ANELLO RIDE DOZZA E IMOLA
near Cuffiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Itinerary description
ANELLO RIDE DOZZA E IMOLA La lunga salita del valico del Paretaio (7,8 chilometri al 5,7%) e quella scavata fra i gessi che conduce al Monte della Pieve (8,3 chilometri al 5,7%) rendono estremamente impegnativa una giornata già ricca di saliscendi, dal chilometraggio rilevante.
Pietro Zangheri, il più grande naturalista della Romagna, non aveva dubbi circa i confini della terra in cui era nato: lo spartiacque appenninico a sud, l'Adriatico a est, il corso del Reno a nord.
Limiti geografici dettati dall'orografia, immodificabili se non nell'arco di svariate generazioni, sui quali l'accordo era ed è unanime.
Più complicato pronunciarsi sul «fronte occidentale», che Zangheri poneva in corrispondenza del Sillaro, e che ancora oggi è oggetto di feroci dibattiti, fra chi vorrebbe Imola in Emilia – ponendo il confine proprio sul Rio Sanguinario, teatro di un'atroce battaglia fra bolognesi e ravennati – e chi la considera Romagna a tutti gli effetti. Il percorso che conduce a Dozza è quello che più si spinge verso l'Emilia, raggiungendola nel modo più complicato possibile, attraverso una serie di saliscendi appenninici che disegnano un percorso aspro, frastagliato, in aperta antitesi rispetto alla dimensione pianeggiante che la via Emilia ha tentato di imporre al territorio.
Da Riolo Terme l'anello punta deciso in direzione sud, verso il confine con la Toscana e Palazzuolo sul Senio, da cui parte la salita per il valico del Paretaio. Sono 7,8 chilometri al 5,7% di pendenza media, che conducono a quasi 900 metri di quota. Una direttrice a scarsissima percorrenza automobilistica, dove ai lati della strada la fitta vegetazione si alterna a panorami mozzafiato sulle vallate del Senio e del Santerno. Da qui il percorso scende in direzione di Moraduccio (nei pressi la Cascata del Fosso Canaglia e il borgo fantasma di Castigliocello) e Castel del Rio, il borgo del Ponte degli Alidosi, per poi proseguire verso Fontanelice e la salita che conduce a Gesso. Si è vicini alla pianura, ma la strada è comunque capace di salire per 8,3 chilometri con una pendenza media del 5,7%, e alcuni tratti al 10%. Arrivati in cima ci si incunea fra le ultime propaggini della Vena del Gesso: a est si nota la cima del Monte dell'Acqua Salata, a ovest quella di Gesso. I metri in salita non sono finiti: prima di toccare la via Emilia la strada sale infatti leggermente fino a Dozza, grazioso borgo collinare, secondo molti ultimo avamposto della Romagna, noto in particolare per la Rocca Sforzesca. Nella chiesa dell'Assunzione è presente un dipinto del Palmezzano, la Madonna col Bambino fra i santi Giovanni Battista e Margherita. Il ritorno a Riolo è scandito dall'attraversamento di Imola e dell'autodromo, da una parziale salita al Bergullo, e dal passaggio attraverso il colle della Serra.
Pietro Zangheri, il più grande naturalista della Romagna, non aveva dubbi circa i confini della terra in cui era nato: lo spartiacque appenninico a sud, l'Adriatico a est, il corso del Reno a nord.
Limiti geografici dettati dall'orografia, immodificabili se non nell'arco di svariate generazioni, sui quali l'accordo era ed è unanime.
Più complicato pronunciarsi sul «fronte occidentale», che Zangheri poneva in corrispondenza del Sillaro, e che ancora oggi è oggetto di feroci dibattiti, fra chi vorrebbe Imola in Emilia – ponendo il confine proprio sul Rio Sanguinario, teatro di un'atroce battaglia fra bolognesi e ravennati – e chi la considera Romagna a tutti gli effetti. Il percorso che conduce a Dozza è quello che più si spinge verso l'Emilia, raggiungendola nel modo più complicato possibile, attraverso una serie di saliscendi appenninici che disegnano un percorso aspro, frastagliato, in aperta antitesi rispetto alla dimensione pianeggiante che la via Emilia ha tentato di imporre al territorio.
Da Riolo Terme l'anello punta deciso in direzione sud, verso il confine con la Toscana e Palazzuolo sul Senio, da cui parte la salita per il valico del Paretaio. Sono 7,8 chilometri al 5,7% di pendenza media, che conducono a quasi 900 metri di quota. Una direttrice a scarsissima percorrenza automobilistica, dove ai lati della strada la fitta vegetazione si alterna a panorami mozzafiato sulle vallate del Senio e del Santerno. Da qui il percorso scende in direzione di Moraduccio (nei pressi la Cascata del Fosso Canaglia e il borgo fantasma di Castigliocello) e Castel del Rio, il borgo del Ponte degli Alidosi, per poi proseguire verso Fontanelice e la salita che conduce a Gesso. Si è vicini alla pianura, ma la strada è comunque capace di salire per 8,3 chilometri con una pendenza media del 5,7%, e alcuni tratti al 10%. Arrivati in cima ci si incunea fra le ultime propaggini della Vena del Gesso: a est si nota la cima del Monte dell'Acqua Salata, a ovest quella di Gesso. I metri in salita non sono finiti: prima di toccare la via Emilia la strada sale infatti leggermente fino a Dozza, grazioso borgo collinare, secondo molti ultimo avamposto della Romagna, noto in particolare per la Rocca Sforzesca. Nella chiesa dell'Assunzione è presente un dipinto del Palmezzano, la Madonna col Bambino fra i santi Giovanni Battista e Margherita. Il ritorno a Riolo è scandito dall'attraversamento di Imola e dell'autodromo, da una parziale salita al Bergullo, e dal passaggio attraverso il colle della Serra.
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