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Limone - Vesio - Eremo S. Michele - Limone 38 Km

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Trail stats

Distance
23.29 mi
Elevation gain
4,068 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
4,068 ft
Max elevation
2,200 ft
TrailRank 
34
Min elevation
216 ft
Trail type
Loop
Coordinates
1361
Uploaded
November 18, 2021
Recorded
November 2021
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near Limone sul Garda, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

Siamo ancora sulla sponda bresciana del lago di Garda e dopo aver percorso la ciclabile sospesa di Limone, saliremo a Vesio e all’eremo di San Michele. Faremo poi ritorno a Limone.

Parcheggiata l’auto, scendiamo nel centro della località lacustre. Il sole e il vento, rendono cristallino il cielo e l’aria frizzante. Limone è ancora animato da molti turisti nonostante essere fine ottobre. La località è incantevole, bouganville e surfinie arredano i vicoli del centro e l’antico porto. Costretti a scendere dalla bici, attraversiamo alcuni portici dribblando persone e gli articoli esposti dai negozianti. Riprendiamo a pedalare tra muri di pietra in direzione nord, per raggiungere l’inizio della ciclabile sospesa sul lago, oramai diventata attrazione della zona.

L’attacco vero e proprio è nei pressi dell’Hotel Capo Reamol che prende il nome dalla località del lago. Da lì, una passerella in cemento, protetta da parapetti in rete di acciaio, costeggia per un breve tratto la gardesana occidentale, per poi seguire sinuosamente l’andamento della montagna a picco sull’acqua.

Devo dire che in un primo momento mi ha fatto una certa impressione, ma lo spettacolo che offre, con la vista panoramica sul lago e sul monte Baldo è quasi sbalorditivo. Purtroppo però la ciclabile si ferma al confine tra Lombardia e Trentino, per una lunghezza di poco più di due chilometri. La speranza è che riescano a proseguire sino a Riva del Garda.
Torniamo a Limone e imbocchiamo la lunga strada in salita per Vesio, il dislivello non ci dà pensiero, le nostre ebike se usate al meglio, possono aiutarci per un guadagno in quota di circa 1200 metri.

La strada, molto panoramica, ci offre un'ampia veduta sul lago e sulle vette del Monte baldo, dove si può scorgere l’arrivo della funivia di Malcesine.

Arrivati nella piccola piazza di Vesio, ci fermiamo per un panino e purtroppo scopriamo che la strada della forra è interrotta per manutenzione. Decidiamo però di non terminare la nostra escursione e consultato il GPS e chiesta qualche informazione, andremo in esplorazione libera all’eremo di San Michele, sulla strada che porta al passo del Tremalzo.

Usciti da Vesio ci dirigiamo verso Polzone raggiungendo dopo qualche chilometro l’altopiano di Tremosine. Svoltiamo a destra per la carrareccia, via San Michele e scendiamo fino allo sbarramento dell’omonimo torrente dove incrociamo altri biker di Vicenza. Scambiate un paio di battute e un simpatico confronto con l’amico Alfredo, sulle rispettive E-Bike, ci danno utili indicazioni per raggiungere l’eremo di San Michele.

Proseguiamo seguendo i cartelli per il passo del Tremalzo e i vecchi paracarri in marmo sul lato della strada, ci fanno capire se siamo sull’antica via che scendeva a Tremosine. Dopo poco, svoltati a sinistra, ci troviamo su un tratto lastricato a causa della pendenza. Al primo tornante svoltiamo ancora a sinistra sul piccolo sentiero che scende in picchiata nel folto dei noccioli.
La discesa è cortissima e ripida quel tanto che basta per guadagnare un piccolissimo slancio per iniziare la salita cementata che porta all’eremo. Siamo però costretti a scendere dalle bici e spingerle per l’ultimo tratto. L’eremo è completamente immerso nella vegetazione e il sole filtrato dalle foglie giallo arancioni, crea un’atmosfera quasi onirica. Non si sente nulla, se non il rumore del vento tra le fronde. Vivere in questo luogo, immagino sia un’esperienza unica.

Fatte mille foto, decidiamo che è ora di tornare. Il tratto che abbiamo percorso a piedi nel salire, lo facciamo allo stesso modo anche nello scendere; troppo ripido. In breve tempo siamo allo sbarramento del torrente e poco dopo siamo a Vesio. Indossiamo un antivento per la lunga discesa per Limone e via si và.
La strada, che all’andata scorreva lenta sotto le ruote, ora è un fulmine; in certi tratti sfioriamo i settanta chilometri l’ora. Un brivido mi scende per la schiena a ricordo delle mountain bike di trent'anni fa, coi freni a pattino e le ruote da 26 pollici. Fortunatamente siamo arrivati al parcheggio. Ora con calma torniamo a casa.

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