Dolomiti: Falzarego, Campolongo, Pordoi e Fedaia
near Caprile, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Il giro è la combinazione più facile che possa uscire con quattro passi sulle dolomiti.
Il Falzarego all'inizio è pedalabile e con la gamba fresca si sale rapidamente fino al valico; da qui un altro paio di chilometri in salita si svalica sul Valparola (un fantastico panorama verso valle). Una lunga e facile discesa porta giù a San Cassiano (fontanella d'acqua sulla rotonda) e poi più giù fino a La Villa. Si giunge a Corvara percorrendo una strada vallonata spesso molto trafficata, si passa l'abitato di Corvara (nel traffico) fino a raggiungere le prime rampe del passo Campolongo, le uniche con pendeze a doppia cifra in tutto il giro. Finiti i tornanti la strada spiana e ci porta senza troppa fatica al valico.
Breve discesa verso Arabba, altra fontanella appena prima della chiesa, ed inizia il passo più bello di giornata, il Passo Pordoi, dieci chilometri regolarissimi e pedalabili che, con una gamba mediamente allenata si superano senza grosse difficoltà. Foto di rito sul monumento a Coppi e di nuovo lunga discesa, un po' stretta e molto trafficata fino a valle, a Canazei. Una fontanella di fronte all'immissione sulla strada principale e poi s'inizia a salire verso il passo Fedaia, dalla parte facile. La salita è facile, soltanto gli ultimi cinque chilometri si alzano un po' e con la gambia con cui l'ho affrontata ho iniziato a sentire un po' la stanchezza, ma stringendo i denti si arriva su, alla diga. Un paio di chilometri piani in una galleria con ampi finestroni e giù, l'ultima discesa, pericolosissima vista l'altissima velocità che si può raggiungere.
I primi tornarni sono pendenti e ripidi, da capanna Bill inizia il leggendario rettilineo che in salita è durissimo ma in discesa è velocissimo, io non lascio andare la bici libera e ogni tanto una pinzata fa bene, la strada è molto ondulata e qualche semicurva è pericolosa. Staccatona tra gli alberi, (a destra c'erano i Serrai di Sottoguda, distrutti da Vaia e comunque non percorribili ini discesa) lieve ritorno di pendeza e una galleria, in curva che una volta ho trovato non illuminata quindi occorre far prudenza, meglio se abbiamo con noi una luce, almeno poteriore. Da qui solo discesa facile fino a Caprile.
il giro è piuttosto abbordabile per qualsiasi ciclista con una miscreta preparazione, il dislivello è buono ma le pendenze sono davvero modeste che si superano facilemente
Il Falzarego all'inizio è pedalabile e con la gamba fresca si sale rapidamente fino al valico; da qui un altro paio di chilometri in salita si svalica sul Valparola (un fantastico panorama verso valle). Una lunga e facile discesa porta giù a San Cassiano (fontanella d'acqua sulla rotonda) e poi più giù fino a La Villa. Si giunge a Corvara percorrendo una strada vallonata spesso molto trafficata, si passa l'abitato di Corvara (nel traffico) fino a raggiungere le prime rampe del passo Campolongo, le uniche con pendeze a doppia cifra in tutto il giro. Finiti i tornanti la strada spiana e ci porta senza troppa fatica al valico.
Breve discesa verso Arabba, altra fontanella appena prima della chiesa, ed inizia il passo più bello di giornata, il Passo Pordoi, dieci chilometri regolarissimi e pedalabili che, con una gamba mediamente allenata si superano senza grosse difficoltà. Foto di rito sul monumento a Coppi e di nuovo lunga discesa, un po' stretta e molto trafficata fino a valle, a Canazei. Una fontanella di fronte all'immissione sulla strada principale e poi s'inizia a salire verso il passo Fedaia, dalla parte facile. La salita è facile, soltanto gli ultimi cinque chilometri si alzano un po' e con la gambia con cui l'ho affrontata ho iniziato a sentire un po' la stanchezza, ma stringendo i denti si arriva su, alla diga. Un paio di chilometri piani in una galleria con ampi finestroni e giù, l'ultima discesa, pericolosissima vista l'altissima velocità che si può raggiungere.
I primi tornarni sono pendenti e ripidi, da capanna Bill inizia il leggendario rettilineo che in salita è durissimo ma in discesa è velocissimo, io non lascio andare la bici libera e ogni tanto una pinzata fa bene, la strada è molto ondulata e qualche semicurva è pericolosa. Staccatona tra gli alberi, (a destra c'erano i Serrai di Sottoguda, distrutti da Vaia e comunque non percorribili ini discesa) lieve ritorno di pendeza e una galleria, in curva che una volta ho trovato non illuminata quindi occorre far prudenza, meglio se abbiamo con noi una luce, almeno poteriore. Da qui solo discesa facile fino a Caprile.
il giro è piuttosto abbordabile per qualsiasi ciclista con una miscreta preparazione, il dislivello è buono ma le pendenze sono davvero modeste che si superano facilemente
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