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19/08/2021 GARES - Val di Col - banca delle Fede - val delle Comelle - Gares

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Trail stats

Distance
10.98 mi
Elevation gain
7,907 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
7,907 ft
Max elevation
8,852 ft
TrailRank 
61
Min elevation
4,549 ft
Trail type
Loop
Time
11 hours 48 minutes
Coordinates
5817
Uploaded
August 29, 2021
Recorded
August 2021
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near Gares, Veneto (Italia)

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Itinerary description

Gares, lasciamo l’auto nel parcheggio alto di Gares. Il primo obiettivo sono i piani di Campido che però non raggiungeremo tramite i sentieri 754-755 ma sfruttando una vecchia traccia ormai in disuso che Carlo conosce e la quale risale la val di Col.Attenzione alla lunghezza del percorso che presenta brevi tratti attrezzati ed esposti, nulla di difficile, ma che possono mettere in difficoltà chi soffre di vertigini.

IN ESTREMA SINTESI
Distanza totale: 17,7 Km (6,2↑ 9,3↓ 2,2↔)
Altitudine massima: 2.730 m
Altitudine minima: 1.386 m
Dislivello assoluto: 1.344 m
Totale salita: 1.461 m
Totale discesa: 1.424 m
Tempo totale: 12h (soste incluse)

Gares. Quota 1381 mt.
Dal parcheggio attraversiamo il centro di Gares per prendere il sentiero 704 da cui faremo ritorno e che si dirige verso la cascata delle Comelle, qui a Gares le fonti d’acqua abbondano, in paese ce ne sono almeno tre. Lasciamo le ultime case con i loro coloratissimi orticelli e ci inoltriamo nel bosco, in breve raggiungiamo il fatidico bivio non segnalato dove prendiamo la destra (0.6 km, 1422 m, 15′). Qui inizia l’avventura, si perché il sentiero è proprio una labile traccia, e nella prima parte ci affidiamo totalmente a Carlo il quale però qua e la ci fa notare che ci sono ancora i vecchi segni ormai sbiaditi. Superiamo un anfratto utilizzato come nascondiglio da tale Battista detto il Sìmonel (1793-1880) datosi alla macchia per sfuggire ai reclutamenti napoleonici, così riporta la preziosa ed incredibile guida di Carlo. Ci inerpichiamo su per il bosco e superiamo un primo sbalzo che ci porta su un pianoro all’alltezza della val di Creta, procediamo in direzione sud verso la val di Col che dovremo poi risalire fino ai piani di Campido. E’ proprio alla fine di questo pianoro poco prima di svoltare a destra e riprendere a salire che su un masso davanti a me si erge un bellissimo e giovane camoscio, ci fissiamo per qualche istante, scattargli una foto è la prima cosa che mi passa per la testa, lui si mette in posa, poi un secondo dopo aver abbassato la macchina spicca un balzo, attraversa il sentiero imprimendo il suo agile profilo nel cielo blu e nei miei occhi per poi sparire nel bosco di sotto, meraviglioso, per una buona mezzora non penso ad altro, rivedo continuamente questa fantastica immagine come se una diapositiva si fosse incastrata nel caricatore. Provo a dimenticare immortalando altre bellezze sparse nei prati situati alla base della val di Col come i fiori di Cardo e l’aconito (Aconitum napellus, contiene aconitina sostanza della quale bastano pochi milligrammi per causare la morte). Raggiungiamo e superiamo un ampio pianoro erboso e ci portiamo sotto al sasso Todesco (2541 mt) che accoglie appunto la val di Col tra il suo versante nord ed il versante sud del dirimpettaio Drioparé (2363 mt). Nella prima parte risaliamo un deposito detritico fino a raggiungere un salto roccioso, che superiamo a quattro zampe, per proseguire successivamente su ampi prati ormai privi di vegetazione, solo erba e fiori, sotto di noi squarci di sole illuminano quanto percorso sotto il sasso Todesco. Proseguiamo ad affrontare un secondo pianoro detritico ma prima Carlo mi fa notare un vallone fra le rocce alla nostra sinistra promettendomi di farmi vedere più tardi dove sbuca. Superato il secondo pianoro detritico si raggiungono i piani di Campido.

Piani di Campido (4,3 km, 2400 mt, 4h).
Quattro ore per arrivare fino a qui, ma questa traccia la trovo più remunerativa rispetto a quella segnata (755). I piani sono qualcosa di meraviglioso, un piccolo altopiano erboso che ben si presta ad una notte in tenda, alla nostra sinistra le nubi nascondono i campanili di Lastei e dietro il Campanile di Campido (2608 mt) fa da guardia ai piani mentre sulla destra svettano cima Campido (3001 mt), il Focobon (3054 mt) e cima Zopel (2813 mt) dal cui versante sud sale la normale a cima Campido. Dopo una meritata pausa ristoratrice riprendiamo il cammino verso il passo delle Fede. La salita non lascia tregua anche se la nostra linea è più diretta e quindi ripida rispetto a quella ufficiale che fa un giro più ampio. Calpestiamo gli ultimi fili d’erba poi è solo roccia ma nascosti tra le nebbie non mi sfuggono un bel mazzetto di Genziane blu ed un altro di Genziana viola delle dolomiti.

Passo delle Fede (5 km, 2670 mt, 4h 45′).
Il panorama ora è veramente splendido, peccato per le nubi che continuano a correre tra le cime, raggiunto il passo procediamo verso destra ancora in leggera salita verso la Banca delle Fede, le fede ci spiega Carlo sono le pecore, in pratica si tratta di una cengia abbastanza ampia con qualche punto un po’ esposto o scivoloso ma servito di cavo che aiuta a superare i tratti più critici. Se la si percorre tutta la cengia porta fino al passo delle Farangole, noi tagliamo per il ghiaione fino a innestarci sul sottostante sentiero 703 nonché altavia numero 2. Lungo la cengia quando meno te lo aspetti in mezzo alle rocce due splendidi esemplari di Silene a cuscinetto. Giunti di sotto e voltate le spalle l’imponenza delle cime lascia senza parole, alla nostra destra spiccano la cima (3054 mt) ed il campanile del Focobon (2928 mt) ed a seguire la cresta del Barba, a sinistra le Zirocole (3058 mt) ed il col di Burella (2906 mt), al di la delle quali si trova il bivacco Brunner (2665), in fondo Cima (3038 mt) e campanile di Valgrande (2995 mt) tutto ciò racchiude questo bellissimo vallone appunto di Valgrande. Ci rimettiamo in cammino sull’alta via, una lunga discesa ci attende. Raggiungiamo i primi prati e davanti a noi compare la Lanterna, uno sperone roccioso dalla forma caratteristica, poco più avanti di sotto si comincia ad intravedere la Val delle Comelle. Usciti dalla Valgrande ed aggirata la Torcia ci affacciamo sulla val Strut percorsa dal sentiero 716 che interseca il 703 (2300 mt, 7.3 km, 6h 50′) e porta in alto verso il bivacco Brunner e cima Vezzana, in basso verso la val delle Comelle accorciando notevolmente il percorso (2 km in meno abbondanti) provo a proporre questa soluzione, ma ancora una volta mi viene rifiutata, questo sentiero proprio non riesco a farlo. Il nostro percorso passa sotto il versante est della cima delle Comelle, la Lanterna di Valgrande ormai è alle nostre spalle. Mi dedico ancora ad ammirare i fiorellini e mi accorgo che vi è una presenza massiccia di stelle alpine, piccole, ma numerose, sono veramente tante soprattutto nella parte destra cioé in alto. Il 703 prosegue quasi all’infinito è veramente lungo, ci sono diversi tratti attrezzati da superare, nulla di difficile, ma aiutano nei punti più esposti o scivolosi. Il percorso si incunea nella val delle Galline, sembra non finire mai, si passa ad un certo punto per una strettoia, bisogna tirare dentro la pancia per passare e nel caso togliere lo zaino. Usciti dal val delle Galline percorriamo i bei prati che soteggiano il col dei Cantoni dove ci fermiamo per una pausa prima di avviarci verso il vertice della valle delle Comelle. La visuale da qui è magnifca. L’ultimo tratto percorre la base della val dei Cantoni fino a raggiungere il pian dei Cantoni dove cambiamo direzione.

Pian dei Cantoni (10 km, 2300 mt, 8h 45′).
Siamo al confine tra il pian dei Cantoni e la valle delle Comelle, inzia una lunga discesa sul sentiero 704, siamo ancora alti a 2300 metri. La parte inziale si sviluppa su un fondo ghiaioso, le piccole pietre diventano poi grandi massi bianchi mentre la valle si fa via via più stretta, poi quando meno te l’aspetti arrivano pure dei tratti attrezzati, anche se non si vede stiamo camminando sopra al torrente Liera che scorre sotto le rocce, più avanti fa la sua comparsa insieme a delle notevoli presenze di nevai. Scesi un centianio di metri la valle delle Comelle si presenta davanti a noi in tutta la sua bellezza. Dove il sole non raggiunge le rocce la neve ha resistito alle ondate di calore, ci sono ancora grossi nevai che ormai saranno ricoperti da nuovi fiocchi. Ancora un tratto ferrato che permette di superare velocemente il dislivello facendoci scendere verso quota 2000. Un ghiaione ed un ultimo nevaio, anche il più notevole, ci riportano a calpestare l’erba. Si cammina ora più velcomente e con meno pendenza, incrociamo il sentiero 716 (1950 mt, 12 km, 9h 45′) quello che volevo fare io, e proseguiamo a tratti sul letto del torrente a tratti tra erba,fiori ed i primi alberi che riprendono possesso dell’ambiente. Il Leira appare e scompare di fianco a noi, fino al raggiungimento del Lastedel, dove troviamo un altro tratto attrezzato. Percorriamo un bel prato coperto di fiori viola, poi davanti a noi si profila l’orrido delle Comelle, le pareti si avvicinano lasciando un piccolo passaggio dove scorre ora impetuoso il Leira il cui frastuono si sente già da lontano. Ci sono diversi tratti attrezzati e quattro scalette di metallo che aiutano a superare alcuni salti rocciosi, la fine dell’orrido si può identificare con il ponticello di metallo che permette di attraversarlo passando da una parete all’altra. Pochi metri e finalmente si può ammirare la maestosa cascata delle Comelle (1620 mt, 15.5 km, 11h) Carlo mi fa notare una fessura sulla roccia, è il termine di quella vista ad inizio escursione alla base del Sasso Todesco. Una passerella di legno aggira il deposito d’acqua alla base della cascata poi il sentiero si addentra nel bosco effettuando una specie di ansa verso destra per poi tornare verso la cascata, intanto si scende di un centinaio di metri. Arriviamo ad un bivio dove a destra si prosegue verso il parcheggio basso sotto Gares, mentre a sinistra, la nostra scelta, si arriva in centro a Gares nel parcheggio alto dove abbiamo lasciato l’auto. Questo tratto di sentiero passa attraverso un bellissimo bosco e sbuca nei pressi di una meravigliosa abitazione, ancora pochi metri e siamo all’auto, prima però ci rifocilliamo in una delle fonti situate in paese.

Gares (17,7 km, 1381 mt, 12 h soste incluse).

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Waypoints

PictographWaypoint Altitude 4,549 ft
Photo ofGares. Quota 1381 mt. Photo ofGares. Quota 1381 mt. Photo ofGares. Quota 1381 mt.

Gares. Quota 1381 mt.

Dal parcheggio si attraversa il centro di Gares per prendere il sentiero 704.

PictographWaypoint Altitude 4,665 ft

Bivio per la vecchia traccia (1422 mt, 0.6 km, 15')

Bivio dove lasciamo la traccia ufficiale per prendere a destra la vecchia via

PictographWaypoint Altitude 7,940 ft
Photo ofPiani di Campido. Quota 2400 mt. Distanza 4,3 km. Tempo 4h. Photo ofPiani di Campido. Quota 2400 mt. Distanza 4,3 km. Tempo 4h. Photo ofPiani di Campido. Quota 2400 mt. Distanza 4,3 km. Tempo 4h.

Piani di Campido. Quota 2400 mt. Distanza 4,3 km. Tempo 4h.

Quattro ore per arrivare fino a qui, ma questa traccia la trovo più remunerativa rispetto al sentiero ufficiale (755).

PictographWaypoint Altitude 8,760 ft
Photo ofPasso delle Fede. Quota 2670 mt. Distanza 5 km. Tempo 4h 45′. Photo ofPasso delle Fede. Quota 2670 mt. Distanza 5 km. Tempo 4h 45′. Photo ofPasso delle Fede. Quota 2670 mt. Distanza 5 km. Tempo 4h 45′.

Passo delle Fede. Quota 2670 mt. Distanza 5 km. Tempo 4h 45′.

Banca delle Fede, le fede sono le pecore, in pratica si tratta di una cengia abbastanza ampia con qualche punto un po’ esposto o scivoloso ma servito di cavo che aiuta a superare i tratti più critici. Se la si percorre tutta la cengia porta fino al passo delle Farangole, noi tagliamo per il ghiaione fino a innestarci sul sottostante sentiero 703 nonché altavia numero 2.

PictographWaypoint Altitude 7,546 ft
Photo ofPian dei Cantoni. Quota 2300 mt. Distanza 10 km. Tempo 8h 45′. Photo ofPian dei Cantoni. Quota 2300 mt. Distanza 10 km. Tempo 8h 45′. Photo ofPian dei Cantoni. Quota 2300 mt. Distanza 10 km. Tempo 8h 45′.

Pian dei Cantoni. Quota 2300 mt. Distanza 10 km. Tempo 8h 45′.

Siamo al confine tra il pian dei Cantoni e la valle delle Comelle, inzia una lunga discesa sul sentiero 704, siamo ancora alti a 2300 metri. La parte inziale si sviluppa su un fondo ghiaioso, le piccole pietre diventano poi grandi massi bianchi mentre la valle si fa via via più stretta, poi quando meno te l’aspetti arrivano pure dei tratti attrezzati, anche se non si vede stiamo camminando sopra al torrente Liera che scorre sotto le rocce, più avanti fa la sua comparsa insieme a delle notevoli presenze di nevai.

PictographWaypoint Altitude 7,546 ft
Photo ofIncrocio 703 con 716 (1950 mt, 12 km, 9h 45′)

Incrocio 703 con 716 (1950 mt, 12 km, 9h 45′)

Incrocio con il sentiero 716 che arriva da sinistra.

PictographWaypoint Altitude 5,322 ft
Photo ofCascata delle Comelle (1620 mt, 15.5 km, 11h) Photo ofCascata delle Comelle (1620 mt, 15.5 km, 11h)

Cascata delle Comelle (1620 mt, 15.5 km, 11h)

La maestosa cascata delle Comelle

PictographWaypoint Altitude 5,056 ft
Photo ofBivio per Gares (16 km, 1550 m, 11h 10')

Bivio per Gares (16 km, 1550 m, 11h 10')

Bivio dove a destra si prosegue verso il parcheggio basso sotto Gares, mentre a sinistra, la nostra scelta, si arriva in centro a Gares nel parcheggio alto dove abbiamo lasciato l’auto

Comments  (1)

  • Photo of ski alper
    ski alper Jul 17, 2023

    16/07/2023
    Ciao, ho seguito il tuo percorso - al contrario - perché la prospettiva di seguire un percorso inusuale, su una traccia ormai in disuso, come dici tu, mi aveva ingolosito. Sinceramente però mi sento di fare un appunto. In primo luogo mi pare che la classificazione della difficoltà sia un po' sottovalutata, non tanto per me, ma pensando all'escursionista medio io direi che è abbastanza difficile, ma questa è una tua valutazione. Per quanto riguarda il percorso, non so dove hai visto tracce di sentiero seppur labili. Io, scendendo, mi sono affidato completamente al Gps e non ho avuto particolari problemi ma tracce non ce ne sono, si scende per prati e roccette ma niente tracce, ne ometti, ne bolli che per quanto vecchi segni ne lasciano. Effettivamente più giù ho trovato tracce di sentiero, ma ormai ero arrivato ai mughi e da quando si lascia il sentiero 755 prima di arrivare ai mughi più o meno si scende di almeno 150 m. di dislivello.
    Inoltre, quello che tu liquidi come "salto roccioso", in realtà è una cascata, asciutta, abbastanza appoggiata, con la roccia levigata dall'acqua e fuori da questa si va su rocce ripide e erba. In alcuni punti non è sufficiente andare "a quattro zampe" ma bisogna arrampicare - E non ho sbagliato a seguire la traccia perché nel punto di cui sto parlando, la mia traccia e la tua si sovrappongono perfettamente. Malauguratamente si dovesse cadere dalla cima del salto fai un volo di almeno una cinquantina di metri. Se preferisci possiamo definirlo un ruzzolone, dato che la roccia è effettivamente appoggiata, ma quando sei in fondo il risultato e lo stesso. Con il sentiero che passa a qualche centinaio di metri a sinistra, non capisco che senso abbia scendere da dove sei sceso tu. Ma anche queste sono valutazioni tue. Ora, non so quali siano le tue capacità escursionistiche ma bisognerebbe essere un minimo realistici. E' apprezzabile che la montagna susciti in te emozioni tanto intense ma in una relazione, quello che interessa è la descrizione del percorso e delle difficoltà che si incontrano. Le emozioni le scriviamo nel nostro diario. Quando si mettono tracce in rete bisogna pensare a chi legge, all'escursionista medio, appunto, che magari poi decide di seguirle perché la gita è classificata di moderata difficoltà. Poi la gente si fa male - o peggio -

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