Riolo Terme BH4 - Anello Exploring delle 2 vallate
near Cuffiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Itinerary description
Riolo Terme - Gallisterna salita mondiale 2020 - Tossignano valle del Santerno - Monte Battaglia- Giardino delle Erbe Officinali - Il Cardello - valle del Senio
L'ascesa al Monte Battaglia, da cui la vista corre fino all'Adriatico, è la maggiore asperità della giornata, cominciata tuttavia con l'impegnativa salita della Gallisterna.
Il percorso è un tributo al Monte Battaglia e a ciò che significò per la storia d'Italia. La cima del monte è sovrastata dai resti della rocca eretta una prima volta in epoca longobarda (il toponimo potrebbe essere eredità di uno scontro armato che ebbe luogo qui fra goti e bizantini, nell'Alto Medioevo), poi ampiamente rimaneggiata in nell'era tardomedievale, e recentemente restaurata.
Sono però le vicende contemporanee ad avere segnato la storia di questo sito, citato addirittura come «la piccola Cassino» per la violenza della battaglia che infuriò fra il settembre e l'ottobre del '44, quando circa trecento partigiani della 36a Brigata Garibaldi – poi raggiunti da uomini della Fanteria americana – furono impegnati per settimane per mantenere il possesso della rocca, pesantemente attaccata dall'artiglieria tedesca.
Più di tremila uomini persero la vita durante la carneficina, che vide Alleati e partigiani prevalere, impiantando un bastione dal quale sarebbero poi partiti, molti mesi dopo, per liberare Imola, Faenza e Ravenna. Un sacrificio oggi testimoniato dal [[monumento in bronzo]] dedicato alla Resistenza, alla Liberazione e alla pace tra i popoli, nel quale lo scultore Aldo Rontini rievocò lo scontro di David contro Golia.
Il Monte Battaglia è la maggiore asperità del percorso, che prima di raggiungere la vallata del Santerno si concede comunque, subito dopo la partenza da Riolo, una prima impegnativa ascesa della Gallisterna (sulle cui micidiali punte al 15% si è deciso l'ultimo mondiale di ciclismo), dalla cui cima si scende non in direzione di Imola ma di Codrignano, lungo una strada in gran parte sterrata. Appena una manciata di chilometri di falsopiano separa dall'inizio della salita del Prugno.
La rocca di Monte Battaglia, sulla destra, si affaccia per qualche breve istante lungo la salita prima di diventare una presenza costante, all'inizio lontanissima, poi sempre più nitida.
Arrivati in cima al passo non si fa immediatamente rotta per Casola Valsenio, ma si svolta a destra e si prosegue per 3,7 chilometri, che portano l'altimetria a salire fino ai 715 metri di Monte Battaglia.
Prima di ridiscendere in direzione di Casola Valsenio e di Riolo Terme è d'obbligo uno sguardo alla rocca, restaurata ma ancora fiera portatrice dei segni del tempo che l'hanno resa immortale, al monumento alla Liberazione, ma anche al mare Adriatico, visibile nelle giornate più limpide.
L'ascesa al Monte Battaglia, da cui la vista corre fino all'Adriatico, è la maggiore asperità della giornata, cominciata tuttavia con l'impegnativa salita della Gallisterna.
Il percorso è un tributo al Monte Battaglia e a ciò che significò per la storia d'Italia. La cima del monte è sovrastata dai resti della rocca eretta una prima volta in epoca longobarda (il toponimo potrebbe essere eredità di uno scontro armato che ebbe luogo qui fra goti e bizantini, nell'Alto Medioevo), poi ampiamente rimaneggiata in nell'era tardomedievale, e recentemente restaurata.
Sono però le vicende contemporanee ad avere segnato la storia di questo sito, citato addirittura come «la piccola Cassino» per la violenza della battaglia che infuriò fra il settembre e l'ottobre del '44, quando circa trecento partigiani della 36a Brigata Garibaldi – poi raggiunti da uomini della Fanteria americana – furono impegnati per settimane per mantenere il possesso della rocca, pesantemente attaccata dall'artiglieria tedesca.
Più di tremila uomini persero la vita durante la carneficina, che vide Alleati e partigiani prevalere, impiantando un bastione dal quale sarebbero poi partiti, molti mesi dopo, per liberare Imola, Faenza e Ravenna. Un sacrificio oggi testimoniato dal [[monumento in bronzo]] dedicato alla Resistenza, alla Liberazione e alla pace tra i popoli, nel quale lo scultore Aldo Rontini rievocò lo scontro di David contro Golia.
Il Monte Battaglia è la maggiore asperità del percorso, che prima di raggiungere la vallata del Santerno si concede comunque, subito dopo la partenza da Riolo, una prima impegnativa ascesa della Gallisterna (sulle cui micidiali punte al 15% si è deciso l'ultimo mondiale di ciclismo), dalla cui cima si scende non in direzione di Imola ma di Codrignano, lungo una strada in gran parte sterrata. Appena una manciata di chilometri di falsopiano separa dall'inizio della salita del Prugno.
La rocca di Monte Battaglia, sulla destra, si affaccia per qualche breve istante lungo la salita prima di diventare una presenza costante, all'inizio lontanissima, poi sempre più nitida.
Arrivati in cima al passo non si fa immediatamente rotta per Casola Valsenio, ma si svolta a destra e si prosegue per 3,7 chilometri, che portano l'altimetria a salire fino ai 715 metri di Monte Battaglia.
Prima di ridiscendere in direzione di Casola Valsenio e di Riolo Terme è d'obbligo uno sguardo alla rocca, restaurata ma ancora fiera portatrice dei segni del tempo che l'hanno resa immortale, al monumento alla Liberazione, ma anche al mare Adriatico, visibile nelle giornate più limpide.
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