Riolo Terme BH6 - Anello Exploring Vena del Gesso
near Cuffiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Monte Mauro e il Monte di Rontana sono le due asperità di un percorso che in trentatré chilometri porta a coprire un dislivello di quasi ottocento metri, pressoché equamente suddivisi fra la prima e la seconda salita.
Così simili e così diversi, Monte Mauro e il Monte di Rontana sono le due vette più note e frequentate dell'Appennino faentino.
Cima più alta della Vena del Gesso il primo, che ha conservato intaccato il suo ruolo di meta finale per chiunque tenti l'ascesa a piedi o in mountain bike, luogo ancora prettamente agricolo il secondo, avvolto dai circa 90mila ulivi dove nasce il Brisighello (olio che già nel nome si presenta come lo sposo del borgo appena più a valle), diventati, con i percorsi che li attraversano, un vero e proprio Museo all'aperto dell'olio di Brisighella.
Mentre Monte Mauro ha da tempo perso il castello che lo sovrastava, del quale non rimangono che pochi resti, ed è maggiormente identificato con la Pieve di Santa Maria in Tiberiaco che sorge pochi metri più in basso, a Rontana gli equilibri sono in procinto di cambiare. La cima è ancora identificata con la colossale croce in cemento visibile da tutta la vallata, eppure Rontana sta gradualmente tornando sinonimo della rocca che sorgeva sulla vetta: un castello circondato da un vero e proprio borgo, che nel periodo di massimo splendore, quando le colline erano già popolate dagli ulivi ma prive di vegetazione, doveva risaltare con i suoi toni chiari da molti chilometri di distanza, e che gli scavi archeologici stanno riportando alla luce metro dopo metro.
Arrivati in cima a Monte Mauro, Rontana è già chiaramente visibile: non resta che discendere lungo il lato sud del colle e attraversare il centro di Zattaglia, borgo sul Sintria a metà strada fra i due rilievi.
Arrivati quasi in cima al passo della Valletta si lascia la strada principale per imboccare il sentiero 505, in direzione del Rifugio Ca' Carnè, primo nucleo dell'area protetta che sarebbe poi diventata il Parco della Vena del Gesso, all'ombra dei rilievi che conducono al Monte di Rontana. E' di gran lunga il punto più frequentato dell'intero parco, quello in cui qualunque faentino ha pranzato almeno una volta nella vita.
Un luogo che è stato vittima dell'abbandono – la pieve di Rontana è ormai privata – ma che sta risorgendo grazie agli scavi archeologici e al nuovo sentiero degli Alpini che porta fino in vetta.
Il percorso si ricongiunge alla strada asfaltata che scende da Rontana solo per pochi chilometri, prima di costeggiare il Sintria e attraversare due suggestivi ponti sul Senio, quando si è ormai di nuovo a Riolo.
Così simili e così diversi, Monte Mauro e il Monte di Rontana sono le due vette più note e frequentate dell'Appennino faentino.
Cima più alta della Vena del Gesso il primo, che ha conservato intaccato il suo ruolo di meta finale per chiunque tenti l'ascesa a piedi o in mountain bike, luogo ancora prettamente agricolo il secondo, avvolto dai circa 90mila ulivi dove nasce il Brisighello (olio che già nel nome si presenta come lo sposo del borgo appena più a valle), diventati, con i percorsi che li attraversano, un vero e proprio Museo all'aperto dell'olio di Brisighella.
Mentre Monte Mauro ha da tempo perso il castello che lo sovrastava, del quale non rimangono che pochi resti, ed è maggiormente identificato con la Pieve di Santa Maria in Tiberiaco che sorge pochi metri più in basso, a Rontana gli equilibri sono in procinto di cambiare. La cima è ancora identificata con la colossale croce in cemento visibile da tutta la vallata, eppure Rontana sta gradualmente tornando sinonimo della rocca che sorgeva sulla vetta: un castello circondato da un vero e proprio borgo, che nel periodo di massimo splendore, quando le colline erano già popolate dagli ulivi ma prive di vegetazione, doveva risaltare con i suoi toni chiari da molti chilometri di distanza, e che gli scavi archeologici stanno riportando alla luce metro dopo metro.
Arrivati in cima a Monte Mauro, Rontana è già chiaramente visibile: non resta che discendere lungo il lato sud del colle e attraversare il centro di Zattaglia, borgo sul Sintria a metà strada fra i due rilievi.
Arrivati quasi in cima al passo della Valletta si lascia la strada principale per imboccare il sentiero 505, in direzione del Rifugio Ca' Carnè, primo nucleo dell'area protetta che sarebbe poi diventata il Parco della Vena del Gesso, all'ombra dei rilievi che conducono al Monte di Rontana. E' di gran lunga il punto più frequentato dell'intero parco, quello in cui qualunque faentino ha pranzato almeno una volta nella vita.
Un luogo che è stato vittima dell'abbandono – la pieve di Rontana è ormai privata – ma che sta risorgendo grazie agli scavi archeologici e al nuovo sentiero degli Alpini che porta fino in vetta.
Il percorso si ricongiunge alla strada asfaltata che scende da Rontana solo per pochi chilometri, prima di costeggiare il Sintria e attraversare due suggestivi ponti sul Senio, quando si è ormai di nuovo a Riolo.
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