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Noncello - Ponte del Vado - Makò

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Trail stats

Distance
3.13 mi
Elevation gain
3 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
3 ft
Max elevation
137 ft
TrailRank 
29
Min elevation
38 ft
Trail type
Loop
Moving time
one hour 15 minutes
Time
one hour 44 minutes
Coordinates
892
Uploaded
May 14, 2022
Recorded
May 2022
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near Lotti, Friuli Venezia Giulia (Italia)

Viewed 64 times, downloaded 0 times

Trail photos

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Itinerary description

Continua l'idea della mia amica bipede di vedere il Noncello camminando sulle sue rive.
Ma, man mano che ci si allontana dai campi coltivati, meno il Noncello diventa raggiungibile perché fiancheggia lotti urbanizzati, edificati e industrializzati.

Oggi siamo andate a seguirlo dal ponte del Vado in giù.

Si fa così: si lascia la cosa mobile al parcheggio della polisportiva e ci si tuffa subito, subito in Noncello che è lì, a due secondi di corsa sfrenata dall'apertura del portellone e dello sgancio della cintura di sicurezza.
Fatto questo primo compito per saggiare temperatura e limpidezza e dare il massimo del punteggio si può procedere verso sud sgambettando in un bel parchetto.
Un altro dedicato a Robert Baden-Powell.

Il Noncello qui è largo e basso e non ha troppa corrente. Ideale per fare il bagno.

E non lo dico solo io: ho incontrato subito una mini-me tutta zuppa e con una pallina da tennis in bocca che mi ha lasciato sui piedi con quella di giocare ma eravamo di fretta entrambe e abbiamo optato per berci due Noncello on the rocks veloci insieme e poi via.

La umana ed io abbiamo proseguito passando sull'argine ben tenuto e segato.
Dall'argine si vede la chiusa di intercettazione delle acque per convogliarle verso la centrale elettrica del Cotonificio Raetz Makò che è sempre là maestoso e bellissimo.
Abbiamo così preso la sponda sinistra che poi abbiamo dovuto lasciare alla fine del boschetto.

Abbiamo anche tentato di vedere se saremmo riuscite ad infilarci fra le case per prendere qualche strada e tornare vicino ma attiravamo l'attenzione di tutti i cani nel raggio di 500 metri. E quelli che erano più lontani di 500 metri erano avvertiti dai primi.

Insomma ci han trattato tutti da quello che eravamo: due straniere di passaggio.
Ci hanno abbaiato e ringhiato e poi abbaiato ancora e tantissimo. Persino una calopsite ci si è messa ad insultarci.
Che poi, per forza di cose eravamo costrette a passare radente ai cancelli e io mi spaventavo e umana mi teneva vicina e io non sapevo... e se un cancello si fosse aperto all'improvviso e tutte quelle intimidazioni fossero diventate realtà?

Così appena ho potuto mi son fiondata fuori da quella situazione e ci siamo ritrovate dove ci si allena con le canoe.
Uh beh, chi di voi si è sorpreso del binomio Noncello-canoa? E Daniele Molmenti dove pensate abbia iniziato? Qui siamo alla Braida Foenis e da questo punto verso valle il Noncello è ampio e lento.

Si poteva proseguire e io sono andata avanti fra i fiori costeggiando l'allevamento ittico per poi trovarci come al nostro solito... in proprietà privata.
Ce ne siamo tornate indietro zitte, zitte, abbiamo trovato una sbarra e siamo uscite e da lì abbiamo ripreso l'asfalto.

E tornando indietro ci han trattato tutti da quello che eravamo: due straniere di passaggio. Anche se eravamo le stesse due straniere di passaggio che erano passate dieci minuti prima ci hanno abbaiato e ringhiato e poi abbaiato ancora e tantissimo. La calopsite ci si è messa di maggior lena ad insultarci e si è aggiunta anche una signora che da una finestra ha urlato alla calopsite e tutto questo in un intenso aroma di ragù.

Per riprendermi dal passaggio obbligato della chicane di Via Bellasio (non è una battuta da cani, la curva è veramente una chicane pericolosissima) mi son fatta un bagno rinfrescante e poi abbiamo puntato alla roggia Musilla cercando di non dar troppo fastidio anche lì e passando più lontano possibile da tutti, tanto che poi umana l'ha attraversata con le scarpe in mano per non tornare indietro.

Pausa davanti all'imponente cotonificio e a umana viene in mente di dirmi "Andiamo a vedere gli affreschi della chiesa antica" e mi dice che mi porta in un posto dove han trovato tanti scheletri, forse di longobardi.
Io penso a tutti quegli ossetti e mi sento tanto felice e la seguo.
L'idea è quella di vedere se sia aperta... [e lo è!]
entrare e poi girarle attorno per prendere la strada dietro ma...

dietro di noi qualcuno avanzava sui tacchi commentando e trattandoci da quello che siamo, pure lï: due straniere di passaggio. I loro tacchi e le loro vesti leggere che riproducevano la primavera attorno, le pochette luccicanti e i cappellini apprettati hanno abbaiato e ringhiato e poi abbaiato e ancora tantissimo.
Ecco no.
Un'umana strana e stanca e un cane storto e sporco non potevano essere là in mezzo a tutti quei fiori bianchi che erano dappertutto e che erano anche buoni da annusare.

Non siamo nemmeno riuscite a passare per dietro la chiesetta come dovevamo: siamo corse via in direzione del parchetto.
Ci siamo affacciate al punto dove un confluente si immette sul Noncello tentato di vedere se fosse percorribile ma ben presto è diventato un roveto spinoso con cuscini di ortiche che mi arrivavano al garrese e così il Rio Gorgo Bigio (e Grigio) è rimasto senza visitatori sentendosi sempre più Bigio.

Abbiamo optato invece per procurarci il pranzo e andare fino a Cordenons a cercare il primo punto dove si può vedere per la prima volta il Noncello. Vi lasciamo la foto che abbiamo fatto, scostando una rete oscurante.

E qui si apre il dilemma: ma il Noncello si calcola dalla Roggia Creta e dal cartello o da quell'acqua che si intravvede in Via della Filanda a Cordenons?

Bao bao!


🐕‍🦺 La Bracco Baldovič consiglia
Punto acqua: ottima direttamente dal produttore.
Punteggio: 🐾 🐾
Livello possibile di infangamento totale: buono.
Stagione: qualsiasi, ma per il bagnetto meglio primavera-estate-autunno.

P.S. Quello che voleva riuscire a vedere l'umana dopo Braida Foenis è la deviazione del Noncello verso la Centrale Idroelettrica di Torre, Centrale che intercetta molta della sua acqua (e che alimenta un altro cotonificio: il Cotonificio Veneziano di Torre), ma questo sarà un altro giro. Certo che occupare mesi e mesi a guardare un fiume che nasce dalla terra e non si sa bene nemmeno esattamente quale sia considerata la sua prima risorgiva ha dello strano.

Note di umana che legge sui libri
Il primo cotonificio del nord Italia a produrre il filato egiziano Makò (cotone finissimo e di altissimo pregio), fu quello di Cordenons. Quasi tutto il cotone arrivava dall'Egitto (fecero esperimenti anche con cotone dell’Eritrea).
Epoca della quale si parla: costruzione dello stabilimento nell'ottocento, messa in opera 1901.
Il filato makò si produce ancora adesso a prezzi esorbitanti.

Oggi al post giretto abbiamo scoperto cose interessanti.

Waypoints

PictographRiver Altitude 117 ft
Photo ofNoncello

Noncello

PictographRiver Altitude 64 ft
Photo ofNoncello

Noncello

Assaggio navigabilità delle acque: buona, basta alzare le zampe e la corrente, delicatamente, ti porta a valle.

PictographRiver Altitude 104 ft
Photo ofGiardino Pubblico della Roggia Musilla

Giardino Pubblico della Roggia Musilla

Bel posto tranquillo con panchine all'ombra davanti al monumentale Cotonificio Makò di Cordenons.

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