Activity

Dall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini

Download

Trail photos

Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini

Author

Trail stats

Distance
54.5 mi
Elevation gain
5,883 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
6,371 ft
Max elevation
2,357 ft
TrailRank 
50
Min elevation
2,357 ft
Trail type
One Way
Coordinates
1984
Uploaded
December 17, 2018
Recorded
December 2018
Be the first to clap
3 comments
Share

near Città Sant'Angelo, Abruzzo (Italia)

Viewed 1525 times, downloaded 15 times

Trail photos

Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini Photo ofDall’Adriatico alla vetta più alta degli Appennini

Itinerary description

Tutto su strada, per una bella uscita in bici da corsa o come spunto per modalità cicloturismo, godendo di cittadine interessanti, con tanto da offrire e bellezze naturali.
Un panorama che dal blu del mare attraversa il saliscendi delle colline, bussando alle porte del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, terra del Camoscio appenninico. Un anello con punto di partenza e arrivo a Città Sant’Angelo, un belvedere sulla vallata sotto, per poi toccare Penne con la riserva del lago, salire a Farindola, poi Montebello Di Bertona, Villa Celiera con la possibilità di visitare la piana del Voltigno e Passo Cordone verso il ritorno. Partenza dunque da Città Sant’Angelo, direzione Fonte Nuova sulla SP48. Prima di pedalare, la cittadina merita un giro alla scoperta delle sue bellezze architettoniche, perdendosi nei vicoli. L’esempio principale, oltre alle tante costruzioni di architettura civile, è la collegiata di San Michele Arcangelo, che sorge su un edificio preesistente. Già cattedrale, è stata elevata a collegiata nel 1353. Non è da meno anche il convento dei Francescani, fondato intorno al 1240, dopo la ricostruzione della città che l’anno prima era stata distrutta dietro l’ordine di Federico II.
Dopo poco più di 20 km ecco Penne, la cosiddetta “Città del mattone”.
L’ingresso dalla settecentesca Porta San Francesco annuncia un dedalo di vie con pregevoli palazzi. Da vedere la chiesa di Sant’Agostino e la trecentesca cattedrale di Santa Maria degli Angeli e San Massimo Martire, con gli affreschi nella cripta.
Da vedere il Museo civico diocesano e il Museo archeologico, fra stemmi vescovili e la lotta dei gladiatori riportata su un basso rilievo.
Penne nel ’500 è stata capitale dello stato farnesiano in Abruzzo e ha dato i natali al giurista trecentesco Luca da Penne, al medico e letterato Muzio Pansa e ancora al segretario vescovile Cola Giovanni Salconio, oltre ai patrioti risorgimentali Clemente e Domenico De Carolis. La SS81 porta verso la vicina Riserva Naturale Regionale Lago di Penne (Tel.: 085.8279489, info@cogecstre.com), la cui storia comincia negli anni ’80, per essere oggi un importante luogo di sosta e di riproduzione dell’avifauna stanziale, di passo e nidificante. Qui si incontrano cicogna e oca selvatica, airone bianco e gru. Sono presenti le volpi e sporadicamente si fa vedere anche il lupo.
Si prosegue sulla stessa strada fino ad incrociare la SP72 che porta a Farindola e il paesaggio si fa premontano. Celebre, qui, è il tradizionale pecorino che si distingue per l’impiego di caglio suino: “Ha origini antichissime - si legge sul sito del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga -. Ancora oggi richiede cure particolari per la sua preparazione aziendale, effettuata dalle donne che custodiscono gelosamente e tramandano di generazione in generazione la tecnica produttiva”. La cittadina è un
centro rurale di origini medievali. Possiamo immaginarne la storia dalla testimonianza di un sacerdote domenicano della seconda metà del XVI secolo: “Terra di circa 220 fuochi, vogliono che deve dirsi Ferinola dalle fiere che abbondano attorno a lei nelle vicine selve come porci, cinghiali, lupi et orsi. Tiene questa terra per insegna un core d’orso. Dicesi che in lei sono tre scuole: nella prima s’impara di fare alla lotta, nella seconda di suonare il corno e nella terza s’impara il modo di affrontare l’orso. Gli esercizi loro, oltre alla coltivazione delle proprie terre e campi, sono di lavorare madie et arche et altre si fatte cose avendo dalle vicine selve copie di faggi et altre sorte di legnami come aceri e simili”. Terra aspra e cuore abruzzese; toponimo è in realtà il longobardo “fara” ad indicare un raggruppamento di persone.
Tornati sulla provinciale si prosegue in direzione Montebello di Bertona e, prima di tornare verso valle, merita una tappa Villa Celiera che si raggiunge con la SP9, sulla destra all’incrocio con la SP81. Da queste parti ci sono fra i miglior posti d’Abruzzo dove dedicarsi agli arrosticini, celebre spiedino di carne di pecora oramai simbolo della gastronomia regionale. La località è alle porte della piana del Voltigno, dove praticare sci da fondo, ciaspole o mtb su sentieri ben curati e manutenuti, oltre che mappati. All’inizio della piana, in località Pantane-Bufara, c’è un centro informativo e di accoglienza con bagno, spogliatoio, noleggio sci e ciaspole, tutto a cura della locale polisportiva sci club. A pochi chilometri dall’abitato ci sono i ruderi di quella che fu la ricca e potente abbazia di S. Maria di Casanova, primo insediamento cistercense in Abruzzo. La fondazione risale al 1191 per volere della contessa Margherita di Loreto Aprutino.
Si prosegue dunque sulla SP9 poi SP74 e all’altezza di un agriturismo sulla destra, si gira a sinistra in direzione Villa Scannella e poi da lì Passo Cordone, mentre si torna verso centri abitati, lasciati i boschi alle spalle. Le colline con gli uliveti riconquistano il paesaggio e si interseca il percorso misto alla scoperta dell’olio fra Loreto Aprutino, Pianella e Moscufo. Piatta e dritta, la provinciale riporta verso la città della collegiata, girando a sinistra all’altezza di via degli Orti, con il fiume Tavo sulla destra.
Attraversata Congiunti si interseca il fiume Fino e con via della Cona si rientra nella cittadina.

Comments  (3)

  • Photo of paolo paci
    paolo paci Dec 8, 2021

    In che senso vetta più alta degli appennini?

  • Photo of paolo paci
    paolo paci May 29, 2022

    Quindi? Scusate ma non capisco.....

  • Photo of Roberto De Iorio
    Roberto De Iorio Dec 28, 2022

    chiedo , ma la vetta più alta ,Il Corno Grande 29O0m e spicci, è scesa a 718 metri ? ahahahah

You can or this trail