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Serrone, piglio, acuto, fiuggi, lago di Canterno

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Trail stats

Distance
31.29 mi
Elevation gain
2,808 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,808 ft
Max elevation
2,369 ft
TrailRank 
40
Min elevation
1,613 ft
Trail type
Loop
Moving time
2 hours 56 minutes
Time
5 hours 15 minutes
Coordinates
6818
Uploaded
November 25, 2023
Recorded
November 2023
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1 comment
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near Merago, Lazio (Italia)

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Itinerary description

Giornata moltofredda con vento di tramontana. Partenza con 11 gradi ma al ritorno 0 e vento forte! Infatti l’idea era di fare anche il giro del lago di Canterno ma faceva troppo freddo e inoltre minacciava anche neve.già nevicava sulla montagna sopra, che credo sia campo catino.
Il percorso si svolge fino ad acuto sulla ferrovia abbandonata ma molto ben tenuta, sul versante sud e sud-ovest della montagna, quindi abbastanza esposto al sole e caldo. Aveva piovuto durante la notte ma il fondo è asfaltato quindi non ci sono problemi di drenaggio.
Breve visita al paesino di acuto e poi ho proseguito imboccando in prossimità di una curva della statale, la antica via Prenestina fino a Fiuggi. Una volta in paese sono andato sempre dritto passando davanti alle terme e poi al centro congressi. Impossibilità del campo sportivo circondato da una rete di piste ciclabili e pedonali, ho deciso di vedere soltanto il lago di Canterno e non di farne il periplo. mi sono quindi avvicinato al lago attraverso un campo ma il freddo era davvero pungente.la scorsa volta non avevo notato un santuario e quindi sono salito attraverso una breve strada in salita, per vederlo. Niente di eccezionale. Da qui si poteva anche tagliare prendendo una strada sterrata che va verso il percorso che avrei dovuto fare, a ovest del campo da golf, accorciando per un tratto, e soprattutto introducendo un po’ di sterrato nel percorso, ma il tempo era troppo brutto e per una volta ho preferito la sicurezza dell’asfalto. si passano un paio di incroci dove bisogna evitare di sbagliare, e si prende una statale un po’ pericolosa, ma per fortuna la si segue soltanto per un breve tratto in prossimità di un ristorante dopo un distributore di benzina e si sale in mezzo al bosco tra bellissimi castagni fino ad arrivare ad un’altra strada asfaltata. Questa volta la si deve solo attraversare e percorrere lungo l’antica ferrovia che scorre a fianco del strada. In breve si passa sotto ad acuto e da qui fino all’arrivo il percorso, che è quasi totalmente in discesa. Ho introdotto una variante con la salita al paese di piglio famoso per i vigneti e la produzione di vino, Cesanese del piglio, appunto. Un bel bicchiere di rosso riserva con il panino congelato era quelloche ci voleva !

Da Wikipedia circa Piglio:

Piglio è un comune italiano di 4 374 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.

Il paese, 620 m s.l.m., si trova in posizione panoramica su una propaggine del monte Scalambra (1420 m), con il monte Pila Rocca (1.108 m) a meridione, sulla catena montuosa dei monti Ernici, tra le valli dei fiumi Sacco e Aniene.

Il territorio comunale prevalentemente montuoso e collinare, raggiungendo i 1120 m del Colle del Mattone, i 1154 m del monte Retafani, e i 1109 m del monte Pila Rocca.

Dal monte Retafani scende il torrente del fosso Tagliano, che poi scorre ai piedi del paese.

La Storia
Il territorio era abitato da popolazioni erniche e potrebbe forse essere identificato con il Capitulum Hernicum o Hernicorum di cui parla Strabone, collocandolo tra Olibanum (Olevano) e Anagnia (Anagni). La zona fu in seguito conquistata dai Romani e fu sede di diverse ville rustiche di cui si conservano resti ("villa di Mecenate" nella località "Le Fattora", "villa di Sant'Eligio", villa della località "Fontana di Grano").

Con il nome di Castrum Pileum è citato in un documento del 1088 e secondo una leggenda il nome deriverebbe dal pileum, l'elmo romano che sarebbe caduto per un forte vento al condottiero Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore mentre passava nel territorio.


Santuario di S. Michele sul monte Scalambra (questo santuario non si trova a Piglio)
Nell'XI secolo dipendeva dal vescovo di Anagni e dalla fine del XII secolo fu in possesso prima dei De Pileo (o "Buccaporco"), probabilmente imparentati con i Caetani, e poi dei De Antiochia. Nel 1347 fu preso da Cola di Rienzo e dalla fine del XIV secolo iniziò progressivamente il passaggio del possesso ai Colonna con la totale acquisizione da parte di Odoardo di questa famiglia nel XV secolo, che lo mantennero fino al 1816. Saccheggiato nel 1526 dalle truppe di papa Clemente VII, e dalla metà del XVI secolo era inserito nella provincia di "Campagna e Marittima" dello Stato Pontificio. Nel 1656 la popolazione venne decimata da una pestilenza, che secondo la leggenda fu arrestata dall'immagine della "Madonna delle Rose".

Nel 1799 il paese subì distruzioni ad opera delle truppe francesi. Ritornato allo Stato Pontificio fece parte del "distretto di Tivoli". Nel 1849 vi passò Giuseppe Garibaldi, diretto alla difesa della Repubblica Romana. Dopo la presa di Roma nel 1870 fu annesso al Regno di Italia e fece parte del "mandamento" di Paliano nel "circondario" di Frosinone, che apparteneva alla allora provincia di Roma, unica per il Lazio. Agli inizi del XX secolo fu attraversato dalla ferrovia a scartamento ridotto che metteva in comunicazione Roma e Frosinone. Nel 1926 venne eretto il Municipio e nel 1927 entrò a far parte della provincia di Frosinone. Durante la seconda guerra mondiale e la liberazione dall'occupazione tedesca, fu bombardato dagli Alleati nel 1944, con la distruzione di circa il 30% degli edifici.

Simboli
Lo stemma del Comune è rappresentato da un'aquila posata su un elmo romano sullo sfondo di una collina; il tutto d'oro è incorniciato da un ornamento ovale, con agli estremi due ramoscelli d'ulivo, con in basso ai lati due scuri romane, che finiscono nella parte terminale per incrociarsi con dei grappoli d'uva.Il gonfalone è un drappo di colore azzurro.

Da Wikipedia
La ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone è una ferrovia italiana a scartamento ridotto che originariamente collegava Roma a Frosinone via Fiuggi e Alatri per una lunghezza complessiva di 137 km.

Il progetto, redatto dall'ingegnere Antonino Clementi, che operava per conto di una delle società belghe che lavoravano in Italia ad inizio del secolo, prevedeva una linea ferroviaria a scartamento ridotto che unisse Roma a Fiuggi e a Frosinone. Venne presentato nel marzo 1907 al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dove ottenne parere favorevole, e venne approvato con Regio Decreto n. 946 del 20 novembre 1910; la sua concessione venne data alla Società per le Ferrovie Vicinali (SFV). Per vari motivi l'inizio del lavori fu ritardato, così nel 1913 ebbero inizio i lavori e il 12 giugno 1916 il tronco da Roma a Genazzano, di 47,5 km, venne aperto all'esercizio, insieme ad una diramazione di 15 km da San Cesareo a Frascati passante per Monte Compatri e Monte Porzio Catone. Il capolinea a Roma fu fissato a fianco della stazione Termini, lato via Cavour. Il servizio, con due classi (prima e terza), iniziò con quattro coppie giornaliere di treni.


Stazione di Pantano Borghese nel 1988
Tra il 6 maggio e il 14 luglio 1917 furono inaugurate le tratte da Genazzano a Fiuggi Centro (30,8 km) e Fiuggi-Alatri-Frosinone (33 km), con le diramazioni Vico nel Lazio-Guarcino (3,4 km), Fiuggi città-Fiuggi fonte (4,9 km) e Frosinone SFV-Frosinone FF.SS. (2,8 km). Il 13 novembre 1926 fu attivato infine il nuovo tratto urbano Frosinone Madonna della Neve-Frosinone Città e il 28 aprile 1927 la diramazione urbana Centocelle-Piazza dei Mirti a Roma. La lunghezza complessiva della linea, da Roma a Frosinone, era di 137,379 chilometri e la velocità massima ammessa di 40 km/h.


Stazione di Zagarolo Paese nel 1927
Negli anni trenta la ferrovia comincia a sentire la concorrenza delle autolinee dovuta anche al miglioramento della rete viaria; dal 1 luglio 1935 viene sospeso il servizio tra Fiuggi e Frosinone sostituito con autobus che porta anche alla chiusura della diramazione Vico nel Lazio - Guarcino avvenuta il 15 maggio 1936 e dal 1 marzo 1937 viene sospeso il servizio urbano di Frosinone. Sempre nel 1935 viene aperta all'esercizio la fermata di San Bartolomeo, posta tra le stazioni di Palestrina e Cave (al Km 40+850). Nel periodo bellico avvennero alcuni cambiamenti: nel 1940 ci fu il raddoppio del binario tra Centocelle e la nuova stazione di Grotte Celoni e la riattivazione della tratta Fiuggi-Alatri che era stata chiusa cinque anni prima. Il capolinea da questo momento fu quindi Alatri. La tratta Alatri-Frosinone resta chiusa a causa della scarso bacino di utenza.

Il 1º agosto 1941 avvenne un cambio societario: la STEFER, che eserciva la rete delle tranvie dei Castelli Romani, subentrò alla SFV nella gestione della rete[2] Alla fine della guerra si riscontrarono pesanti danni all'armamento. Già nel 1944 il servizio sulla diramazione S. Cesareo-Frascati era stato sospeso, ma la linea non riaprirà più perché gravemente danneggiata dal passaggio del fronte della seconda guerra mondiale. Da allora, e fino alla chiusura lo sviluppo della linea rimarrà di 94,309 chilometri.

Il dopoguerra
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L'elettrotreno 811 a Roma (anni '70)

Stazione di Fiuggi nel 1979

L'edificio dell'ex-stazione di Alatri
Nel 1950 viene aperta la nuova stazione delle Laziali, arretrata rispetto alla originaria, ma questo allontanamento da piazza dei Cinquecento (Stazione Termini F.S.) sarà una delle maggiori cause di perdita di traffico della linea. I viaggiatori in arrivo dovranno percorrere a piedi più di 800 metri per raggiungere piazza dei Cinquecento ove si trovano anche tutti i capolinea dei bus.

Tra gli anni '50 e '60 si riscontra un aumento del traffico merci e passeggeri. Intanto la STEFER acquisisce sei nuovi treni bloccati formati da motrice e rimorchio pilota (motrici 460-462, 470-472 e rimorchi 111-116) per il servizio interurbano. Ma nel 1960 chiude il tratto urbano di Fiuggi. Il decennio 1960-'70 vede il progressivo declino del traffico. Occorreva ammodernare la ferrovia, adeguare gli impianti rettificando un certo numero di curve sulla linea, immettere in servizio nuovo materiale rotabile ma si fece poco o niente: la linea restò quella di origine, che seguiva in tutto o quasi il suo sviluppo le vie Casilina e Prenestina. Nel 1974 tuttavia venne inaugurata la nuova Stazione di Centocelle.

Nel 1976 la STEFER si trasforma in Acotral (Azienda consortile trasporti Lazio), ma le cose non cambiano. Per la precarietà dell'armamento e gli alti costi di gestione il 1º maggio 1978 chiude la tratta Fiuggi-Alatri. La Centocelle-piazza dei Mirti ricostruita nel 1972, è chiusa all'esercizio solo dieci anni dopo, il 15 maggio 1982.

Il 19 aprile del 1980 la natura si accanisce contro il trenino. Un vasto movimento franoso presso Cave divide il servizio a due tronchi, Roma - Palestrina e Genazzano – Fiuggi, con uno scomodo autoservizio sostitutivo via Valmontone. Il 30 ottobre, dopo un'estate di lavori la linea viene ricongiunta e si può tornare a correre tra Roma e Fiuggi.

Nel 1981 hanno inizio lavori di risanamento e sostituzione dell'armamento tra le stazioni di Cave e Fiuggi, e il servizio è limitato a Cave. In questi anni, anche a causa delle precarie condizioni dell'armamento, l'USTIF impone numerosi rallentamenti, anche a 5 km/h su gran parte della linea.

Ad aggravare la situazione ci pensa nuovamente la natura: il 4 novembre 1982 un nuovo movimento franoso, questa volta nei pressi della stazione di Genazzano taglia nuovamente la linea in due impedendo la chiusura temporanea della tratta da Cave a Fiuggi e limitando a quest'ultima città. Nel frattempo l'Acotral decise di potenziare il parco rotabili ormai giunto allo stremo e ordinando alla Firema sette nuovi elettrotreni.

Nei primi mesi del 1983 viene riattivato in via provvisoria il servizio tra Cave e Fiuggi, ma il 16 marzo 1983 la corsa Fiuggi-Roma, effettuata dall'ET801 effettua l'ultimo collegamento sull’intera relazione. Il servizio viene nuovamente limitato alla stazione di Cave in attesa del riassetto definitivo della zona interessata allo smottamento che appare imminente, sebbene ancora non siano stati stanziati i fondi necessari.

Invece del riassetto definitivo, il 26 dicembre 1983 sempre a seguito dell'ennesima frana a Genazzano, viene soppressa anche la tratta tra San Cesareo e Cave chiudendo definitivamente l'esercizio. Dal 27 dicembre dello stesso anno la linea svolge unicamente un servizio a carattere suburbano tra Roma Laziali e San Cesareo, che secondo i progetti doveva diventare il capolinea definitivo della linea con attestamento nell'area della stazione anche delle autolinee extraurbane che percorrevano la Casilina. Della tratta San Cesareo-Fiuggi resta in esercizio il solo tronco da San Cesareo a Zagarolo Scalo per esigenze di servizio, stante la presenza del raccordo con la rete FS.

Il 25 febbraio 1984, una violenta alluvione abbattutasi a Roma spazzò via il binario nei pressi della stazione di Laghetto sull'ultima tratta extraurbana Pantano Borghese-San Cesareo. In attesa dell'inizio dei lavori, il servizio viene limitato alla stazione di Pantano Borghese, ultima stazione del servizio urbano di Roma, mantenendo gli orari fino a San Cesareo. Dopo due anni di sospensione, di cui non c'è stato più ripristino della tratta anche dovuto per furti della catenaria, dal 1986 gli orari vengono cambiati e la linea viene definitivamente attestata a Pantano Borghese in attesa di decisioni di trasformare probabilmente la linea in una metropolitana. Viene definitivamente chiusa la tratta extraurbana, così con la soppressione della tratta Pantano-San Cesareo viene rinominata Roma-Pantano. Il servizio fino a Fiuggi è sostituito da un'autolinea che parte da piazza Cinquecento a Roma Termini.

Nel 1985 arrivano i nuovi elettrotreni del gruppo 820, progettati inizialmente per il servizio extraurbano, vengono modificati in fretta per adattarsi al servizio urbano di Roma.


La stazione di Torre Gaia (1988)
Il 20 luglio 1996 la tratta Grotte Celoni-Pantano, ultima rimasta a binario unico, è sospesa per lavori di raddoppio e potenziamento. Il 26 agosto 1999 la tratta Torrenova-Grotte Celoni è sospesa anch'essa per lavori di potenziamento, gli stessi che già interessano la tratta Grotte Celoni-Pantano.[3] La tratta Torrenova-Grotte Celoni viene riaperta il 2 ottobre 2005, mentre la tratta Grotte Celoni-Pantano viene riaperta il 1º marzo 2006; l'intera tratta Torrenova-Pantano, dopo i lavori di potenziamento, si presenta con caratteristiche di metropolitana ed è predisposta per la conversione allo scartamento ordinario, infatti la tratta è utilizzata dalla linea C della metropolitana di Roma.

Waypoints

PictographTrain stop Altitude 1,795 ft
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Era…

PictographInformation point Altitude 1,860 ft
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Punto informativo

PictographWaypoint Altitude 1,850 ft
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Waypoint

PictographPanorama Altitude 1,995 ft
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Panorama

PictographDead-end street Altitude 2,352 ft
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Vicolo cieco

PictographPanorama Altitude 2,369 ft
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Panorama

PictographWaypoint Altitude 2,369 ft
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Waypoint

PictographPanorama Altitude 2,346 ft
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Panorama

PictographFlora Altitude 1,985 ft
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Flora

PictographPanorama Altitude 1,978 ft
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Panorama

PictographLake Altitude 1,788 ft
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Canterno

PictographReligious site Altitude 1,893 ft
Photo ofSito religioso

Sito religioso

PictographPanorama Altitude 1,877 ft
Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 1,965 ft
Photo ofPanorama

Panorama

PictographCave Altitude 2,188 ft
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Grotta

PictographCave Altitude 2,188 ft
Photo ofGrotta

Grotta

PictographCave Altitude 2,188 ft
Photo ofGrotta

Grotta

PictographPanorama Altitude 1,657 ft
Photo ofPanorama

Panorama

Comments  (1)

  • Photo of Gianca MTB
    Gianca MTB Nov 27, 2023

    Un bel giro, consiglio di fare il giro del lago di canterno !

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