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Pescolanciano, Riserva di Collemeluccio, Sant’ Andrea, Pietrabbondante, Staffoli- Vastogirardi, San Pietro Avellana, Riserva

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Trail stats

Distance
39.34 mi
Elevation gain
2,756 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
2,638 ft
Max elevation
3,922 ft
TrailRank 
21
Min elevation
3,922 ft
Trail type
One Way
Coordinates
1597
Uploaded
April 26, 2022
Recorded
April 2022
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near Scalo Ferroviario, Molise (Italia)

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Itinerary description

Si parte da Pescolanciano dominato dalla mole del castello D’Alessandro. Si sale per giungere davanti al ponte levatoio del castello che permette di superare una profonda gola rocciosa. Dopo essersi dissetati ad un’antica fonte in pietra si sale verso la riserva di Collemeluccio per ammirare gli imponenti abeti bianchi che formano un esteso bosco. Ancora salita e, dopo aver superato la frazione di Sant’ Andrea, si raggiunge Pietrabbondante con le sue tre caratteristiche pareti rocciose, ma soprattutto con il suo scenografico teatro e il suo importante santuario sannitico. Dopo aver fatto una foto di gruppo davanti alla statua del guerriero sannita, si procede sulla provinciale in direzione di Vastogirardi e al primo bivio si scende a sinistra verso Staffoli. Si attraversa il verde altipiano di Staffoli e si sale verso il borgo di Vastogirardi. Superato il paese si va a destra verso il campo sportivo, superato il quale si procede su uno stradello per visitare l’antico tempietto sannitico sul quale, nel medioevo, fu costruita una chiesa.
Ritornati indietro si sale per attraversare le sorgenti del Trigno e poi, dopo aver superato un passo a circa 1300 metri di altitudine, si scende ripidamente alla stazione di San Pietro Avellana e si supera il bivio verso la riserva demaniale di Torre Feudozzo. Qui si allevano razze equine che rischiano di estinguersi, tra loro ci sono anche i cavalli di razza persano (vedi nota).
In breve si arriva al paese di San Pietro Avellana. Qui si fa una breve sosta per gustare i gustosi dolci di una pasticceria che vende anche i ricercati tartufi. Il paese venne quasi totalmente raso al suolo dai soldati tedeschi nel 1943; in paese ci sono diverse foto affisse sui muri che documentano quel triste periodo. Si riparte in direzione della boscosa riserva di Montedimezzo, dove fino a pochi anni fa vegetava uno dei più grandi e vecchi faggi italiani: il Re Fajone. Si supera la riserva e si passa accanto ad una maestosa quercia che sovrasta un piccolo ristorante che è rinomato per la sua ottima cucina. Dopo un piacevole percorso in pianura si arriva a Carovilli e si prende la strada, immersa in un bel bosco, per Pescolanciano, un’ultima salita e si ritorna alle auto.
NOTA: i cavalli di razza PERSANO.
I cavalli dei reali di Napoli erano di razza persano, il nome di questa razza deriva dalla località campana dove venivano allevati in una grande scuderia modello. Dopo l’unità d’Italia i Savoia chiusero la grande scuderia di Persano e dispersero i cavalli, vendendoli all’asta. Così rischiarono di scomparire come razza, ma fortunatamente il re Vittorio Emanuele comprese lo sbaglio e ricostituì l’allevamento reale per rifornire i reparti militari del Savoia cavalleria. In questi reparti prestava il servizio militare Francesco Baracca, che passò successivamente nella neonata aviazione militare divenendo in breve tempo il migliore pilota italiano. Egli, per farsi riconoscere, si fece stampare sul suo aereo un cavallo persano nero rampante. Nel 1918 sul cielo del Montello, Francesco Baracca fu ucciso dagli austriaci. Nel dopoguerra, per ricordare il grande pilota morto in guerra, il giovane Enzo Ferrari prese il simbolo del cavallino rampante di Francesco Baracca per la sua nuova fabbrica di auto da corsa. Quindi il cavallino nero rampante della Ferrari è un cavallo di razza persano.
Inoltre i cavalli persani furono i protagonisti dell’ultima carica di cavalleria della storia. Avvenne nell’estate del 1942 sulla pianura russa, quando uno squadrone del Savoia cavalleria caricò un gruppo di soldati russi trincerati disperdendoli.
Nel 1950 i reparti di cavalleria dell’esercito italiano furono sciolti e i cavalli persano rischiarono di scomparire una seconda volta. Fortunatamente grazie alle proteste di alcuni appassionati di cavalli, la repubblica italiana ricostituì l’allevamento statale di questi cavalli che ora vengono cresciuti in questa azienda demaniale di Torre Feudozzo anche per rifornire i reparti dei Corazzieri presidenziali.
Descrizione di Alfredo Colantonio

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