Vajo Squaranto

Il percorso è un esperimento che da tempo volevo fare ma che per mille ragioni non avevo mai realizzato. Il giro inizia da Mizzole vicino a Montorio, facilità di parcheggio. Si parte subito in leggerissima salita, di asfalto, e pian piano passando vigneti terrazzati e piccoli esempi di architettura in pietra, si comincia a risalire la valle. La salita diventa quindi più impegnativa verso la località il Confin, ma si resta in media su di un 6 per cento pedalabile. La strada è pochissimo trafficata di auto, invece spesso è ricca di ciclisti. Saliamo fino ad incrociare la strada che porta a Roverè Veronese, sono circa 13 chilometri. Superiamo il ponte e, svoltando a sinistra, indicazioni Squaranto, proseguiamo la valle. Qui la strada impenna al 10% ma il tratto non è molto lungo. Usciti dalla contrada Squaranto facciamo pochi tornanti e arriviamo al bivio di Guaina che tante volte ho evitato; qui lasciamo l'asfalto e prendiamo a sinistra per il sentiero CAI 254. All'inizio è una bella forestale che pian piano scende fino in fondo al vajo che avevamo faticosamente risalito. Arrivati sul fondo si prende a destra e risaliamo su di un fondo molto irregolare, fatto di sassi e pietre, che in diversi tratti costringe a piedi; sicuramente una MTB sarebbe più adatta. Prima di finire il vajo, che porterebbe a Squarantello, mi lascio tentare dalla deviazione che indica, sulla destra, San Francesco. La risalita del vajo è un dislivello di circa 250 metri con bici in spalla, si può spingere il primo pezzo poi, la pendenza e il sentiero non lo permettono più, e richiedono un passo molto sicuro. Si sbuca dal bosco sull'asfalto all'inizio del paese di San Francesco. Da qui il rientro la discesa tutta in asfalto ci riporta a Mizzole, passando ancora per contrade perse nel tempo.Solo un paio di risalite ci attendono nei 25 chilometri che riportano all'auto.