Gibellina-Castelvetrano-Campobello di Mazara-Mazara del Vallo-Salemi
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Chiesa Madre
La chiesa di gusto neoclassico, presenta una pianta del tipo basilicale a tre navate e abisde a catino rettangolare. Le navate, separate da arcate che poggiano su colonne binate, presentano una semplice decorazione neoclassica. l'opera d'arte più pregevole è il Crocifisso intagliato da Frate Umile da Petralia (1580-1639) dono del duca Giuseppe Di Napoli alla città. Sulle navate laterali si aprono rispettivamente quattro cappelle per lato con altrettanti altari. La copertura è a volte a botte son soprastante struttura lignea e tegole ed il pavimento è in lastre di marmo policromo disposte a disegno geometrico. Esternamente la facciata è scandita da piatte lesene binate in pietra a faccia vista di gusto classicheggiante che sottolineano i tre ingressi, al centro trova posto il portone principale e ai lati i due accessi secondari. Superiormente la facciata prosegue solo nella parte centrale culminando con un timpano triangolare, mentre lateralmente trova posto la torre campanaria. I due ordini della facciata sono segnati da due aggettanti cornicioni tra i quali trovano posto due balaustre in pietra. L'intera facciata è caratterizzata da un'ampia scalinata di accesso.
Murales Don Meli
Un murale per Don Meli a Castelvetrano per ricordare don Baldassare Meli, il prete degli ultimi, morto il 27 giugno scorso.
Chiesa Madre
La chiesa cinquecentesca ha un impianto a tre navate e il portale è decorato da arabeschi medievaleggianti. La copertura a capriate lignee è arricchita da una trave centrale riccamente decorata con stemmi, strumenti musicali ed armi. La volta a crociera è delimitata da due archi trionfali, il primo risalente agli inizi del XVIII secolo, mentre, il secondo è stato edificato dal Serpotta nella seconda metà del XVII secolo. Sono presenti anche numerose opere d’arte e figure in stucco a tutto tondo aggiunte nel corso del Seicento e del Settecento.
Teatro
Senza angoli retti, un unico movimento fluido, morbido, che nelle intenzioni di Pietro Consagra sarebbe dovuto diventare un’opera di Architettura Frontale, un teatro aperto al territorio, una scultura vivente e abitabile, con piani curvi e continui, che comunicava compattezza. Consagra avviò la costruzione del Teatro di Gibellina nel 1989, più di vent’anni dopo il terremoto che distrusse il Belìce, ma il progetto non fu mai completato e la struttura è rimasta incompiuta, enorme, divenendo un simbolo solitario, impossibile da dimenticare.
Ingresso al Belice
Stella d'ingresso al Belice o porta del Belice è un'istallazione in acciaio inox di Pietro Consagra eretta sulla strada che conduce alla città di Gibellina Nuova. Rappresentazione della Stella di Consagra L'opera richiama le luminarie di paese che in passato erano presenti per le festività, ma è divenuta nel tempo anche identificativa della valle del Belice. Venne eretta a seguito della ricostruzione di Gibellina con criteri artistici, come voluto dal sindaco Ludovico Corrao. L'opera è alta ben 26 metri.
Ingresso al Belice
Stella d'ingresso al Belice o porta del Belice è un'istallazione in acciaio inox di Pietro Consagra eretta sulla strada che conduce alla città di Gibellina Nuova. Rappresentazione della Stella di Consagra L'opera richiama le luminarie di paese che in passato erano presenti per le festività, ma è divenuta nel tempo anche identificativa della valle del Belice. Venne eretta a seguito della ricostruzione di Gibellina con criteri artistici, come voluto dal sindaco Ludovico Corrao. L'opera è alta ben 26 metri.
Castello Salemi
Il Castello normanno, o Normanno-svevo, di Salemi, è un castello costruito sulla sommità della collina dove sorge la città di Salemi, al centro della valle del Belice. Fatto costruire da Ruggero il normanno intorno al 1077, su preesistenti fortificazioni greco-romano-arabe. A quel periodo risale l'iscrizione religiosa I.C.N.C.R.I. Il geografo El Edrisi ne scrive già nel XII secolo. Fu rimaneggiato da Federico II di Svevia nel XIII secolo. L'11 dicembre 1441 nel castello di Salemi si formò una confederazione costituita da Salemi, Trapani, Mazara, Monte San Giuliano, Castelvetrano e Partanna, che si impegnava alla difesa della regina Bianca d'Aragona. Nel 1789 fu adibito a carcere, e il 14 maggio 1860 da questo castello Garibaldi issò (sulla torre tonda) la bandiera tricolore, proclamando Salemi “capitale d’Italia” e la dittatura garibaldina. Dal 1934 divenne biblioteca comunale. Danneggiato dal terremoto del Belice del 1968, fu chiuso 35 anni per restauri e lavori di consolidamento da parte della Regione Siciliana, e riaperto nel 2002. I lavori sono stati completati definitivamente nel 2010. Il castello ha un impianto abbastanza unitario, poco rimaneggiato dopo l'epoca normanno-sveva. L'edificio ha un impianto leggermente ruotato in direzione nord-est/sud-ovest. Possiede tre torri angolari, una cilindrica (ovest) e due quadre (est, sud) mentre una quarta torre (quadra?) esistente nell'angolo nord è probabilmente crollata nel secolo XVII. Nessuna delle torri quadre supera in altezza il terrazzo sommitale del torrione cilindrico, ancora oggi il punto più alto della città. Oggi è sede museale e vi si svolgono concerti e convegni.
Basilica Mazara
La Basilica minore del Santissimo Salvatore è il principale luogo di culto cattolico di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, chiesa madre della diocesi omonima.
Monumento al pescatore
Quando il sole muore nel mare di Mazara del Vallo, sulla vela issata verso il cielo riverberano i colori struggenti del tramonto, ed è come se il veliero dovesse prendere il largo e solcare le onde del Mediterraneo per ripetere il rito magico e antichissimo della pesca, oggi ricordato da un’imponente scultura in ferro, realizzata dai Maestri di Acireale, Pippo Contarino (Cavaliere del lavoro dal 1975) e il figlio Davide, che con le loro opere esposte in tutto il mondo non finiscono mai di stupire.
Mazara del Vallo
Mazara del Vallo è un comune italiano di 50 234 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani, in Sicilia. Affacciato sul Mar Mediterraneo, alla foce del fiume Màzaro, dista meno di 200 km dalle coste tunisine del Nord Africa. È sede dell'omonima diocesi. Il vecchio centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, include numerose chiese monumentali, alcune risalenti all'XI secolo. La parte più antica ha i tratti tipici dei quartieri a impianto urbanistico islamico tipico delle medine, chiamato Casbah (anche Kasbah), con le viuzze strette e tortuose, rappresenta una delle pochissime testimonianze architettoniche rimaste della presenza araba in Sicilia e in Italia.
Porto Torretta
Granitola Torretta è un centro abitato di 131 abitanti nel territorio del comune di Campobello di Mazara, comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia. È nota anche come Torretta Granitola per via della locale torre costiera, che però (insieme alla Torre Sorello) è sita nella parte più occidentale dell'abitato, ricadente in territorio di Mazara del Vallo. La borgata prese forma dal 1857 di fronte al porticciolo naturale nell'ex feudo Campana, allora proprietà del principe Diego Pignatelli Aragona. Nell'insenatura naturale, dove si può ormeggiare la propria barca, oggi vi è la sede della locale Lega Navale Italiana.
Torretta
Granitola Torretta è un centro abitato di 131 abitanti nel territorio del comune di Campobello di Mazara, comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia. È nota anche come Torretta Granitola per via della locale torre costiera, che però (insieme alla Torre Sorello) è sita nella parte più occidentale dell'abitato, ricadente in territorio di Mazara del Vallo. La borgata prese forma dal 1857 di fronte al porticciolo naturale nell'ex feudo Campana, allora proprietà del principe Diego Pignatelli Aragona. Nell'insenatura naturale, dove si può ormeggiare la propria barca, oggi vi è la sede della locale Lega Navale Italiana.
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