Codissago, Erto (via Pineda, sponda sx del lago), Trui dai Sciarbon, Casso e Troi de san Antoni
near Codissago, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Un anello con andata molto tranquilla (se non fosse per il freddo che, a Pineda, era pungente, 3 gradi sottozero).
Da Erto si sale per la val Zemola e si lascia la strada asfaltata a quota 1000 ca, per prendere una erta a sx con le opportune indicazioni per il Trui dai Sciarbon
I primi metri si possono pedalare, ma poi la traccia si impenna e bisogna spingere per qualche decina di metri. Faticoso anche con l'assistenza, ma non serve mai sollevare la bici.
Finita la salita la traccia spiana e la si seguirà molto lungamente, con qualche leggera contropendenza ma, complessivamente, in discesa fino all'abitato di Casso.
Molti tratti esposti, alcuni espostissimi. Traccia spesso stretta, ma praticamente sempre pedalabile ad eccezione dell'attraversamento del grande ghiaione che si vede molto bene dalla valle. Qui si scende e si accompagna il mezzo, ma senza grandi problemi (si, il ghiaione è molto pendente, ma grosso e, a mio avviso, non rappresenta un pericolo neanche in caso di caduta accidentale (ovvio, non è un materasso...).
Arrivati a Casso con l'ultimo tratto veramente bello, si attraversa il paese (merita una visita, anche se si potrebe evitare per strada asfaltata sottostante). Ci si porta al cimitero, ben visibile dal basso, e si inizia a percorrere il secondo "troi" di giornata, quello de san Antoni. Per alcuni aspetti anche più tecnico del primo, con pochi punti esposti, ma con diversi saltini e una lunga discesa. Si attraverserà la strada che sale alla diga in un paio di punti. Molto bello, sempre da prendere con le dovute maniere...
Si rientra quindi a Codissago con l'ultima discesa gradinata (evitabile per asfalto).
Una traccia da mettere senz'altro nel taccuino e da ripetere. Ma mai di domenica o nei giorni in cui sarebbe lecito aspettarsi persone a piedi, perché gli scambi, specie nei tratti esposti, non sono sempre "immediati".
PS: rispetto alla traccia originale, è stata resa percorribile una intelligente variante, con la costruzione di una bella e aerea passerella in legno, che evita un tratto di salita a spinta e piuttosto faticoso. Questo tratto è praticamente abbandonato a favore del nuovo tracciato. Bravi. E bravi anche per la pulizia della sede del sentiero (per quanto possibile).
C'è soddisfazione anche se, decisamente, non è per tutti (zero vertigini e padronanza della bici su tratti stretti).
Da Erto si sale per la val Zemola e si lascia la strada asfaltata a quota 1000 ca, per prendere una erta a sx con le opportune indicazioni per il Trui dai Sciarbon
I primi metri si possono pedalare, ma poi la traccia si impenna e bisogna spingere per qualche decina di metri. Faticoso anche con l'assistenza, ma non serve mai sollevare la bici.
Finita la salita la traccia spiana e la si seguirà molto lungamente, con qualche leggera contropendenza ma, complessivamente, in discesa fino all'abitato di Casso.
Molti tratti esposti, alcuni espostissimi. Traccia spesso stretta, ma praticamente sempre pedalabile ad eccezione dell'attraversamento del grande ghiaione che si vede molto bene dalla valle. Qui si scende e si accompagna il mezzo, ma senza grandi problemi (si, il ghiaione è molto pendente, ma grosso e, a mio avviso, non rappresenta un pericolo neanche in caso di caduta accidentale (ovvio, non è un materasso...).
Arrivati a Casso con l'ultimo tratto veramente bello, si attraversa il paese (merita una visita, anche se si potrebe evitare per strada asfaltata sottostante). Ci si porta al cimitero, ben visibile dal basso, e si inizia a percorrere il secondo "troi" di giornata, quello de san Antoni. Per alcuni aspetti anche più tecnico del primo, con pochi punti esposti, ma con diversi saltini e una lunga discesa. Si attraverserà la strada che sale alla diga in un paio di punti. Molto bello, sempre da prendere con le dovute maniere...
Si rientra quindi a Codissago con l'ultima discesa gradinata (evitabile per asfalto).
Una traccia da mettere senz'altro nel taccuino e da ripetere. Ma mai di domenica o nei giorni in cui sarebbe lecito aspettarsi persone a piedi, perché gli scambi, specie nei tratti esposti, non sono sempre "immediati".
PS: rispetto alla traccia originale, è stata resa percorribile una intelligente variante, con la costruzione di una bella e aerea passerella in legno, che evita un tratto di salita a spinta e piuttosto faticoso. Questo tratto è praticamente abbandonato a favore del nuovo tracciato. Bravi. E bravi anche per la pulizia della sede del sentiero (per quanto possibile).
C'è soddisfazione anche se, decisamente, non è per tutti (zero vertigini e padronanza della bici su tratti stretti).
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