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Lomellina centrale: Olevano, Velezzo, Lomello, Valle

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Trail stats

Distance
21.97 mi
Elevation gain
49 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
49 ft
Max elevation
348 ft
TrailRank 
29
Min elevation
289 ft
Trail type
Loop
Coordinates
422
Uploaded
September 18, 2020
Recorded
September 2020
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near Olevano di Lomellina, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

L’itinerario è facile anche se il passaggio in strade sterrate non molto usate lo rende adatto a biciclette con buona tenuta di strada. Si inizia da Olevano (se si origina da Mortara basta percorrere la SP 57 (circa 4 km) una strada a basso traffico. Dal Campo di Calcio in Via Vittorio Emanuele II si prende la sp 57 in direzione Cergnago; dopo 2.2 km si imbocca una strada sterrata a destra, prima della cascina Vallazza. La strada è detta Via dei Muli e segue il tracciato di una vecchia via romana che conduceva al mare. Seguendo la strda verso sud incontra infatti il cascinale di Erbamara, sede un tempo di una famosa abbazia medievale. Ora vi è un agriturismo (quindi c’è una fontanella e anche servizi). Si prosegue oltre la cascina, sempre verso sud, fino alla statale 56. Si prende a destra verso il ponte sull’Agogna e si giunge a Campalestro. Attraversato il piccolo abitato quasi completamente abbandonato, si prende la provinciale a sinistra in direzione Velezzo. Si attraversa il paese fino al bivio dove sorge la riseria e si prosegue dritto. La strada serpeggia fra le risaie e arriva alla Pieve di Velezzo dove sorge un complesso medievale costituito dalla Chiesa di Santa Maria e dal Battistero circolare. Si consiglia di fare anche una piccola deviazione a sinistra verso la chiusa sull’Agogna.
Proseguendo sulla strada asfaltata si incrociano vari cascinali; dopo la cascina Balossina si consiglia un’altra deviazione ad est, verso il fiume, per visitare la Chiesetta della Madonna dal Soc (del Ceppo). Ritornati sulla provinciale si prosegue verso sud e si arriva alla provinciale sp5. Si prende la strada verso est in direzione di Lomello e all’altezza del cimitero si può imboccare la ciclabile che corre parallela a sinistra della strada evitando il traffico.
Si arriva in centro a Lomello dove è d’obbligo vistare La Basica di Santa Maria Maggiore con il Battistero di San Giovanni ad Fontes, La chiesa di San Michele ed Il castello. A Lomello ci sono bar e ristoranti.
Ripercorriamo la sp 56 fino Semiana e da qui proseguiamo verso Valle Lomellina. Giunti al passaggio a Livello della Stazione FS, si prende la strada sterrata a destra che corre lungo la linea ferroviaria. Dopo circa un km di incontra il secondo passaggio a livello e lo si attraversa in direzione ovest. La strada è sempre sterrata e piuttosto accidentata; si percorrono poche centinaia di metri e, prima della zona a bosco si prende a destra e la si costeggia. Si giunge alla cascina Sant’Alessando in territorio di Zeme, ciò che rimane di un vecchio comune di nome Carosio. Ci sono ancora resti di una chiesa e un castello rimaneggiato.
Si devia a sinistra e si percorre la strada sterrata verso ovest fra i boschi prima ed i campi coltivati poi, arrivando a Zeme (anche qui troviamo una fontanella ma anche bar ed altri servizi). Arrivando da Sant’Alessandro si prende a destra la via Piave e quindi ancora a destra la sp 165 per Olevano. Arrivati al passaggio a livello si devia a sinistra verso Olevano e ci si ritrova al punto di partenza. ATTENZIONE: L’interruzione sul ponte stradale (c’è sempre quello ferroviario…) costringe a proseguire dritto verso la frazione Marza; quindi si va a destra e ci si ritrova all’incrocio di Campalestro e si può ritornare ad Olevano seguendo a ritroso la strada di Erbamara fatta all’andata.

Waypoints

PictographWilderness hut Altitude 327 ft

Cascina Erbamara

Il monastero di San Pietro di Erbamara, probabilmente esistente prima del X secolo, fu tenuto dai Canonici di San’Agostino, come ricordato dal libro dei censi scritto da Cencio Camerario annoverandola tra quelle che ricevevano i tributi della Sede Apostolica. negli anni successivi fu amministrata dalla Congregazione dei Monaci di Vallombrosa che vi restarono fino alla sua decadenza. Godette di ampie immunità, costituendo quindi una signoria e un comune autonomo, che sopravvisse alla decadenza del monastero, ridotto a commenda e soppresso nel XVIII secolo. Il piccolo comune di Erbamara fu aggregato a Cergnago all'inizio del XIX secolo, probabilmente nel 1818.

PictographWilderness hut Altitude 324 ft
Photo ofCascina S Alessando

Cascina S Alessando

Sant'Alessandro è individuato come l'antico Carosio, sede di un'antica pieve e noto fin dal medioevo; il luogo fu distrutto durante le incursioni degli Ungari del X sec. e decadde definitivamente nei secoli XIII e XIV a causa delle guerre fra Pavia e Milano. Nel 1460 contava 6 case e la chiesa di Sant'alessando; in quegli anni fu staccato dal feudo ed assegnato a Cicco Simonetta ed alla sua morte devoluto ad Antonio Rasini di Ferrara (1479). Nel 1506 fu assegnato da Luigi XII al suo ciambellano Opicino Caccia alla cui famiglia rimase, finché passò, nel 1625, a Giambattista Visconti (di un ramo cadetto della casata ducale), genero di Pietro Paolo Caccia; suo figlio Vercellino fu nominato marchese di Sant'Alessandro; la sua discendenza si estinse poco prima della fine del XVIII secolo.

PictographWilderness hut Altitude 312 ft

Cascina Terno

Antico insediamento ora cascinale a corte chiusa del settecento . Possiede una cappella dedicata alla Immacolata.

PictographReligious site Altitude 302 ft

Chiesa della Madonna dal Soc

Posto sulla sponda destra del fiume Agogna, sorge tra le campagne di Velezzo Lomellina, una piccola cappella, dedicata alla Madonna del soc (ceppo). La leggenda vuole che una ragazzina sordomuta, vide apparire su un tronco galleggiante in mezzo all' Agogna, la Madonna; dopo essersi sporta per vedere meglio, cadde in acqua e ritornata miracolosamente a riva, la ragazzina riprese a parlare. Un'altra versione vuole che la ragazzina trovò su un ceppo sempre galleggiante nell'Agogna, una statua della Madonna, e portandola verso Lomello, la fanciulla riprese a parlare. L' antico santuario risale alla a prima metà del 1200, e si presenta in forma di piccola cappella con un portico per accogliere i pellegrini che in cammino verso Lomello.

PictographReligious site Altitude 315 ft

Pieve di Velezzo

Il complesso architettonico della chiesa della Natività di Maria e del Battistero, sorgono ad oltre un chilometro dal paese di Velezzo, sulla strada per Lomello, a pochi metri dalla riva dell’Agogna. L’origine della costruzione si perde nella notte dei tempi: l’edificio attuale, che secondo attenti studi dovrebbe risalire alla fine del secolo IX o inizi del successivo, fu eretto su fondamenta più antiche, forse della decadenza dell’Impero e, secondo alcuni storici, è stato addirittura il primo nucleo cristiano in Lomellina, prima ancora di Lomello. Le prime notizie documentarie risalgono al 1259 quando la pieve era già in decadenza. Seguono memorie del 1323 e del 1460 quando il vicario del vescovo di Pavia giunse in visita pastorale a Velezzo: la chiesa era ormai ridotta a un rudere mentre il battistero era in condizioni migliori, anche se all’interno vi era solo di un altare disadorno. Solo dopo altri solleciti (1561 e 1565), nel 1576 iniziarono dei lavori di restauro che condussero nel XVIII sec. al prolungamento della chiesa e alla costruzione della sacrestia, a cui seguirono verso la fine del XIX sec. la costruzione della cappella del Rosario e un nuovo ampliamento della chiesa. Nel 1966 un articolo di Mario Soldati “L’Agogna: un fiume da portare in televisione” in cui si parlava della Lomellina romanica e preromanica contribuì alla riscoperta della Pieve di Velezzo che sarebbe culminata nel 1983 con i restauri a cura della sovrintendenza ai monumenti della Lombardia che hanno dato al complesso l’aspetto attuale. Attualmente la Pieve è costituita dalla chiesa e dal battistero restaurati, che in parte sono ancora inglobati nei locali della casa parrocchiale. La chiesa è ad una sola navata rettangolare, chiusa da una abside semicircolare, mentre la navata è coperte da una volta a botte affrescata, e riceve luce da quattro finestre semicircolari che si aprono sulle pareti laterali della navata. Nell’emiciclo absidale vi sono le tracce di un affresco rivenuto durante i restauri, mentre gli affreschi più recenti mostrano Cristo risorto con tralci di vite e spighe di grano. Nella parete meridionale si apre una piccola abside che conduce al confessionale, risalente alla fine dell’800. La facciata della chiesa presenta una porta di ingresso che mostra le tracce di un dipinto raffigurante la Natività di Maria, mentre ai lati delle alte lesene rettangolari sorreggono un architrave sormontato da una croce. Il battistero è collocato a sud-est della chiesa ed è costituito da un corpo centrale preceduto da un vestibolo scandito da lesene che ne ritmano la struttura interne, interrotta a nord e a sud da dei cotti semicircolari di età romana circondati da mattoni a raggiera. Al battistero si è introdotti da una piccola porta ad arco che conduce nel vestibolo, mentre ad est vi è una arcata chiusa, con ai lati due dipinti di cui uno molto difficile da interpretare, mentre il secondo raffigura la Crocefissione. Il protiro è coperto da una volta a botte intonacata, mentre al lati si aprono tre monofore basse che danno luce al complesso.

PictographReligious site Altitude 312 ft

Basilica di S. Maria Maggiore

Antico centro fondato dai Celti, fu prospera in epoca romana e nel periodo longobardo, quando ospitò nel 590 l'incontro e, secondo la leggenda, le nozze fra la regina Teodolinda ed il duca Agilulfo; verso il mille divenne una potente roccaforte dei Conti palatini, piú volte distrutta e ricostruita. Il centro conserva resti delle antiche mura ed insigni monumenti medievali quali il complesso religioso formato dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, notevole costruzione del primo periodo romanico lombardo (XI sec.) e dal Battistero di San Giovanni "ad Fontes" (V-VII sec.), un antichissimo edificio longobardo a forma ottagonale, con i resti dell'originale fonte battesimale. Nella tradizione popolare lomellina, la basilica viene chiamata la "chiesa del diavolo": la leggenda racconta che la costruzione fu distrutta dal maligno e da lui stesso riedificata in una sola notte di lavoro febbrile, ma, a causa del sorgere del sole, fu lasciata incompleta. Ecco perché oggi troviamo la facciata parzialmente crollata ed le prime due campate senza il tetto.

PictographReligious site Altitude 344 ft

Chiesa di San Miche Arcangelo

La Parrocchiale é dedicata a San Michele Arcangelo, patrono dei Longobardi, quindi l’origine della chiesa viene fatta risalire dagli storici locali Francesco Pezza e Francesco Pianzola al periodo fra il secoli VI e VIII. La primitiva chiesa romanica, ricordata sui Registri delle Biade nel 1256/1259, divenne probabilmente parrocchia nel XV secolo, quando era retta da un curato non residente. Nel 1733 i feudatari olevanesi diedero avvio alla costruzione di una nuova chiesa, completata undici anni dopo. Il progetto venne affidato all'architetto Lorenzo Cassani (1687-1767) illustre esponente del barocchetto pavese. Nella chiesa l'artista espresse nuove tecniche architettoniche e decorative, trasformando la pesantezza del barocco milanese nella tranquilla sobrietà neoclassica. La facciata é giocata leggermente sulla linea curva con ampie finestre decorative. L'interno è a pianta poligonale: un'ellisse con inseriti quattro rettangoli corrispondenti all'ingresso ed ai tre altari. Gli affreschi sulle pareti e sulle volte furono eseguiti fra il 1897 ed il 1904 dai pittori Luigi Morgari (1857-1935), autore della Lotta di San Michele contro le forze maligne, raffigurata sulla volta, e Vincenzo Boniforti (1866-1904), a cui viene attribuita la Cena del Signore che troneggia sul coro. La tradizione vuole che il pittore vigevanese abbia preso a modello molti abitanti di Olevano che hanno dato così volto ed espressione ai dodici apostoli. L'altare maggiore é realizzato con forme barocche in un unico blocco di marmo, custodiva un bellissimo crocefisso ligneo risalente al medioevo, ora spostato in San Rocco e sostituito con una anonima statua del Sacrocuore. Dietro l'altare è sistemato un grandioso dipinto del giovane pittore di Candia Felice Truffa (1871-1895), raffigurante la Gloria di San Michele e risalente al 1892. A sinistra si trova un pulpito barocco con confessionale in noce, mentre più avanti si apre l'altare della Madonna del Rosario, dove si ammira una statua lignea della Vergine, eseguita dal maestro Michele Tiraboschi nel 1741, e quattro tele, raffiguranti Sant'Agata, Santa Lucia, Sant'Apollonia e Santa Margherita, attribuite al pittore pavese Carlo Antonio Bianchi (detto Bianchetti, 1714 - 1774?). Dello stesso artista sono anche le quattro tele, raffiguranti San Ponzio, Sant'Antonio e due angeli, conservate nell'altare di destra dedicato ai SS. Giochino ed Anna, dove si trova una grande tela pure settecentesca. Da quest'ultimo altare si accede alla cappella della Beata Vergine di Settembre e del Deposito (dal nome con il quale si usava chiamare l’arco settecentesco adiacente la chiesa), dove si ammira una statua lignea della Madonna risalente al cinquecento, un tempo molto venerata dagli olevanesi.L'alto campanile risale al 1749.

PictographReligious site Altitude 338 ft

Chiesa S. Rocco

Nel centro del paese sorge la chiesa di San Rocco', un tempo oratorio della Confraternita dei SS. Rocco e Sebastiano. La costruzione, risalente al tardo medioevo come farebbe pensare l'alta navata finestrata, ha pianta a croce latina ed una sola navata con volta a botte. Il coro ed il transetto furono aggiunti alla fine del XVII secolo e nel 1830. L'edificio è stato recentemente restaurato e risanato (2006). Sul lato esterno della chiesa è addossata l'antica sede del comune che ora ospita la ProLoco; fino al 1965 esisteva un grazioso portico con volta a vela, sacrificato per rendere più agevole la viabilità sulla strada provinciale.

PictographReligious site Altitude 299 ft

Chiesa di San Michele

Si presenta all’esterno con una facciata barocca esempio delle pesanti manomissioni subite nei secoli. La costruzione dovrebbe essere del XII sec. come dimostra anche una piastrella murata sul muro della piccola navata destra con la scritta “1121 S. MICAEL”. I restauri degli anni cinquanta l’hanno restituita nella sua forma originale con pianta a croce latina, a tre navate, un transetto non molto sporgente e la sola abside maggiore superstite. La volta è a botte sulla navata centrale e poggia su sei robusti pilastri poliscili alternati ad altrettante colonne di mattoni. Sulle pareti, anch’esse spogliate dalle sovrastrutture barocche, sono visibili tracce di affreschi medievali, mentre sul fianco sinistro del transetto è murata una lastra in cotto che riporta l’epigrafe tombale di un certo Guillelmus de’ Grossis, “familiaris” del papa Urbano V, morto il 4 maggio 1370 mentre era in viaggio per Avignone. Il religioso lasciò alla chiesa di San Michele un pezzo del legno della croce, ancora conservato in un reliquiario (il legno ha le misure di 7,3 cm x4,2 cm). Sulla crociera si innalza il bellissimo tiburio ottagonale ornato all’esterno da due soggette cieche sovrapposte, rispettivamente trifore e quadrifore.

PictographWaterfall Altitude 300 ft
Photo ofChiusa Velezzo

Chiusa Velezzo

Chiusa sul Torrente Agogna di derivazione della roggia

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