Supramonte di Dorgali - Grotta di Ispinigoli l’abisso delle Vergini

In basso, traduzione in inglese / Below, English translation.

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NOTE TECNICHE
Luogo di partenza: parcheggio situato in località Ispinigoli nel Supramonte di Dorgali sito nel Comune di Dorgali in provincia di Nuoro;
Difficoltà: E (escursionistico);
Tipo di percorso: andata e ritorno;
Ricezione telefonica: totalmente assente all’interno della grotta. Ottima ricezione all’aperto;
Traccia GPS: puramente indicativa in quanto all’interno delle grotte il segnale GPS risulta assente. Tuttavia risulta reale solo la parte iniziale e finale che dal parcheggio conduce all’ingresso della grotta;
Durata: 50 minuti;
Distanza totale: 500 metri;
Dislivello positivo: 50 metri circa dal fondo grotta fino all’uscita;
Particolarità: possibilità di visitare le grotte anche con bambini piccoli.
ACCESSO
Partenza dal comune di Dorgali, in direzione Orosei, percorrere la Strada Statale 125, al chilometro 209,400 svoltare a destra seguendo le indicazioni per la grotta di Ispinigoli.
DESCRIZIONE
La Grotta di Ispinigoli è stata aperta al pubblico nel 1974 e da allora oltre 40.000 visitatori all’anno fanno il loro ingresso nel gigantesco antro in cui sorge la maestosa colonna calcarea alta 38 metri, la più grande d’Europa e una delle più alte al mondo.
La grande sala appartiene al complesso carsico Ispinigoli – San Giovanni su Anzu – sos Jocos.
Si tratta di tre grotte comunicanti che raggiungono la lunghezza totale di 17 km; questo sistema carsico si orienta in direzione Sud Ovest-Nord Est nelle viscere del monte S’Ospile con tre ingressi che si aprono a quote diverse. Ciò crea delle differenze di pressione che generano all’interno una corrente d’aria continua, con la temperatura che si mantiene di 16-17 gradi in tutte le stagioni.
Le grandi gallerie di questa cavità carsica sono caratterizzate da notevoli depositi di argilla, enormi colonne e innumerevoli bianche concrezioni. Nel fondo di questo complesso scorrono piccoli torrenti sotterranei che vedono la luce nella vicina Grotta di San Giovanni Su Anzu.
Il sistema venne esplorato in modo sistematico sin dal 1954 dal Gruppo Grotte di Nuoro che individuò il collegamento tra le due cavità. Le ricerche continuarono negli anni successivi ad opera dei grandi esperti della speleologia sarda: Padre Furreddu, Bruno Piredda e il piemontese Eraldo Saracco che nel 1965 perse la vita precipitando nel secondo pozzo della Grotta. A lui è dedicata la targa all’ingresso del ramo speleologico.
Nel 1995 gli speleologi di Dorgali e di Sassari trovarono il collegamento fra la Grotta di Sos Jocos e quella di San Giovanni di Su Anzu, anche se l’intero complesso non è stato ancora totalmente rilevato. La Grotta suscitò grande interesse scientifico per i ritrovamenti fossili di una lontra dell’era glaciale, importanti reperti archeologici di età nuragica (XVIIVI sec. a.C.), punica (VI-III a.C.) e romana (III a.C.-VI sec. d.C.) che testimoniano un lungo utilizzo della cavità carsica come luogo di sepoltura e di culto. Tra i rinvenimenti si segnalano i vaghi in pasta vitrea attribuibili all’età punica (VI – III sec. a.C.) e all’età romana e tardo romana (II sec. a.C. – VI sec.d.C.). Inizialmente questi ritrovamenti alimentarono la leggenda di un luogo legato ai sacrifici umani in epoca punica, perciò la voragine fu denominata L’Abisso delle vergini.
NOTE
Le descrizioni e le immagini sono state tratte da internet dal sito Sardegna Turismo e Società Cooperativa Ghivine, quest’ultimo è il gestore delle grotte in parola.
Durante la visita alla grotta è vietato effettuare foto, motivo per il quale le immagini allegate a questa descrizione sono state acquisite dalle fonti presenti sul web. Gli stessi vengo pubblicamente ringraziati per il lavoro svolto.

TECHNICAL NOTES
Starting point: car park located in Ispinigoli in the Supramonte di Dorgali located in the Municipality of Dorgali in the province of Nuoro;
Difficulty: E (hiking);
Type of route: round trip;
Telephone reception: totally absent inside the cave. Excellent outdoor reception;
GPS track: purely indicative as the GPS signal is absent inside the caves. However, only the initial and final part that leads from the parking lot to the cave entrance is real;
Duration: 50 minutes;
Total distance: 500 meters;
Positive difference in height: about 50 meters from the bottom of the cave to the exit;
Special features: possibility to visit the caves even with small children.
ACCESS
Departure from the town of Dorgali, towards Orosei, take the State Road 125, at kilometer 209.400 turn right following the signs for the Ispinigoli cave.
DESCRIPTION
The Ispinigoli Cave was opened to the public in 1974 and since then over 40,000 visitors a year have entered the gigantic cave where the majestic 38-meter-high limestone column stands, the largest in Europe and one of the highest in Europe. world.
The large room belongs to the Ispinigoli - San Giovanni su Anzu - sos Jocos karst complex.
These are three communicating caves that reach a total length of 17 km; this karst system is oriented in a South West-North East direction in the bowels of Mount S’Ospile with three entrances that open at different altitudes. This creates pressure differences that generate a continuous flow of air inside, with the temperature remaining at 16-17 degrees in all seasons.
The great tunnels of this karst cavity are characterized by considerable clay deposits, huge columns and countless white concretions. At the bottom of this complex flow small underground streams that see the light in the nearby Grotta di San Giovanni Su Anzu.
The system was systematically explored since 1954 by the Grotte di Nuoro Group which identified the connection between the two cavities. The research continued in the following years by the great experts of Sardinian speleology: Father Furreddu, Bruno Piredda and the Piedmontese Eraldo Saracco who in 1965 lost his life by falling into the second well of the cave. The plaque at the entrance to the speleological branch is dedicated to him.
In 1995 the speleologists of Dorgali and Sassari found the connection between the Grotto of Sos Jocos and that of San Giovanni di Su Anzu, even if the entire complex has not yet been fully surveyed. The cave aroused great scientific interest due to the fossil finds of an otter from the ice age, important archaeological finds from the Nuragic (XVI century BC), Punic (VI-III BC) and Roman (III BC-VI century AD) ages that testify to a long use of the karst cavity as a burial and worship place. Among the finds, we note the vague in glass paste attributable to the Punic age (6th - 3rd century BC) and the Roman and late Roman age (2nd century BC - 6th century AD). Initially these findings fueled the legend of a place linked to human sacrifices in the Punic era, so the chasm was called The Abyss of Virgins.
NOTE
The descriptions and images were taken from the internet from the Sardegna Turismo and Società Cooperativa Ghivine website, the latter is the manager of the caves in question.
During the visit to the cave it is forbidden to take photos, which is why the images attached to this description were acquired from sources on the web. The same I am publicly thanked for the work done.