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17 - Da Lauria a Castelluccio Inferiore

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Trail stats

Distance
10.26 mi
Elevation gain
1,417 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,578 ft
Max elevation
2,760 ft
TrailRank 
28
Min elevation
1,570 ft
Trail type
One Way
Time
one hour 14 minutes
Coordinates
368
Uploaded
March 8, 2024
Recorded
January 2023
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near Lauria, Basilicata (Italia)

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Itinerary description

Dalla Fontana Borbone a Lauria seguiamo il sentiero che ci conduce sul tracciato ferroviario (vedi Tappa 3). Sul ponte ferrato ci ritroviamo in uno snodo fondamentale del nostro cammino e, tenendo come riferimento la valle del Noce (che si staglia innanzi ai nostri occhi), proseguiamo sulla sinistra verso il Parco Nazionale del Pollino (ricordiamo che andando a destra si entra invece nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Lagonegrese – Tappa 3). I primi passi sulla vecchia ferrovia, che oggi è la già citata ciclovia turistica LagonegroRotonda, sono all’interno della galleria Pastorella: lunga, fredda e decisamente umida! Per fortuna da qualche tempo illuminata. Appena usciti dal traforo, sulla destra segnaliamo il sentiero che porta alla Falesia Fabio Limongi, una parete per arrampicata purtroppo poco frequentata. Pensate che per la sua inaugurazione il grande Fabio fece venire nientepopodimeno che il mitico Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo, uno dei più grandi – forse il più grande - arrampicatore italiano. Poco più avanti incrociamo il primo casello abbandonato con l’indicazione Lauria, segno tangibile del decadimento di questa opera fondamentale, che nella prima metà del secolo scorso ha rappresentato il punto di rottura dell’isolamento delle realtà montane che attraversava. Camminando sulla pista fendiamo la valle di Menavoli fino a giungere nella piana di Galdo, dove il tracciato ferroviario scompare momentaneamente, ma le attente segnalazioni ci permettono di seguire con facilità il percorso della ciclabile. Attraversiamo l’area industriale e, alzando lo sguardo, possiamo ammirare davanti a noi il Monte La Spina; camminiamo per qualche minuto sull’asfalto della SS19 e, dopo poco più di un chilometro, sulla destra, ci ritroviamo al casello di Prestieri. Qui, riprendiamo il sentiero di ferro in una lunga e dolce discesa, avvolta dal bosco di faggi, fino a quando non compare davanti a noi il borgo di Castelluccio Superiore, arroccato e pittoresco. Poco dopo, attraversiamo la galleria elicoidale, vero gioiello ingegneristico, che separa Castelluccio Superiore da Castelluccio Inferiore, prima di immetterci su via Roma: siamo giunti nel borgo di sotto, porta d’ingresso alla valle del Mercure e del Parco Nazionale del Pollino. Il paese è un antico feudo dei Sanseverino, che sorge a valle di Castelluccio Superiore (fino al 1813 erano un unico comune) e alle pendici del Cozzo Pastano dove è arroccato l’antico Santuario della Madonna del Soccorso. Recenti scoperte archeologiche potrebbero riscrivere la storia locale, in quanto corroborano l’ipotesi che Castelluccio sia quella leggendaria Nerelum che compare nella Tabula Peutingeriana. Oggi, i suoi vicoli, i suoi palazzi, le sue chiese ne fanno un vero e proprio gioiellino dall’impianto medievale che si caratterizza per la ricchezza di sorgenti e di acqua. Difatti, appena arrivati nel centro storico è ancora visibile un microsistema di opifici che traevano dall’acqua la forza motrice per filare. Ma, Castelluccio è ideale per gli amanti della natura, tra il bosco Difesa, l’area montana della Fagosa e la valle del Peschiera; senza dimenticare la vasta gamma di leccornie che è capace di offrire, dai rafaiul (ravioli di ricotta), i cavatidd’ (gnocchi) e il piccidat’ (buccellato) preparato in occasione della Santa Pasqua.

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