Activity

M.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest

Download

Trail photos

Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest

Author

Trail stats

Distance
5.94 mi
Elevation gain
3,694 ft
Technical difficulty
Very difficult
Elevation loss
3,694 ft
Max elevation
5,880 ft
TrailRank 
32
Min elevation
3,055 ft
Trail type
Loop
Coordinates
256
Uploaded
December 3, 2022
Be the first to clap
Share

near Pianaccio, Emilia-Romagna (Italia)

Viewed 66 times, downloaded 1 times

Trail photos

Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest Photo ofM.Gennaio dal Segavecchia: canalone Nord Ovest

Itinerary description

Effettuato il 18/03/2016 da Roberto Bergamini.

Il testo che segue è quello scritto subito dopo l'uscita e pubblicato nei giorni successivi sul vecchio sito del gruppo scialpinistico lucchese Focolaccia.

ATTENZIONE: la traccia non è GPS ma è stata disegnata manualmente a posteriori cercando di ricalcare il più fedelmente possibile l'itinerario effetivo, però essendo tracciata su una base cartografica approssimativa è da prendere solo come riferimento e non da seguire alla lettera.

- - - - - - - - - - - - - - - -

Dal Corno alle Scale o dal Cornaccio salta subito agli occhi. Non so quante volte l'ho osservato, studiato, accarezzato ma sempre con titubanza. Mi riferisco al marcato solco che dalla vetta del Gennaio scende verso la valle Verdiana in direzione Nord Ovest. In condizioni di buon innevamento appare sempre un po' inquietante perché perennemente sovrastato da una specie di grande accumulo costituito dal costone che lo delimita alla sua sx orografica. Me lo sono sempre immaginato come una sorta di drago in sorniona attesa, pronto a scaricare la sua ira sull'ignaro passante. Però, nonostante le apparenze, mi ha sempre attratto e incuriosito, se non altro perché come un vero drago, in basso esibisce la sua lunga coda tortuosa sotto le sembioanze di uno spettacolare toboga che scende sinuoso verso la valle Verdiana.

Venerdì, viste le ottime condizioni meteo e di innevamento, ho deciso da andare a dare un'occhiata da vicino con l'intenzione di scambiare quattro chiacchere col drago e magari fargli un po' di solletico sulla ruvida schiena. Alle 9,30 lascio l'auto al Segavecchia (912mt) e mi avvio sci in spalla verso il passo del Cancellino seguendo il sentiero 121. A 5 minuti dall'auto calzo gli sci. La neve è poca e un po' sfatta (5-10cm) ma sufficiente per salire. Lo stradello sale abbastanza deciso nel bosco con continui tornanti, ma è in buono stato e abbastanza comodo anche per scendere. Salendo lo spessore della neve si fa via via più consistente e già a un 20 minuti dall'auto cominciano condizioni sufficenti per la discesa. Un paio di volte perdo il segnavia, però lo ritrovo a naso senza problemi. Dopo i ripidi tornanti nel bosco si raggiunge un bel crinale ampio e dolce con grandi faggi. Batto traccia su uno strato cristalli di giaccio caduti dagli alberi ma sotto sento uno strato di neve feltrosa ben assestata. Dopo il crinale un lungo traverso in bosco su pendenze non banali. Qui bisogna fare attenzione a qualche passaggio delicato e un po' esposto per l'eccessivo accumulo di neve sul sentiero. Uscito dal bosco un altro breve traverso e poi verso il crinale del passo del Cancellino su terreno aperto.

Raggiungo il crinale un po' più in alto del passo del Cancellino. Da lì il Gennaio(1810 mt) si mostra in tutto il suo splendore: completamente candido e
incastonato di gemme di ghiaccio. Il drago oggi sembra più inquietante e rugoso del solito a causa del vento dei giorni scorsi. I crinali e le parti più esposte sono tappezzate di mini-sastrugi che fortunatamente si schiacciano al passaggio degli sci. A causa del lavoro di cesello del vento, la pala sommitale del Gennaio oggi ha un aspetto molto "scozzese".

Avvicinandomi noto che al centro del versante NordOvest c'è un corridoio abbastanza regolare e liscio, perché il vento non vi ha lavorato. Sarebbe belo scendere di lì però il canale sembra molto stretto e in alto quasi verticale, Meglio andare a vedere e quindi decido di passare da quello stretto couloir per salire in vetta in modo da toccare con mano ... Con gli sci ai piedi riesco a raggiungere la parte più alta del solco dove questo comincia a stringersi e a farsi più ripido. Metto gli sci in spalla e senza ramponi proseguo la salita su neve feltrosa e un po' sfondona. Arrivato alla strettoia finale il couloir si impenna per un breve tratto a 50 gradi. Lì mi trovo costretto a mettere i ramponi perché con gli scarponi non resco a fare presa nella neve sfondona. Ancora pochi passi e sono in vetta. Vedendo arrivare alcune nuvolette sparse decido di scendere subito per godermi la discesa con il pieno sole.

Calzo gli sci in vetta e mi porto all'imboccatura del couloir di salita. La neve tiene in modo ottimale. Per i primi 10 metri scendo a scaletta derapando, poi il canale si fa più ampio e meno sostenuto. Mi dico : "Alè è fatta, vai con la goduria". Fin dalle prime curve l'impressione è eccellente: neve paradisiaca. Un centinaio di metri più in basso comincia il bellissimo toboga, nevina da ululato e allora via con le danze. Seguo il toboga fino a una cascatella poi continuo la discesa sulla sponda sx fino ad una ampio spiazzo prima del bosco (1400mt circa). Mi rifocillo, ripello e comincio a risalire verso il passo del Cancellino. Raggiungo il crinale più o meno dove son sbucato all'andata.

Spello e via per un'altra goduriosa discesa. Rientrato nel bosco una breve risalita senza pelli e un po' di attenzione nei traversi ripidi , ma tutto vola rapido e leggero. Tolgo gli sci a 20 minuti circa dall'auto dove il fondo si fa più scarso e sfatto.

Dopo aver fatto la sua conoscenza ravvicinata, posso dire che il drago non è poi terribile come sembrava da lontano, o perlomeno oggi era così: scorza ruvida ma indole gentile e magnanima, e anche parecchio giocosa .... forse ha avuto pietà di uno sgangherato pellegrino dall'aria smarrita.

Mentre lasciavo scivolare gli sci nel toboga pensavo alle onde gravitazionali . Si dirà "che c'entrano con lo scialpinismo ?" c'entrano, c'entrano eccome ! come si farebbe a scivolare allegramente se non ci fosse la forza gravitazionale. Quindi lode alle onde, alle spinte e alle pacche sulle spalle della forza gravitazionale ! è lei che ci consente di godere di questo paradiso in terra. Mentre rimuniginavo queste "tobogate" mi è venuto un dubbio: ma gli scialpinisti hanno festeggiato l' 11 febbraio 2016 ? secondo me dovrebbe diventare la nostra festa, con Sant'Isacco e Sant'Alberto eletti come patroni protettori :-)

Comments

    You can or this trail