Gole del Nera Santa Pudenziana ecc…. Attenzione Giro interrotto !
near Castello, Umbria (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Parcheggiato alla stazione di Nera Montoro.
Percorso ad anello da Castello passando per:
- Santa Pudenziana (5.0 km)
- Chiesa di San Martino sec X XII (6.1 km)
Prometteva di essere un giro bellissimo invece purtroppo un ramo nel cambio me lo ha distrutto e siamo ritornati con una bicicletta che trainava l’altra. Fortunatamente avevamo una corda lunga che il mio amico previdente aveva portato. Questo è successo circa al km 11º del percorso. Da qui spinta o traino (più traino).
Da Wikipedia
Il ponte di Augusto è un ponte di epoca romana situato nei pressi di Narni Scalo ed utilizzato anticamente per l'attraversamento della gola creata dal fiume Nera.
Ai piedi della città di Narni, percorrendo la via Flaminia, si giunge, lungo la strada della Funara, poco prima della frazione di Stifone, vicino al fiume Nera. Questo, imboccando la gola dei monti Corviano e Santa Croce, va ad infrangersi sui piloni del ponte romano di Augusto, che originariamente univa i due monti.
Citato dalle fonti classiche, raffigurato da artisti e viaggiatori, vero capolavoro dell'architettura romana, è da porre in relazione alle grandi ristrutturazioni volute da Augusto nel 27 a.C., lungo il percorso della strada consolare Flaminia. Dell'imponente struttura originaria restano due piloni voltati ad arco sulla sponda del monte Corviano, una contrapposta sezione sulla sponda del monte Santa Croce e i ruderi di due piloni dell'arcata centrale, crollata prima del 1055.
La lunghezza originaria del ponte doveva essere di circa 160 m per un'altezza di 30 m, con una luce mirabile dell'arco centrale di circa 32 m, mentre la larghezza del piano stradale era di 8 m. Il fronte, realizzato in nucleo cementizio e paramenti di blocchi squadrati con bugnature e a corsi alternati, presenta (a due terzi dell'altezza dei pilastri) una cornice aggettante, che si ritrova nella parte interna dell'arcata. I piloni hanno una pianta rettangolare e sono in parte impostati sulla roccia.
Nel corso del tempo, è stato più volte soggetto a crolli e gravi danneggiamenti, come quelli risalenti al 1053-54. Si suppone che il ponte s'innalzasse su quattro arcate, tutte con un'ampiezza diversa che variava dai 19 m della prima, 32 m dell'arcata centrale, circa 17 m della terza e 16 m della quarta, se esisteva. Secondo il Guattani, le pietre furono levate da un luogo chiamato Valle Mantea, presso Civitella San Paolo, alla volta di Fiano Romano; nel 1724 venne inoltre scoperto come le pietre rimanessero saldamente connesse tra loro in quanto, oltre alla calce, erano state adoperate delle anime di ferro saldamente piombate alle loro estremità.
Il Ponte di Augusto è tra i paesi italiani «di nuova emozione poetica» di Corot. L'artista francese nel 1827 dedicò a questo paesaggio l'opera Ponte di Narni «e se ne può intendere la forza sprigionante quieta e tenera poesia pensando agli omaggi che, quasi un secolo dopo, vi dedicarono tanto Morandi che De Pisis; (...)»
Dal sito https://www.analisidellopera.it/camille-corot-ponte-di-narni/
Ponte di Narni di Jean-Baptiste Camille Corot
Il bozzetto del Ponte di Narni fu realizzato en plein-air da Camille Corot per fissare la luce del momento. Successivamente il maestro paesaggista realizzò un grande dipinto esposto al Salon del 1827.
Jean-Baptiste Camille Corot, Bozzetto Ponte di Narni (Le pont de Narni, aux environs de Rome), 1826, olio su tela, 34 x 48 cm. Parigi, Museo del Louvre
I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il dipinto era destinato a rimanere in forma di abbozzo. Si tratta infatti di uno schizzo realizzato dal vero. Al Salon di Parigi del 1827 Corot espose un grande dipinto dallo stesso tema che si trova ora presso la Galerie Nationale du Canada di Ottawa. Il dipinto che il maestro realizzò durante il suo primo soggiorno in Italia venne donato al Louvre da Étienne Moreau-Nélaton nel 1906.
Lo stile del dipinto il Ponte di Narni di Jean-Baptiste Camille Corot
Il dipinto è considerato come un capolavoro della pittura di paesaggio neoclassico. Infatti la formazione di Corot avvenne presso due maestri vicini a tale corrente, prima Achille Etna Michallon e poi Jean-Victor Bertin. Durante il soggiorno romano, inoltre, conobbe il paesaggista accademico Theodore Caruelle d’Aligny che influenzò ulteriormente il suo stile.
Il dipinto esposto al Louvre è un abbozzo realizzato en plein-air. Corot era convinto della grande importanza di registrare una prima impressione del paesaggio. Nel chiuso del suo atelier l’artista cercava poi di rimanere fedele a tale versione. Insieme al rinnovamento della pittura, Corot infatti riproponeva i canoni classicheggianti, nelle rielaborazioni in studio dei bozzetti dipinti dal vero. Questa modalità si rende evidente nel confronto tra lo studio de Il ponte di Narni conservato al Louvre e la versione definitiva realizzata nel 1826 per il Salon del 1827, che oggi si trova alla National Gallery of Canada di Ottawa.
Il colore e l’illuminazione
L’illuminazione della campagna romana colpì molto l’ispirazione di Camille Corot. La luce mediterranea infatti fu una delle componenti stilistiche che portò con se durante il successivo soggiorno a Barbizon. Nel dipinto Il ponte di Narni i toni sono caldi e chiari. Il verde ingrigito della vegetazione ricopre i versanti delle alte sponde. L’azzurro del cielo e delle montagne all’orizzonte si rispecchia infine a tratti sull’acqua. Secondo Corot la perfetta riproduzione dei colori era essenziale per rendere le atmosfere dei luoghi ritratti.
Lo spazio
Il paesaggio è ampio ed esteso. La prospettiva del fiume riesce a rendere bene le distanze. Inoltre aiuta lo sguardo a procedere verso i ruderi de ponte.
La Composizione e l’inquadratura
Il primo piano è strutturato intorno alle oblique create dalle sponde del corso d’acqua. A partire dalla metà superiore del dipinto si fanno più importanti le linee orizzontali. La successione delle colline e delle montagne in lontananza chiude infatti la composizione espandendo lateralmente lo vista.
Approfondimenti
Il Ponte di Narni era stato già rappresentato dai maestri Valenciennes e Michallon prima di Corot. Il maestro realizzò più di centocinquanta dipinti durante il suo viaggio di formazione. Uno di questi è Trinità dei Monti esposto al Louvre di Parigi.
Percorso ad anello da Castello passando per:
- Santa Pudenziana (5.0 km)
- Chiesa di San Martino sec X XII (6.1 km)
Prometteva di essere un giro bellissimo invece purtroppo un ramo nel cambio me lo ha distrutto e siamo ritornati con una bicicletta che trainava l’altra. Fortunatamente avevamo una corda lunga che il mio amico previdente aveva portato. Questo è successo circa al km 11º del percorso. Da qui spinta o traino (più traino).
Da Wikipedia
Il ponte di Augusto è un ponte di epoca romana situato nei pressi di Narni Scalo ed utilizzato anticamente per l'attraversamento della gola creata dal fiume Nera.
Ai piedi della città di Narni, percorrendo la via Flaminia, si giunge, lungo la strada della Funara, poco prima della frazione di Stifone, vicino al fiume Nera. Questo, imboccando la gola dei monti Corviano e Santa Croce, va ad infrangersi sui piloni del ponte romano di Augusto, che originariamente univa i due monti.
Citato dalle fonti classiche, raffigurato da artisti e viaggiatori, vero capolavoro dell'architettura romana, è da porre in relazione alle grandi ristrutturazioni volute da Augusto nel 27 a.C., lungo il percorso della strada consolare Flaminia. Dell'imponente struttura originaria restano due piloni voltati ad arco sulla sponda del monte Corviano, una contrapposta sezione sulla sponda del monte Santa Croce e i ruderi di due piloni dell'arcata centrale, crollata prima del 1055.
La lunghezza originaria del ponte doveva essere di circa 160 m per un'altezza di 30 m, con una luce mirabile dell'arco centrale di circa 32 m, mentre la larghezza del piano stradale era di 8 m. Il fronte, realizzato in nucleo cementizio e paramenti di blocchi squadrati con bugnature e a corsi alternati, presenta (a due terzi dell'altezza dei pilastri) una cornice aggettante, che si ritrova nella parte interna dell'arcata. I piloni hanno una pianta rettangolare e sono in parte impostati sulla roccia.
Nel corso del tempo, è stato più volte soggetto a crolli e gravi danneggiamenti, come quelli risalenti al 1053-54. Si suppone che il ponte s'innalzasse su quattro arcate, tutte con un'ampiezza diversa che variava dai 19 m della prima, 32 m dell'arcata centrale, circa 17 m della terza e 16 m della quarta, se esisteva. Secondo il Guattani, le pietre furono levate da un luogo chiamato Valle Mantea, presso Civitella San Paolo, alla volta di Fiano Romano; nel 1724 venne inoltre scoperto come le pietre rimanessero saldamente connesse tra loro in quanto, oltre alla calce, erano state adoperate delle anime di ferro saldamente piombate alle loro estremità.
Il Ponte di Augusto è tra i paesi italiani «di nuova emozione poetica» di Corot. L'artista francese nel 1827 dedicò a questo paesaggio l'opera Ponte di Narni «e se ne può intendere la forza sprigionante quieta e tenera poesia pensando agli omaggi che, quasi un secolo dopo, vi dedicarono tanto Morandi che De Pisis; (...)»
Dal sito https://www.analisidellopera.it/camille-corot-ponte-di-narni/
Ponte di Narni di Jean-Baptiste Camille Corot
Il bozzetto del Ponte di Narni fu realizzato en plein-air da Camille Corot per fissare la luce del momento. Successivamente il maestro paesaggista realizzò un grande dipinto esposto al Salon del 1827.
Jean-Baptiste Camille Corot, Bozzetto Ponte di Narni (Le pont de Narni, aux environs de Rome), 1826, olio su tela, 34 x 48 cm. Parigi, Museo del Louvre
I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il dipinto era destinato a rimanere in forma di abbozzo. Si tratta infatti di uno schizzo realizzato dal vero. Al Salon di Parigi del 1827 Corot espose un grande dipinto dallo stesso tema che si trova ora presso la Galerie Nationale du Canada di Ottawa. Il dipinto che il maestro realizzò durante il suo primo soggiorno in Italia venne donato al Louvre da Étienne Moreau-Nélaton nel 1906.
Lo stile del dipinto il Ponte di Narni di Jean-Baptiste Camille Corot
Il dipinto è considerato come un capolavoro della pittura di paesaggio neoclassico. Infatti la formazione di Corot avvenne presso due maestri vicini a tale corrente, prima Achille Etna Michallon e poi Jean-Victor Bertin. Durante il soggiorno romano, inoltre, conobbe il paesaggista accademico Theodore Caruelle d’Aligny che influenzò ulteriormente il suo stile.
Il dipinto esposto al Louvre è un abbozzo realizzato en plein-air. Corot era convinto della grande importanza di registrare una prima impressione del paesaggio. Nel chiuso del suo atelier l’artista cercava poi di rimanere fedele a tale versione. Insieme al rinnovamento della pittura, Corot infatti riproponeva i canoni classicheggianti, nelle rielaborazioni in studio dei bozzetti dipinti dal vero. Questa modalità si rende evidente nel confronto tra lo studio de Il ponte di Narni conservato al Louvre e la versione definitiva realizzata nel 1826 per il Salon del 1827, che oggi si trova alla National Gallery of Canada di Ottawa.
Il colore e l’illuminazione
L’illuminazione della campagna romana colpì molto l’ispirazione di Camille Corot. La luce mediterranea infatti fu una delle componenti stilistiche che portò con se durante il successivo soggiorno a Barbizon. Nel dipinto Il ponte di Narni i toni sono caldi e chiari. Il verde ingrigito della vegetazione ricopre i versanti delle alte sponde. L’azzurro del cielo e delle montagne all’orizzonte si rispecchia infine a tratti sull’acqua. Secondo Corot la perfetta riproduzione dei colori era essenziale per rendere le atmosfere dei luoghi ritratti.
Lo spazio
Il paesaggio è ampio ed esteso. La prospettiva del fiume riesce a rendere bene le distanze. Inoltre aiuta lo sguardo a procedere verso i ruderi de ponte.
La Composizione e l’inquadratura
Il primo piano è strutturato intorno alle oblique create dalle sponde del corso d’acqua. A partire dalla metà superiore del dipinto si fanno più importanti le linee orizzontali. La successione delle colline e delle montagne in lontananza chiude infatti la composizione espandendo lateralmente lo vista.
Approfondimenti
Il Ponte di Narni era stato già rappresentato dai maestri Valenciennes e Michallon prima di Corot. Il maestro realizzò più di centocinquanta dipinti durante il suo viaggio di formazione. Uno di questi è Trinità dei Monti esposto al Louvre di Parigi.
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Comments (1)
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Il giro deve essere bellissimo ma a noi si è interrotto a causa della rottura del cambio