ANELLO RIDE VENA DEL GESSO
near Cuffiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Itinerary description
ANELLO RIDE VENA DEL GESSO Il valico della Valletta, pressoché costantemente intorno al 10%, costituisce l'ostacolo maggiore di un percorso in cui si contano altre quattro salite.
Un abbraccio geologico che circonda pressoché l'intera Vena del Gesso, compiendo un tour a 360 gradi che è anche un viaggio indietro nel tempo fino a sei milioni di anni fa, in cui il saliscendi delle colline rievoca quello del livello del mare, che ha ripetutamente sommerso e riportato alla luce Monte Mauro e le altre cime.
Il percorso punta in direzione del versante nord della Vena già una volta che ci si è lasciata alle spalle Riolo Terme, in direzione di Brisighella attraverso il passo delle Calbane (3,6 km con pendenza media al 5%). La salita è inframmezzata da due lunghi falsopiani (da uno di questi si può raggiungere la Grotta della Tanaccia), durante i quali è possibile ammirare il lato della Vena che scende dolcemente verso la pianura, oggi ricoperto di boschi popolati da lupi, cervi, cinghiali, caprioli, volpi, tassi, istrici e gatti selvatici.
E' solo una volta arrivati a Brisighella, risalendo la vallata verso Fognano, che il balzo indietro nel tempo diventa più evidente. Per potersene accorgere è però obbligatorio domare il passo della Valletta, 2,6 km al 10,3% di pendenza media, con punte che sfiorano il 13%. Una salita breve ma che sin da quando la strada si impenna non dà tregua: fu parte del percorso del Giro d'Italia 2015, e anche allora il gruppo si sparpagliò per tutta la salita. La discesa verso Zattaglia, lungo il versante meno ripido, spalanca la visuale su Monte Mauro: il gigante della Vena del Gesso si staglia con i suoi 515 metri di altezza isolato sulla vallata, celando appena dietro i suoi rilievi il lato sud della Vena, più aspro e roccioso.
Le salite di Monte Albano (4,7 km al 5,9%) e del Prugno (5,6 km al 5,9%), la prima in direzione di Casola Valsenio e la seconda da qui a Fontanelice, sono pedalabili: ci si può fermare al giardino delle Erbe Rinaldi Ceroni, o anche solo alzare gli occhi sul panorama: i dodici strati il cui accumulo ha dato origine al Monte della Volpe testimoniano i cicli di sedimentazione risalenti a quando lo stretto di Gibilterra si chiuse e le acque del Mediterraneo evaporarono.
Un habitat che qui ha tutt'altri protagonisti, quali i rapaci – come falchi pellegrini, pecchiaioli e bianconi – che popolano le rupi, e le diciannove specie di pipistrelli, i quali nelle duecento grotte che punteggiano i gessi trovano uno dei loro santuari italiani.
Borgo Tossignano – dominato dai ruderi della rocca arrampicata sul crinale – è il luogo in cui l'interazione fra uomo e gessi appare più forte: arrivati qui c'è solo un'ultima asperità prima di tornare a Riolo: la salita di Gallisterna, 9 km al 2,6%, in susseguirsi di dolci saliscendi.
Un abbraccio geologico che circonda pressoché l'intera Vena del Gesso, compiendo un tour a 360 gradi che è anche un viaggio indietro nel tempo fino a sei milioni di anni fa, in cui il saliscendi delle colline rievoca quello del livello del mare, che ha ripetutamente sommerso e riportato alla luce Monte Mauro e le altre cime.
Il percorso punta in direzione del versante nord della Vena già una volta che ci si è lasciata alle spalle Riolo Terme, in direzione di Brisighella attraverso il passo delle Calbane (3,6 km con pendenza media al 5%). La salita è inframmezzata da due lunghi falsopiani (da uno di questi si può raggiungere la Grotta della Tanaccia), durante i quali è possibile ammirare il lato della Vena che scende dolcemente verso la pianura, oggi ricoperto di boschi popolati da lupi, cervi, cinghiali, caprioli, volpi, tassi, istrici e gatti selvatici.
E' solo una volta arrivati a Brisighella, risalendo la vallata verso Fognano, che il balzo indietro nel tempo diventa più evidente. Per potersene accorgere è però obbligatorio domare il passo della Valletta, 2,6 km al 10,3% di pendenza media, con punte che sfiorano il 13%. Una salita breve ma che sin da quando la strada si impenna non dà tregua: fu parte del percorso del Giro d'Italia 2015, e anche allora il gruppo si sparpagliò per tutta la salita. La discesa verso Zattaglia, lungo il versante meno ripido, spalanca la visuale su Monte Mauro: il gigante della Vena del Gesso si staglia con i suoi 515 metri di altezza isolato sulla vallata, celando appena dietro i suoi rilievi il lato sud della Vena, più aspro e roccioso.
Le salite di Monte Albano (4,7 km al 5,9%) e del Prugno (5,6 km al 5,9%), la prima in direzione di Casola Valsenio e la seconda da qui a Fontanelice, sono pedalabili: ci si può fermare al giardino delle Erbe Rinaldi Ceroni, o anche solo alzare gli occhi sul panorama: i dodici strati il cui accumulo ha dato origine al Monte della Volpe testimoniano i cicli di sedimentazione risalenti a quando lo stretto di Gibilterra si chiuse e le acque del Mediterraneo evaporarono.
Un habitat che qui ha tutt'altri protagonisti, quali i rapaci – come falchi pellegrini, pecchiaioli e bianconi – che popolano le rupi, e le diciannove specie di pipistrelli, i quali nelle duecento grotte che punteggiano i gessi trovano uno dei loro santuari italiani.
Borgo Tossignano – dominato dai ruderi della rocca arrampicata sul crinale – è il luogo in cui l'interazione fra uomo e gessi appare più forte: arrivati qui c'è solo un'ultima asperità prima di tornare a Riolo: la salita di Gallisterna, 9 km al 2,6%, in susseguirsi di dolci saliscendi.
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