ANELLO RIDE ALTO SANTERNO, MUGELLO E ALTO SENIO
near Cuffiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Itinerary description
ANELLO RIDE ALTO SANTERNO, MUGELLO E ALTO SENIO Due salite lunghe e regolari, tipiche dell'alto Appennino, disegnano un percorso quasi “alpino”, in cui il passo del Prugno è solo un prologo rispetto alla Raticosa e al Valico del Paretaio: i chilometri di pura salita sono oltre cinquanta.
Una regata nel mondo di Alfredo Oriani, sulla scia di quelle prime scorribande di cui si rese protagonista agli albori dell'epopea della bicicletta, quando le strade erano sterrate, i cambi inesistenti, le ruote fragilissime e i pedali a scatto fisso.
Anni in cui solo un visionario poteva pensare di domare quel «cavallo a pedali» e farne un mezzo con cui solcare l'Italia.
Il percorso che da Riolo Terme risale la vallata in direzione di Casola non può non omaggiarlo transitando davanti alla casa in cui Oriani visse per gran parte della vita, oggi il museo del Cardello, affacciato sulla provinciale non lontano dall'altrettanto imperdibile Abbazia di Valsenio.
E' però puntando le ruote in direzione del passo del Prugno (5,6 km al 5,9%) – poco dopo aver superato il Giardino delle Erbe Rinaldi Ceroni (uno dei due orti botanici della Romagna) – e di Fontanelice che ci si immerge davvero nel mondo di Alfredo Oriani, sulla scia del viaggio di seicento chilometri che compì nel 1897, quando la bicicletta così come la conosciamo oggi – con la pedalata che trasmette il moto alla ruota posteriore – esisteva appena da dodici anni.
In quell'avventura di seicento chilometri – che Oriani arrotondò a mille, cedendo alla sua caratteristica propensione per l'iperbole – l'autore non doveva essere solo: il suo compagno di viaggio, però, non si presentò al via, lasciandolo a scalare e discendere montagne e colline della Romagna e della Toscana.
Giunti a Castel del Rio, il borgo del caratteristico Ponte degli Alidosi, la strada comincia a salire in direzione del passo della Raticosa: 22 km al 3,6%. Una salita lunga, regolare, pressoché priva di traffico, dove una volta acquisito il ritmo è la mente a prendere il largo sull'oceano verde della vegetazione circostante. A dare di nuovo il benvenuto nella valle del Santerno è il Sasso di San Zanobi, un frammento di crosta oceanica scampato alla subduzione (quello che i geologi chiamano un'ofiolite). Posto quasi al limite occidentale della Romagna, è un luogo in cui chiunque sia nato da queste parti va almeno una volta nella vita.
Superata Firenzuola – il comune più fieramente fiorentino fra quelli della Romagna toscana – è il valico del Paretaio, anch'esso una saluta lunga e regolare, composta da 10 km al 5,9%, a ricondurre verso Palazzuolo, Casola Valsenio e Riolo Terme.
Una regata nel mondo di Alfredo Oriani, sulla scia di quelle prime scorribande di cui si rese protagonista agli albori dell'epopea della bicicletta, quando le strade erano sterrate, i cambi inesistenti, le ruote fragilissime e i pedali a scatto fisso.
Anni in cui solo un visionario poteva pensare di domare quel «cavallo a pedali» e farne un mezzo con cui solcare l'Italia.
Il percorso che da Riolo Terme risale la vallata in direzione di Casola non può non omaggiarlo transitando davanti alla casa in cui Oriani visse per gran parte della vita, oggi il museo del Cardello, affacciato sulla provinciale non lontano dall'altrettanto imperdibile Abbazia di Valsenio.
E' però puntando le ruote in direzione del passo del Prugno (5,6 km al 5,9%) – poco dopo aver superato il Giardino delle Erbe Rinaldi Ceroni (uno dei due orti botanici della Romagna) – e di Fontanelice che ci si immerge davvero nel mondo di Alfredo Oriani, sulla scia del viaggio di seicento chilometri che compì nel 1897, quando la bicicletta così come la conosciamo oggi – con la pedalata che trasmette il moto alla ruota posteriore – esisteva appena da dodici anni.
In quell'avventura di seicento chilometri – che Oriani arrotondò a mille, cedendo alla sua caratteristica propensione per l'iperbole – l'autore non doveva essere solo: il suo compagno di viaggio, però, non si presentò al via, lasciandolo a scalare e discendere montagne e colline della Romagna e della Toscana.
Giunti a Castel del Rio, il borgo del caratteristico Ponte degli Alidosi, la strada comincia a salire in direzione del passo della Raticosa: 22 km al 3,6%. Una salita lunga, regolare, pressoché priva di traffico, dove una volta acquisito il ritmo è la mente a prendere il largo sull'oceano verde della vegetazione circostante. A dare di nuovo il benvenuto nella valle del Santerno è il Sasso di San Zanobi, un frammento di crosta oceanica scampato alla subduzione (quello che i geologi chiamano un'ofiolite). Posto quasi al limite occidentale della Romagna, è un luogo in cui chiunque sia nato da queste parti va almeno una volta nella vita.
Superata Firenzuola – il comune più fieramente fiorentino fra quelli della Romagna toscana – è il valico del Paretaio, anch'esso una saluta lunga e regolare, composta da 10 km al 5,9%, a ricondurre verso Palazzuolo, Casola Valsenio e Riolo Terme.
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