Da Trento a Christo
near Vela, Trentino - Alto Adige (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Ritrovo a Trento. Salita parziale del Bondone, dato il divieto di percorrere la galleria del Bus de Vela. Non proseguiamo tuttavia fino in cima, dato che ci troviamo proprio nel mezzo dei preparativi per la Trento-Bondone e del relativo caos. Scendiamo verso Toblino, le Sarche e Riva, con en passant anche una visita al Vertical Sport di Pietramurata. A Riva per distrazione seguiamo le insegne per Ledro, dimenticando che conducono al tunnel. Bisogna invece cominciare la Gardesana e subito dopo svoltare per la vecchia strada del Ponale. Pur essendo chiusa al traffico, pur essendo paesaggisticamente ineguagliabile, va detto che di questa stagione propone frequenti incroci con pazzi che scendono a tutta velocità anche nei tratti dove la larghezza è quella di un sentiero. Poco sotto Biacesa, allo sbocco del tunnel automobilistico, si ritrova l'asfalto.
Seguiamo tutta la Val di Ledro fino alla sella di Tiarno e al lago d'Ampola, dove inizia la picchiata su Storo. Evitiamo il paese per seguire la ciclabile che resta al bordo sinistro della vallata, traversando solo da ultimo verso Ponte Caffaro, primo paese in Lombardia. Da visitare assolutamente il Palazzo del Caffaro, a pochi metri dalla strada.
Ad Anfo, dopo aver abbondantemente bevuto, prendiamo la salita del Baremone. Sempre un gran percorso, anche se non ritrovo piú l'indimenticabile scenario di strada zigzagante su pendio praticamente aperto che avevo descritto con toni entusiastici in
http://www.trentobike.org/Countries/Italy/Tour_Reports/giro99.html
Mi rendo conto che in quell'occasione era stato qualche recente disboscamento a creare un'insolita situazione: ora invece saliamo quasi sempre chiusi fra la vegetazione. Dopo un piccolo temporale raggiungiamo il rifugio Baremone, dove avevamo calcolato di lucrare e cena e visione della semifinale Italia-Germania dell'europeo> Nulla di tutto ciò: ci viene detto che, non essendo prenotati, nessuna porta ci verrà aperta. Mentre di dentro si sente il sottofondo tipico del tifo calcistico davanti alla televisione, noi ceniamo con le nostre provviste e stendiamo i sacchi a pelo, comunque protetti da una bella vetrata.
Il giorno dopo andiamo verso il Maniva, per lo spettacolare traverso di cresta con tratti sterrati e anche alcune gallerie. Al Maniva abbandoniamo l'idea di proseguire per Croce Domini e scendere in Val Camonica: ci verremmo a trovare in mezzo alla bagarre causata dalle migliaia di turisti attirati dall'ultima giornata di "The Floating Piers", l'opera di Christo sul Lago di Iseo. Scendiamo dunque il Val Trompia, dove riscontriamo un'edilizia terribile ma anche alcune vere tappe preziose, come soprattutto la Miniera Torgola, sotto Collio, e la chiesa di San Filastrio a Tavèrnole sul Mella.
Da Gardone saliamo al Polàveno, onde "sorprendere" le folle con una calata dall'alto. Al valico dei Tre Termini compiamo la leggerezza di non controllare la mappa, e quindi proseguiamo verso Iseo anziché cercare la stradina che solo da ultimo scende in picchiata su Sulzano, e che sarebbe l'unica conforme ai nostri propositi. Dobbiamo quindi tornare indietro, anche per scoprire due nuovi dettagli: c'è dell'altra salita e - peggio - la strada è sempre assediata dalla vegetazione. Quando ormai disperiamo di trovare dei belvedere adeguati, però, ecco che questi ci si presentano. Sono i tre punti marcati in successione Pratone, Belvedere e Rudere.
A Sulzano, vista la folla che aspetta il treno, prendiamo l'unica decisione possibile, ossia di andare avanti in bici. A Iseo, visto che la situazione si preannuncia parimenti difficile, risolviamo di tirare fino a Brescia. I guai cominciano a Camignone, dove d'un tratto la strada si trasforma in SGC, e noi siamo costretti a cercare alternative. Il finale che ne risulta è quindi abbastanza rocambolesco, come si può vedere dalla traccia.
Seguiamo tutta la Val di Ledro fino alla sella di Tiarno e al lago d'Ampola, dove inizia la picchiata su Storo. Evitiamo il paese per seguire la ciclabile che resta al bordo sinistro della vallata, traversando solo da ultimo verso Ponte Caffaro, primo paese in Lombardia. Da visitare assolutamente il Palazzo del Caffaro, a pochi metri dalla strada.
Ad Anfo, dopo aver abbondantemente bevuto, prendiamo la salita del Baremone. Sempre un gran percorso, anche se non ritrovo piú l'indimenticabile scenario di strada zigzagante su pendio praticamente aperto che avevo descritto con toni entusiastici in
http://www.trentobike.org/Countries/Italy/Tour_Reports/giro99.html
Mi rendo conto che in quell'occasione era stato qualche recente disboscamento a creare un'insolita situazione: ora invece saliamo quasi sempre chiusi fra la vegetazione. Dopo un piccolo temporale raggiungiamo il rifugio Baremone, dove avevamo calcolato di lucrare e cena e visione della semifinale Italia-Germania dell'europeo> Nulla di tutto ciò: ci viene detto che, non essendo prenotati, nessuna porta ci verrà aperta. Mentre di dentro si sente il sottofondo tipico del tifo calcistico davanti alla televisione, noi ceniamo con le nostre provviste e stendiamo i sacchi a pelo, comunque protetti da una bella vetrata.
Il giorno dopo andiamo verso il Maniva, per lo spettacolare traverso di cresta con tratti sterrati e anche alcune gallerie. Al Maniva abbandoniamo l'idea di proseguire per Croce Domini e scendere in Val Camonica: ci verremmo a trovare in mezzo alla bagarre causata dalle migliaia di turisti attirati dall'ultima giornata di "The Floating Piers", l'opera di Christo sul Lago di Iseo. Scendiamo dunque il Val Trompia, dove riscontriamo un'edilizia terribile ma anche alcune vere tappe preziose, come soprattutto la Miniera Torgola, sotto Collio, e la chiesa di San Filastrio a Tavèrnole sul Mella.
Da Gardone saliamo al Polàveno, onde "sorprendere" le folle con una calata dall'alto. Al valico dei Tre Termini compiamo la leggerezza di non controllare la mappa, e quindi proseguiamo verso Iseo anziché cercare la stradina che solo da ultimo scende in picchiata su Sulzano, e che sarebbe l'unica conforme ai nostri propositi. Dobbiamo quindi tornare indietro, anche per scoprire due nuovi dettagli: c'è dell'altra salita e - peggio - la strada è sempre assediata dalla vegetazione. Quando ormai disperiamo di trovare dei belvedere adeguati, però, ecco che questi ci si presentano. Sono i tre punti marcati in successione Pratone, Belvedere e Rudere.
A Sulzano, vista la folla che aspetta il treno, prendiamo l'unica decisione possibile, ossia di andare avanti in bici. A Iseo, visto che la situazione si preannuncia parimenti difficile, risolviamo di tirare fino a Brescia. I guai cominciano a Camignone, dove d'un tratto la strada si trasforma in SGC, e noi siamo costretti a cercare alternative. Il finale che ne risulta è quindi abbastanza rocambolesco, come si può vedere dalla traccia.
Waypoints
Car park
660 ft
Parcheggio Zuffo
Noi venivamo in bici da casa ma per chi sceglie l'avvicinamento in auto questo è il punto di partenza quasi obbligato.
Mountain pass
2,438 ft
Tiarno
Punto piú alto della Valle di Ledro. Subito dopo viene il Lago d'Ampola.
Intersection
1,430 ft
Bivio Bondone
Comincia un breve ma piacevole tratto di ciclabile in mezzo al granoturco.
Intersection
2,867 ft
Sentiero Monte Censo
Mountain pass
5,459 ft
Passo Maniva
Mine
2,558 ft
Miniera Tassara
Waypoint
2,167 ft
Dosso della Rovere
Collinetta minima, che ospita un monumento.
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