più tetto, i muri perimetrali che resisteranno ancora per poco, era frequentata una volta dagli abitanti di Struppa e di Molassana. Al crocevia infatti arriva la vecchia mulattiera di Cartagenova: via del Perdono. Si prosegue lungo una bella mulattiera risistemata, che si innalza con qualche tornante lungo un ripido versante boscoso. Doppiato un contrafforte poco marcato, si continua in ripida ascesa tra bosco misto e piccole radure, fino a sbucare su una spalla erbosa pianeggiante che segna l'inizio della Costa Maltempo. Seguendo ora un sentiero poco marcato lungo il filo dell'ampio contrafforte, si sale tra erba, rocce e arbusti fino alla Croce di San Siro. (501 m). Posta su un panoramico spallone pianeggiante una quarantina di metri sotto alla vetta vera e propria del Monte Croce di San Siro, la grande croce metallica è stata eretta nel 1984. Accanto si trova l'antica Cappella di San Siro che richiederebbe qualche restauro.
Proseguendo per la sommità del Monte Croce di San Siro, poco dopo si passa accanto ad un ovile costituito da baracche fatiscenti costruite sul crinale, contornate da pallets di legno e altro materiale raccolto e abbandonato. Poco dopo si raggiunge la strada provinciale per Creto in corrispondenza del tornante chiamato Curva del Perdono. (564 m). Purtroppo a sinistra nella scarpata vi è una sorta di discarica a cielo aperto dove venivano "buttate giu" le macchine rubate. Ad oggi dicono che ce ne siano più di 50, tutte praticamente irrecuperabili. Il sentiero segnalato trascura la rotabile per risalire l'ultimo panoramico tratto della Costa Maltempo; si scavalca un bel dosso erboso allungato (620 m), quindi si scende in breve ad un piccolo ripiano dove si ritrova il segnavia "Quadrato Rosso Vuoto". Poco più avanti ci si congiunge a via Villini di Creto che, se seguita a destra, porta in breve al Colle di Creto (603 m). Si tratta di una sella erbosa sullo spartiacque principale dell'Appennino, dove sorge l'omonimo paese. Si trova all'estremità meridionale del piccolo altopiano carsico dei Piani di Creto. Da qui si può salire al Monte Carossino o al Monte Alpesisa.
Si cammina in leggera salita tra i villini, incontrando più avanti sulla destra una chiesetta che si affaccia sul Rio Torbido, importante affluente di destra del Bisagno. Dopo un’ultima costruzione che assomiglia a una baita, si prosegue su una tortuosa mulattiera pianeggiante e a mezza costa, che arriva poi sul bordo di un’ampia valle prativa incisa da un rio, allargandosi sulla sinistra fino a quando il bosco la chiude. Si piega a destra, continuando a seguire l’Alta Via, entrando in leggera salita sotto un bosco di alti alberi. La mulattiera continua larga e tortuosa, diventando più ripida e descrivendo alcuni saliscendi tra pini e rovere. Si risale una rampa sassosa sotto un fitto noccioleto, sbucando nel pascolo invaso dagli asfodeli, dove il sentiero si suddivide in numerose tracce create dal pascolo delle mucche. Si attraversa una zona prativa, disseminata da deiezioni delle mandrie dove scorrono nel fango rivoletti d’acqua. Si raggiunge il passo aperto, ai piedi dell’imponente Alpesisa, sopra la Gola di Sisa al bivio con il percorso segnato con + rosso diretto a San Martino di Struppa. (730 m). Dal bivio tra Alta Via e sentiero segnato con + rosso, si prosegue in salita sull’AV che in quel tratto risale ripida sul versante prativo e terroso dell’Alpesisa. Si entra nel bosco seguendo uno stretto sentiero a mezza costa passando in mezzo a rocce affioranti e attraversando un’area dove crescono noccioli e castagni.
Arrivati su un crinale boscoso secondario, si abbandona l’AV, piegando a destra su una traccia diritta segnata con una chiazza rossa. (790 m) Si passa tra rocce affioranti, attraversando poi una radura
Per arrivare, sempre in ripida salita, su un contrafforte boscoso. Si attraversa un prato in moderata salita al limite del bosco, che precede il tratto finale in pieno prato, sul fianco nord dell’Alpesisa, molto ripido e pietroso. Alla fine si guadagna la piatta, lunga cima prativa e panoramica del Monte, dove si trova una caratteristica croce formata da due balestre di tram, ad opera dei "tramvieri" dell'AMT di Genova. (989 m) Il bellissimo panorama permette di ammirare le Alpi Liguri, il Monviso, gran parte dell'Appennino, i Forti di Genova e il vicino monte Bano. Dalla cima, proseguendo in direzione Sud si inizia a scendere ripidamente per una “diretta” tra roccette e gradoni fino al prato sottostante e successivamente al Monte Piano di Croce. (776 m) Segnavia due Rombi Rossi Pieni. Seguendo l’oleodotto si continua la discesa, a tratti ripida, quasi in linea retta che poi si trasforma in sentiero nei pressi di una casa. Un paio di tornati e si arriva ad una piccola radura dalla quale, svoltando a destra, si prosegue su di una bella mulattiera fino all’asfalto dell’abitato di Borgano. (390 m) Proseguendo sulla stradetta si giunge alla Chiesa san Martino di Struppa (331 m) da dove inizia la “creuza” che passando dapprima per la chiesetta di Santi Cosma e Damiano, intercetta il Percorso dell’Acquedotto Storico di Genova in via Giovanni Trossarelli.
Il percorso procede immerso fra orti e ulivi, fino a perdersi sotto il manto stradale di via Trossarelli e riprendere il suo corso in corrispondenza di via Inferiore Gambonia. Questo tratto, venne abbandonato dopo il 1878, anno in cui si realizzò la galleria omonima, disposta più a monte e lunga ben mezzo chilometro. In prossimità del raccordo fra il vecchio tracciato e la più recente galleria si trovano alcuni filtri con un’area di sosta attrezzata con tavolini, che precedono il lungo e maestoso ponte canale sul rio Torbido costruito all’epoca del prolungamento fino alla prima presa sul torrente Bargaglino. La prima pietra del nuovo acquedotto venne posta proprio nella struttura di questo ponte il 17 maggio del 1623, per mano dell’architetto Aicardo. Poco oltre i filtri, all’imbocco del ponte, si trovano due mulini analoghi a quelli di Cavassolo, realizzati nel 1825 e alimentati sfruttando il salto di quota con la derivazione della presa sul rio Torbido. Il percorso su questo ramo del condotto è sconsigliato per la mancanza di manutenzione e per la presenza di alcuni tratti completamente franati che rendono difficoltosa la passeggiata che altrimenti condurrebbe ad un angolo caratteristico della valletta, animato da laghetti e cascatelle. Superato il maestoso ponte a sette arcate, si ritrova un’altra serie di filtri prima di attraversare il rio Piaggetto percorrendo un ponte canale costruito nel 1827 in sostituzione di un tratto di condotto franato. Da qui, oltrepassati i vecchi lavatoi, un tempo alimentati dall’acquedotto, si raggiunge rapidamente la strada Provinciale 13 per Creto. Dopo aver attraversato la via di Creto, nei pressi dell’abbazia di San Siro, all’altezza di salita G. Bertora, si ritrova la strada dell’acqua che, per un lungo tratto, rasenta il muro di cinta del cimitero di Struppa, prima di procedere attraverso un ponte ottocentesco di 19 arcate che supera a meno di dieci metri di altezza il rio Consiglieri. Anche questo ponte canale venne costruito in sostituzione del vecchio percorso i cui resti sono ancora visibili più a monte. Proseguendo fra castagneti e frutteti si supera il rio Coverciaro, che molto probabilmente alimentava l’originario acquedotto romano; qui un tratto più recente del condotto corre all’interno di una breve galleria, mentre il percorso esterno mantiene le tracce di quello antecedente e incontra il sentiero che conduce ai ruderi dell’antico castelluzzo dell’Olivo nei pressi delle Terre Rosse. Il percorso si apre ora al di sopra del giro del Fullo, mostra una piccola chiusa e conduce fino alla chiesa di Nostra Signora Assunta di Molassana, nei pressi di via San Felice, per poi spingersi fino all’immissione nel ponte sifone sul Geirato. All’incrocio con via San Felice ritroviamo il percorso dell’andata che si segue fino al punto di partenza.
Da Via Molassana, (57 m) in direzione truppa, si inizia da via San Felice che si trova alla sinistra. La si imbocca e la si segue per poche decine di metri, poi si imbocca a destra salita Gio Maria Cotella, segnalata con un Quadrato Rosso Vuoto. La “creuza” piega a sinistra diventando asfaltata, poi supera un sottopasso e ritorna scalinata. Più in alto ci si porta di nuovo in via san Felice, che si segue verso destra per pochi metri fino a ritrovare la “creuza” sulla sinistra. Giunti al crocevia con a destra Via Roccatagliata, punto di arrivo al ritorno, si prosegue diritto seguendo sempre il Quadrato Rosso Vuoto fino all’incrocio con Via Alle Piane di Molassana dove si svolta a destra. (160 m) Si segue uno strano contrassegno formato da un Cerchio Pieno con Tre Punti in Alto. Si percorre un breve tratto di sterrata fino all’ultima casa, subito dopo, dove diventa sentiero che sale nella boscaglia. Dopo circa 170 m, appena sotto a una casa, si devia a sinistra per proseguire in piano. Qui il sentiero dovrebbe proseguire diritto, ma in realtà il percorso compie un giro attorno alla casa per poi continuare a salire nel bosco. In breve si arriva alle Terre Rosse, curiosi fenomeni calanchivi scavati in una formazione di argilliti varicolori ("Argilliti di Montoggio"), che variano dal rosso vinaccia al verde acqua. Volendo, se si svolta a destra, si può salire per un centinaio di metri, all'altura dove si trovano i ruderi del Castelluzzo. (308 m) Si tratta di un antichissimo avamposto difensivo, risalente addirittura al X secolo, oggi nascosto dalla boscaglia. Era stato costruito per difendere dalle invasioni dei Saraceni la tenuta vescovile e le vie che percorrevano la val Bisagno. Ne rimangono pochi ruderi di una torre a pianta circolare e di una a pianta quadrata. Proseguendo si raggiunge presto un crocevia dove ci sono i ruderi di una vecchia trattoria. Senza più tetto, i muri perimetrali che resisteranno ancora per poco, era frequentata una volta dagli abitanti di Struppa e di Molassana. Al crocevia infatti arriva la vecchia mulattiera di Cartagenova: via del Perdono. Si prosegue lungo una bella mulattiera risistemata, che si innalza con qualche tornante lungo un ripido versante boscoso. Doppiato un contrafforte poco marcato, si continua in ripida ascesa tra bosco misto e piccole radure, fino a sbucare su una spalla erbosa pianeggiante che segna l'inizio della Costa Maltempo. Seguendo ora un sentiero poco marcato lungo il filo dell'ampio contrafforte, si sale tra erba, rocce e arbusti fino alla Croce di San Siro. (501 m). Posta su un panoramico spallone pianeggiante una quarantina di metri sotto alla vetta vera e propria del Monte Croce di San Siro, la grande croce metallica è stata eretta nel 1984. Accanto si trova l'antica Cappella di San Siro che richiederebbe qualche restauro.
Proseguendo per la sommità del Monte Croce di San Siro, poco dopo si passa accanto ad un ovile costituito da baracche fatiscenti costruite sul crinale, contornate da pallets di legno e altro materiale raccolto e abbandonato. Poco dopo si raggiunge la strada provinciale per Creto in corrispondenza del tornante chiamato Curva del Perdono. (564 m). Purtroppo a sinistra nella scarpata vi è una sorta di discarica a cielo aperto dove venivano "buttate giu" le macchine rubate. Ad oggi dicono che ce ne siano più di 50, tutte praticamente irrecuperabili. Il sentiero segnalato trascura la rotabile per risalire l'ultimo panoramico tratto della Costa Maltempo; si scavalca un bel dosso erboso allungato (620 m), quindi si scende in breve ad un piccolo ripiano dove si ritrova il segnavia "Quadrato Rosso Vuoto". Poco più avanti ci si congiunge a via Villini di Creto che, se seguita a destra, porta in breve al Colle di Creto (603 m). Si tratta di una sella erbosa sullo spartiacque principale dell'Appennino, dove sorge l'omonimo paese. Si trova all'estremità meridionale del piccolo altopiano carsico dei Piani di Creto. Da qui si può salire al Monte Carossino o al Monte Alpesisa.
Si cammina in leggera salita tra i villini, incontrando più avanti sulla destra una chiesetta che si affaccia sul Rio Torbido, importante affluente di destra del Bisagno. Dopo un’ultima costruzione che assomiglia a una baita, si prosegue su una tortuosa mulattiera pianeggiante e a mezza costa, che arriva poi sul bordo di un’ampia valle prativa incisa da un rio, allargandosi sulla sinistra fino a quando il bosco la chiude. Si piega a destra, continuando a seguire l’Alta Via, entrando in leggera salita sotto un bosco di alti alberi. La mulattiera continua larga e tortuosa, diventando più ripida e descrivendo alcuni saliscendi tra pini e rovere. Si risale una rampa sassosa sotto un fitto noccioleto, sbucando nel pascolo invaso dagli asfodeli, dove il sentiero si suddivide in numerose tracce create dal pascolo delle mucche. Si attraversa una zona prativa, disseminata da deiezioni delle mandrie dove scorrono nel fango rivoletti d’acqua. Si raggiunge il passo aperto, ai piedi dell’imponente Alpesisa, sopra la Gola di Sisa al bivio con il percorso segnato con + rosso diretto a San Martino di Struppa. (730 m). Dal bivio tra Alta Via e sentiero segnato con + rosso, si prosegue in salita sull’AV che in quel tratto risale ripida sul versante prativo e terroso dell’Alpesisa. Si entra nel bosco seguendo uno stretto sentiero a mezza costa passando in mezzo a rocce affioranti e attraversando un’area dove crescono noccioli e castagni.
Arrivati su un crinale boscoso secondario, si abbandona l’AV, piegando a destra su una traccia diritta segnata con una chiazza rossa. (790 m) Si passa tra rocce affioranti, attraversando poi una radura
Per arrivare, sempre in ripida salita, su un contrafforte boscoso. Si attraversa un prato in moderata salita al limite del bosco, che precede il tratto finale in pieno prato, sul fianco nord dell’Alpesisa, molto ripido e pietroso. Alla fine si guadagna la piatta, lunga cima prativa e panoramica del Monte, dove si trova una caratteristica croce formata da due balestre di tram, ad opera dei "tramvieri" dell'AMT di Genova. (989 m) Il bellissimo panorama permette di ammirare le Alpi Liguri, il Monviso, gran parte dell'Appennino, i Forti di Genova e il vicino monte Bano. Dalla cima, proseguendo in direzione Sud si inizia a scendere ripidamente per una “diretta” tra roccette e gradoni fino al prato sottostante e successivamente al Monte Piano di Croce. (776 m) Segnavia due Rombi Rossi Pieni. Seguendo l’oleodotto si continua la discesa, a tratti ripida, quasi in linea retta che poi si trasforma in sentiero nei pressi di una casa. Un paio di tornati e si arriva ad una piccola radura dalla quale, svoltando a destra, si prosegue su di una bella mulattiera fino all’asfalto dell’abitato di Borgano. (390 m) Proseguendo sulla stradetta si giunge alla Chiesa san Martino di Struppa (331 m) da dove inizia la “creuza” che passando dapprima per la chiesetta di Santi Cosma e Damiano, intercetta il Percorso dell’Acquedotto Storico di Genova in via Giovanni Trossarelli.
Il percorso procede immerso fra orti e ulivi, fino a perdersi sotto il manto stradale di via Trossarelli e riprendere il suo corso in corrispondenza di via Inferiore Gambonia. Questo tratto, venne abbandonato dopo il 1878, anno in cui si realizzò la galleria omonima, disposta più a monte e lunga ben mezzo chilometro. In prossimità del raccordo fra il vecchio tracciato e la più recente galleria si trovano alcuni filtri con un’area di sosta attrezzata con tavolini, che precedono il lungo e maestoso ponte canale sul rio Torbido costruito all’epoca del prolungamento fino alla prima presa sul torrente Bargaglino. La prima pietra del nuovo acquedotto venne posta proprio nella struttura di questo ponte il 17 maggio del 1623, per mano dell’architetto Aicardo. Poco oltre i filtri, all’imbocco del ponte, si trovano due mulini analoghi a quelli di Cavassolo, realizzati nel 1825 e alimentati sfruttando il salto di quota con la derivazione della presa sul rio Torbido. Il percorso su questo ramo del condotto è sconsigliato per la mancanza di manutenzione e per la presenza di alcuni tratti completamente franati che rendono difficoltosa la passeggiata che altrimenti condurrebbe ad un angolo caratteristico della valletta, animato da laghetti e cascatelle. Superato il maestoso ponte a sette arcate, si ritrova un’altra serie di filtri prima di attraversare il rio Piaggetto percorrendo un ponte canale costruito nel 1827 in sostituzione di un tratto di condotto franato. Da qui, oltrepassati i vecchi lavatoi, un tempo alimentati dall’acquedotto, si raggiunge rapidamente la strada Provinciale 13 per Creto. Dopo aver attraversato la via di Creto, nei pressi dell’abbazia di San Siro, all’altezza di salita G. Bertora, si ritrova la strada dell’acqua che, per un lungo tratto, rasenta il muro di cinta del cimitero di Struppa, prima di procedere attraverso un ponte ottocentesco di 19 arcate che supera a meno di dieci metri di altezza il rio Consiglieri. Anche questo ponte canale venne costruito in sostituzione del vecchio percorso i cui resti sono ancora visibili più a monte. Proseguendo fra castagneti e frutteti si supera il rio Coverciaro, che molto probabilmente alimentava l’originario acquedotto romano; qui un tratto più recente del condotto corre all’interno di una breve galleria, mentre il percorso esterno mantiene le tracce di quello antecedente e incontra il sentiero che conduce ai ruderi dell’antico castelluzzo dell’Olivo nei pressi delle Terre Rosse. Il percorso si apre ora al di sopra del giro del Fullo, mostra una piccola chiusa e conduce fino alla chiesa di Nostra Signora Assunta di Molassana, nei pressi di via San Felice, per poi spingersi fino all’immissione nel ponte sifone sul Geirato. All’incrocio con via San Felice ritroviamo il percorso dell’andata che si segue fino al punto di partenza.
Waypoints
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958 ft
Antica Locanda
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Borgano
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Castelluzzo (Rudere)
Castelluzzo Genova, ITA
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Curva del Perdono
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Domus Mater Dei
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1,775 ft
Monte Croce di San Siro
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San Martino
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Santa Maria Assunta
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Santi Cosma e Damiano
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Terre Rosse
Comments (4)
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piu' che ottimo, descrizione sempre all'altezza..
Descrizione precisa, ottima. Grandissimo. Sabato prossimo la faccio.
Grazie Fabio....
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Ottimo percorso, traccia completa, precisa e ricca di informazioni dettagliate.