10 vette over 2000 del Parco Nazionale del Pollino
near Sorgenti di Frido, Basilicata (Italia)
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Itinerary description
Escursione davvero impegnativa per chilometraggio, dislivello e organizzazione. Le 15 ore dell'itinerario dipendono molto dal fatto che ce la siamo presa molto comoda inizialmente per gustarci la bellezza del Parco successivamente ci siamo un pò arenati per stanchezza. Si tratta forse, nel complesso, della più bella escursione mai fatta.
Dal paese di Viggianello dove abbiamo alloggiato si impiegano circa 40 minuti per raggiungere il punto di partenza dell'escursione, il Colle d'Impisio.
Alle 6:00 abbiamo iniziato la nostra escursione seguendo un anello concordato in partenza senza purtroppo l'avallo di una carta escursionistica e avvalendoci di una traccia Wikiloc che purtroppo non segnava nessun waypoint.
Il sentiero seguito per raggiungere la prima vetta Serra del Prete è il 920. Si sale attraverso un bosco per il sentiero dei carbonai, si attraversano brevi radure per poi uscire dal bosco e finire l'ascesa allo scoperto in una calda alba di giugno.
Dalla Serra del Prete 2180mt il panorama già prefigura tutta l'ampia gamma di meraviglie che avremmo assaporato.
Dalla vetta abbiamo proseguito su cresta in direzione della fonte del Gaudolino. Sul termine della linea di cresta ci siamo diretti scendendo verso un canale di scolo della neve infilandoci nel bosco. La discesa è avvenuta tutta fuori sentiero, leggermente difficoltosa per il fondo reso scivoloso dalle foglie secche. Seguendo il canale abbiamo rintracciato un sentiero all'altezza di un grande albero che ci ha ricondotti sul 920. In un attimo poi siamo arrivati alla fonte del Gaudolino, vi è anche un rifugio ben tenuto che porta lo stesso nome. Fatta scorta di acqua (non ci saranno più fonti a portata di mano) ci siamo diretti verso la seconda ascesa, quella al Pollinello. Abbiamo seguito inizialmente una carrareccia che però avrebbe aggirato il massiccio facendoci salire dalla parte sud del complesso, quindi abbiamo tagliato nel bosco, fuori sentiero, per riprendere il percorso che ci avrebbe portato a vedere gli enormi pini Loricati presenti esclusivamente nel Parco del Pollino. Qui abbiamo perso un pò di tempo ad osservare e fotografare gli enormi fossili viventi, abbiamo addirittura fatto un largo giro in cerca di altri enormi esemplari, soprattutto del più antico, Il Patriarca, di almeno 2000 anni di età. Questo ampio giro ci ha riportato sul sentiero che sale a sud del massiccio verso il Pollinello. Tra una cosa e l'altra la cima della Serra del Pollinello 2044mt l'abbiamo sfiorata per una decina di metri, si trova esattamente a poche centinaia di metri dalla sella del Pollinello, il consiglio per chi segue la traccia è quello di camminare sempre su cresta.
Dalla sella abbiamo impettato fuori sentiero in direzione del Pollino, questo è preceduto da un piccolo calderone glaciale con omini di pietra tutt'intorno che conducono tutti alla vetta principale. Dal Monte Pollino 2248mt il panorama e suggestivo, il sole ormai alto e la vetta della Serra Dolcedorme ci suggerisce che ci vorrà tempo e fatica per raggiungerla.
Attraverso cresta siamo scesi in direzione del Colle del Malevento che indica 1h10 per salire in vetta alla Serra.
La salita è dura, tutta scoperta sotto un sole cocente. Salendo sul sentiero fare attenzione alla vetta della Timpa di Valle Piana 2163mt che si trova sulla destra e che si affronta lasciado il percorso battuto. L'ultimo tratto per salire sul Dolcedorme avviene su un sentierino sdrucciolevole e un centinaio di metri di dislivello. Dalla vetta del Dolcedorme 2266mt il panorama è fantastico, anche se l'aria è resa fosca dall'umidità è possibile vedere il Golfo Ionico, la piana di Castrovillari, tutto il complesso circolare delle vette del Pollino, quelle fatte e quelle da fare, e il letto del torrente Raganello che nel 2018 ha provocato 10 morti nelle sue gole.
Dalla Serra Dolcedorme bisogna proseguire su cresta in direzione S/E per raggiungere la distante Timpa del Pino di Michele 2069mt che prende il nome da un addetto alla forestale che amava salire su questa vetta.
Dalla cima scendere a mezza costa in direzione Acquafredda, scendendo si intercetta un sentiero che conduce attraverso una radura e un bosco chiamato anche degli alberi serpenti. Ora l'ultimo sforzo è salire sull'ultimo complesso del Parco che ci porterà alle 4 vette finali.
La salita è dura per i chilometri accumulati, si sale attraverso bosco e radura lasciando il sentiero battuto, si arriva all settima vetta, Serra delle Ciavole Sud 2127mt, la scritta è sul pezzo di legno piantato tra i sassi. Poi si prosegue su cretsa attraverso un paesaggio che non ha eguali, si costeggia sulla destra un pendio scosceso con sotto un immenso bosco e le gole del Raganello, a sinistra la valle del piano di Jannace, il tutto attraverso quel che riamane di un bosco di pini Loricati, una cosa fantastica.
La vetta sucessiva prevede anche un passaggetto di 3° grado giusto per non farci mancare niente. Si giunge così sulla Serra delle Ciavole Nord 2130mt. Il consiglio è sempre di passare su cresta, le vette potrebbero essere saltate se no si possiede una carta del Parco o una traccia segnata.
Si scende di nuovo e si risale sulle ultime due vette attraverso un breve dislivello, la vetta successiva è la Serretta della Porticella 2000mt, anche questa bisogna andarsela a cercare, si attraversa un bosco di pini Loricati e una breve macchia per raggiungere l'ultima vetta, nell'olimpo degli dei, un piccolo anfiteatro naturale fatto di pietre aguzze, pini Loricati e un paesaggio che da modo di osservare da un'altra prospettiva tutto il Parco attraversato. Lasciati gli zaini sotto la sella saliamo costeggiando tutta la cresta. L'ultima vetta è la Serra di Crispo 2053mt.
D'ora in poi l'obbiettivo è tornare alla macchina prima che faccia buio. Direzione Piani di Jannace. Raggiungiamo il ruscello, lo attraversiamo e ci dirigiamo verso il sentiero che conduce ai piani di Gaudolino. Intercettiamo il sentiero che ben presto si trasforma in una carrareccia molto ampia, ma tutto il tratto finale avviene all'interno di un fitto bosco e la visibilità inizia a calare. Giunti a valle abbandoniamo la carrareccia (seguendola si arriva comunque al parcheggio ma non ci siamo fidati) e iniziamo un fuori sentiero nella macchia ormai buia fino ad intercettare il sentiero giusto, montata la lampada frontale andiamo traccia wikiloc alla mano spediti sino a raggiungere finalmete il punto di partenza. Alle 21 mettiamo fine a questa esperienza unica.
Dal paese di Viggianello dove abbiamo alloggiato si impiegano circa 40 minuti per raggiungere il punto di partenza dell'escursione, il Colle d'Impisio.
Alle 6:00 abbiamo iniziato la nostra escursione seguendo un anello concordato in partenza senza purtroppo l'avallo di una carta escursionistica e avvalendoci di una traccia Wikiloc che purtroppo non segnava nessun waypoint.
Il sentiero seguito per raggiungere la prima vetta Serra del Prete è il 920. Si sale attraverso un bosco per il sentiero dei carbonai, si attraversano brevi radure per poi uscire dal bosco e finire l'ascesa allo scoperto in una calda alba di giugno.
Dalla Serra del Prete 2180mt il panorama già prefigura tutta l'ampia gamma di meraviglie che avremmo assaporato.
Dalla vetta abbiamo proseguito su cresta in direzione della fonte del Gaudolino. Sul termine della linea di cresta ci siamo diretti scendendo verso un canale di scolo della neve infilandoci nel bosco. La discesa è avvenuta tutta fuori sentiero, leggermente difficoltosa per il fondo reso scivoloso dalle foglie secche. Seguendo il canale abbiamo rintracciato un sentiero all'altezza di un grande albero che ci ha ricondotti sul 920. In un attimo poi siamo arrivati alla fonte del Gaudolino, vi è anche un rifugio ben tenuto che porta lo stesso nome. Fatta scorta di acqua (non ci saranno più fonti a portata di mano) ci siamo diretti verso la seconda ascesa, quella al Pollinello. Abbiamo seguito inizialmente una carrareccia che però avrebbe aggirato il massiccio facendoci salire dalla parte sud del complesso, quindi abbiamo tagliato nel bosco, fuori sentiero, per riprendere il percorso che ci avrebbe portato a vedere gli enormi pini Loricati presenti esclusivamente nel Parco del Pollino. Qui abbiamo perso un pò di tempo ad osservare e fotografare gli enormi fossili viventi, abbiamo addirittura fatto un largo giro in cerca di altri enormi esemplari, soprattutto del più antico, Il Patriarca, di almeno 2000 anni di età. Questo ampio giro ci ha riportato sul sentiero che sale a sud del massiccio verso il Pollinello. Tra una cosa e l'altra la cima della Serra del Pollinello 2044mt l'abbiamo sfiorata per una decina di metri, si trova esattamente a poche centinaia di metri dalla sella del Pollinello, il consiglio per chi segue la traccia è quello di camminare sempre su cresta.
Dalla sella abbiamo impettato fuori sentiero in direzione del Pollino, questo è preceduto da un piccolo calderone glaciale con omini di pietra tutt'intorno che conducono tutti alla vetta principale. Dal Monte Pollino 2248mt il panorama e suggestivo, il sole ormai alto e la vetta della Serra Dolcedorme ci suggerisce che ci vorrà tempo e fatica per raggiungerla.
Attraverso cresta siamo scesi in direzione del Colle del Malevento che indica 1h10 per salire in vetta alla Serra.
La salita è dura, tutta scoperta sotto un sole cocente. Salendo sul sentiero fare attenzione alla vetta della Timpa di Valle Piana 2163mt che si trova sulla destra e che si affronta lasciado il percorso battuto. L'ultimo tratto per salire sul Dolcedorme avviene su un sentierino sdrucciolevole e un centinaio di metri di dislivello. Dalla vetta del Dolcedorme 2266mt il panorama è fantastico, anche se l'aria è resa fosca dall'umidità è possibile vedere il Golfo Ionico, la piana di Castrovillari, tutto il complesso circolare delle vette del Pollino, quelle fatte e quelle da fare, e il letto del torrente Raganello che nel 2018 ha provocato 10 morti nelle sue gole.
Dalla Serra Dolcedorme bisogna proseguire su cresta in direzione S/E per raggiungere la distante Timpa del Pino di Michele 2069mt che prende il nome da un addetto alla forestale che amava salire su questa vetta.
Dalla cima scendere a mezza costa in direzione Acquafredda, scendendo si intercetta un sentiero che conduce attraverso una radura e un bosco chiamato anche degli alberi serpenti. Ora l'ultimo sforzo è salire sull'ultimo complesso del Parco che ci porterà alle 4 vette finali.
La salita è dura per i chilometri accumulati, si sale attraverso bosco e radura lasciando il sentiero battuto, si arriva all settima vetta, Serra delle Ciavole Sud 2127mt, la scritta è sul pezzo di legno piantato tra i sassi. Poi si prosegue su cretsa attraverso un paesaggio che non ha eguali, si costeggia sulla destra un pendio scosceso con sotto un immenso bosco e le gole del Raganello, a sinistra la valle del piano di Jannace, il tutto attraverso quel che riamane di un bosco di pini Loricati, una cosa fantastica.
La vetta sucessiva prevede anche un passaggetto di 3° grado giusto per non farci mancare niente. Si giunge così sulla Serra delle Ciavole Nord 2130mt. Il consiglio è sempre di passare su cresta, le vette potrebbero essere saltate se no si possiede una carta del Parco o una traccia segnata.
Si scende di nuovo e si risale sulle ultime due vette attraverso un breve dislivello, la vetta successiva è la Serretta della Porticella 2000mt, anche questa bisogna andarsela a cercare, si attraversa un bosco di pini Loricati e una breve macchia per raggiungere l'ultima vetta, nell'olimpo degli dei, un piccolo anfiteatro naturale fatto di pietre aguzze, pini Loricati e un paesaggio che da modo di osservare da un'altra prospettiva tutto il Parco attraversato. Lasciati gli zaini sotto la sella saliamo costeggiando tutta la cresta. L'ultima vetta è la Serra di Crispo 2053mt.
D'ora in poi l'obbiettivo è tornare alla macchina prima che faccia buio. Direzione Piani di Jannace. Raggiungiamo il ruscello, lo attraversiamo e ci dirigiamo verso il sentiero che conduce ai piani di Gaudolino. Intercettiamo il sentiero che ben presto si trasforma in una carrareccia molto ampia, ma tutto il tratto finale avviene all'interno di un fitto bosco e la visibilità inizia a calare. Giunti a valle abbandoniamo la carrareccia (seguendola si arriva comunque al parcheggio ma non ci siamo fidati) e iniziamo un fuori sentiero nella macchia ormai buia fino ad intercettare il sentiero giusto, montata la lampada frontale andiamo traccia wikiloc alla mano spediti sino a raggiungere finalmete il punto di partenza. Alle 21 mettiamo fine a questa esperienza unica.
Waypoints
Comments (13)
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Bellissimo e super dettagliato. Complimenti! una sola domanda, prima di arrivare ci si può passare da qualche parte per avere una mappa? credi sia neccessario averla? tutti i percorsi qui parlano di fare "fuori sentiero" e avrei paura di perdermi!
Grazie mille!
Ciao, noi la mappa non l'abbiamo trovata, ma se ce l'hai è sempre utile, anche per individuare fonti d'acqua, comunque se non la riesci a trovare il GPS risulterà di fondamentale importanza.
Ciao ci sono rifugi dove pernottare durante questa bella camminata? Si può spezzare in 2 giorni secondo te? Grazie
Ciao, si c'è un rifugio ben attrezzato e libero, si tratta del Rifugio Gaudolino, l'ho anche segnato sulla mappa, c'è anche una fonte d'acqua, l'unica in tutto il percorso, altre ce ne sono ma lontano dal tracciato che ho fatto io. Quindi si, lo puoi suddividere in 2 tronconi.
Grazie mille!!
Percorso stupendo, unica cosa lo abbiamo fatto con degli zaini da 25 kg, e non e’ stato proprio il caso! Comunque in tutti i casi bellissimo, e perfettamente descritto! Complimenti agli autori.
Grazie infinite!!!
Buongiorno!
Complimenti per il giro, stavo tracciando il percorso per conto mio quando ho visto che qualcuno (voi) lo aveva già fatto!
L'unico mio dubbio è da dove iniziare il giro, se come avete fatto voi o al contrario lasciando come ultima vetta la serra del aver compiuto il tuo giro, tu che ne pensi?
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Guarda noi siamo saliti da colle dell impiso, e ti dico e’ stato molto faticoso, ma stupendo, poi siamo scesi dentro la foresta e siamo usciti a piano del gaudolino ( a proposito, non fate fuochi, ci hanno fatto una multa di 2000 euro e rovinato il we ) comunque detto questo, poi abbiamo campeggiato a gaudolino, e l’indomani siamo saliti a monte pollino, passando tra i pini loricati, bellissimo, e poi siamo riscesi a gaudolino per campeggiare! È un giro che consiglio, l’indomani siamo tornati a colle d impiso tramite il sentiero italia. Abbastanza comodo!
Ciao Mylvius, purtroppo non avendo una cartina del parco non so dirti da dove partire per fare il giro al contrario, noi per motivi logistici l'abbiamo preso dal Colle dell'Impisio, il giro come l'abbiamo fatto è stupendo anche se faticoso, l'unica nota negativa è che l'unica fonte disponibile si trova presso il rifugio Gaudolino ed il resto del percorso lo dovrai fare con la scorta d'acqua che hai pianificato.
Buongiorno Marlow , il prox venerdi faremo una due giorni in tenda per coprire tutte le vette che hai fatto in un giorno . Pianteremo tenda probabilmente alla Sella del Dolcedorme per poi riprendere il giorno dopo fino a Serra di Crispo e ritorno . Ho letto circa le fonti disponibili , quella del Gaudolino e' sicura , pero' poi fino al giorno dopo dovremmo portare almeno 3 litri . La mappa riporta al Piano di Acquafredda una fonte (che voi pero' avete sfiorato) che ci potrebbe alleggerire un po' . Che tu sappia hai avuto modo di sapere se in quella fonte c'e' acqua disponibile ? Gradita anche qualche altra informazione eventualmente , grazie .
Ciao Francesco, purtroppo non so se la fonte Acquafredda sia in secca o meno, il fatto è che la sua portata d'acqua può variare con le stagioni e negli anni, quando andammo noi erano settimane che non pioveva, forse quest'anno le cose sono cambiate. Portatevi spray per zecche e tafani, ci sono animali al pascolo che attirano gli insetti. Per il resto mettetevi in cammino prima che faccia giorno e godetevi lo spettacolo, quei monti sono meravigliosi.
Grazie , forse quest'anno ci sarà un po' d'acqua , cmnq il primo giorno arriveremo tarda mattinata per cui ci godremo un bel tramonto mentre sarà bella l'alba al secondo giorno .