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Alpe di Vallestrina da Case Cattalini: quota 1885 direttissima NordEst

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Trail stats

Distance
2.74 mi
Elevation gain
1,421 ft
Technical difficulty
Experts only
Elevation loss
1,421 ft
Max elevation
6,155 ft
TrailRank 
25
Min elevation
4,701 ft
Trail type
Loop
Coordinates
52
Uploaded
December 23, 2022
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near Civago, Emilia-Romagna (Italia)

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Itinerary description

Effettuato il 19/12/2017 da Jeanclaude Pucci e Roberto Bergamini.

Il testo che segue è quello scritto subito dopo l'uscita e pubblicato nei giorni successivi sul vecchio sito del gruppo scialpinistico lucchese Focolaccia.

ATTENZIONE: la traccia non è GPS ma è stata disegnata manualmente a posteriori cercando di ricalcare il più fedelmente possibile l'itinerario effetivo, però essendo tracciata su una base cartografica approssimativa è da prendere solo come riferimento e non da seguire alla lettera.

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Stamani con Jeanclaude andiamo alla ricerca di farina fresca. Il tam-tam di ieri diceva che la roba migliore si trova a Nord, nei boschi e nei valloni dove il vento ha lavorato meno. Decidiamo di andare a vedere verso il Prado avvicinandosi il più possibile da Civago con la strada di Case Cattalini. Poco dopo Case Cattalini però una brutta sorpresa: non per la neve che comincia ad imbiancare lo sterrato, ma per le voragini lasciate dalle piogge torrenziali recenti che hanno trasformato la strada forestale in un alveo torrentizio.

Per fortuna siamo con un fuoristrada piccolo, alto e potente. Un mezzo più grande o meno alto, si sarebbe sicuramente piantato poche centinaia di metri dopo Case Cattalini. Invece, grazie alle marce ridotte e alle ridotte dimensioni del mezzo (come in arrampicata su roccia esser piccoli, potenti e leggeri a volte premia) riusciamo con delicatezza a superare il punto critico, poi continuiamo su strada innevata ma col fondo in buono stato, Poco dopo il fontanone (circa a quota 1450mt) siamo costretti a fermarci per l'abbondante neve dove anche il volenteroso fuoristrada arranca con fatica nonostante le gomme da neve nuove. Siamo quasi all'incrocio col sentiero 681 per il passo della Volpe e per la Val Calda. Dato che il Prado da lì è troppo lontano viriamo per una gita esplorativa tra Ravino e Vallestrina.

Ci avviamo sci ai piedi sulla strada innevata e poco dopo imbocchiamo il 681 che lasciamo quasi subito per salire in direzione della Val Calda seguendo le tracce di discesa di vari "sciatori della domenica". Procediamo su neve farinosa leggera e soave, una vera meraviglia, mantenutasi tale grazie alle temperature rigide anche di giorno. Arrivati alla conca glaciale della Val Calda si apre davanti a noi il canalone Nord del Ravino in grandi condizioni di innevamento ma anche arato a fondo dall'agguerrito manipolo degli sciatori della domenica. Decidiamo di lasciar perdere il Ravino Nord e puntiamo sul Vallestrina che si spera intonso. Dalla radura della Val Calda traversiamo in orizzontale verso Nord in direzione del vallone NE del Vallestrina. Intercettiamo di nuovo il segnavia 681 che seguiamo per poco e poi, dove questo sale deciso verso il passo della Volpe, lo abbandoniamo per dirigerci in pari verso il vallone NE del Vallestrina.

Su neve profonda e leggerissima tagliamo (opportunamente distanziati) il vallone, puntando a sormontare una piccola spalla rocciosa. Aggirata da sopra una valanga bella sostanziosa (presumibilmente neve umida pesante risalente alle piogge e al rialzo termico dei giorni scorsi) rimontiamo da dietro il piccolo corpo roccioso e, guadagnato il grande pendio NE, puntiamo verso la vetta settentrionale del Vallestrina. Lo scopo è andare a vedere le condizioni della parete NordOvest dove passa una delle più ardue linee di discesa dell'appennino tosco-emiliano che si sviluppa in un canale orientato NNO caratterizzato da un primo tratto lungo poco più di un centinaio di metri molto ripido e condito da risalti roccciosi. Dopo la prima dell'aprile 2007 non si sa se è stata ripetuta. Prima di uscire in cresta traverso delicato a causa di alcuni lastroni di neve vecchia indurita. Tranne brevi tratti ghiacciati, però quasi ovunque si procede senza problemi su neve farinosa o pressata dal vento. Giunti in vetta ci affacciamo sulla parete e sulla conca NO del Vallestrina. Subito ci rendiamo conto che il canale NNO non è in condizioni: scarsamente innevato, con parecchi affioramenti di rocce e tratti di ghiaccio vivo. Oggi sembra più da ramponi che da sci, ci sarà un'altra occasione.

Ci dirigiamo senza spellare verso la cima del Vallestrina (1904mt). Giunti in vetta breve spuntino e poi invece di iniziare la discesa dalla vetta decidiamo di proseguire lungo la cresta SE fino a raggiungere la quota 1885 (antecima SE). JC l'ha adocchiata salendo e vuol provare a scendere dalla quota 1885 nella conca glaciale NE con una linea più o meno diretta. Una linea ripida che, oltretutto, comporta l'attraversamento di una fascia più ripida con rocce sporgenti e strettoie.

L'attacco dalla cresta è a 45° ma su neve ottima e senza placche ghiacciate. JC parte con curve morbide e tranquille, io lo seguo finché le pendenze si mantengono non troppo alcoliche (40-50 gradi). Quando le pendenze aumentano e cominciano ad affiorare rocce e tratti ghiacciati mi dirigo verso il centro del vallone dove si può scendere su pendenze più ragionevoli (40°) e nevi più facili. JC intanto continua a scendere in modo controllato verso un muro a 60 ° con neve dura e strettoia tra roccette. Per trattenersi in caso di perdita di spigolo procede con una piccozza e bastoncino. Io nel frattempo ho aggirato le difficoltà portandomi verso il centro del vallone dove mi sono lasciato andare a morbide curve su neve farinosa e rischio valanghivo basso (leggerezza della neve in quantità non eccessiva su fondo duro).

Giunto sotto la verticale del muro mi fermo ad osservare JC impegnato in una delicata discesa a scaletta. Superata finalmente la strettoia rimette la picca a posto e riprende la discesa a curve saltate. Dopo esserci riuniti e fermati qualche minuto a osservare quella nuova linea di discesa bella tosta, proseguaimo su neve soave fino alla radura terminale di questo canalone valanghivo. Da qui, attraverso un bosco non fitto e tenendosi leggermente sulla dx, in breve ritorniamo sul versante dove abbiamo lasciato l'auto. Ancora una breve discesa e sempre sci ai piedi raggiungiamo la strada nei pressi del fontanone. Da qui, sci in spalla, in 10 minuti siamo all'auto.

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